Gli a anglo-americani continuano i loro preparativi di partenza di Giovanni Giovannini

Gli a anglo-americani continuano i loro preparativi di partenza Gli a anglo-americani continuano i loro preparativi di partenza Domenica lasceranno Trieste i primi nuclei di familiari - Tristi notizie dall'Istria (Dal nostro inviato speciale) Trieste, 15 ottobre. Le cose, a Trieste, minacciavano di mettersi male anche oggi pomeriggio. Saran state le due, quando un centinaio di studenti delle scuole slave sono apparsi in piazza Unità, semideserta a quell'ora, si sono riuniti in gruppo davanti alla prefettura ed hanno cominciato a levare i soliti evviva a Tifo ed alla Jugoslavia. I pochi passanti dapprima hanno lasciato fare, poi, al primo insulto all'Italia, sono intervenuti con qualche scapaccione ponendo termine alla gazzarra prima ancora che la polizia intervenisse. Una giornata tranquilla Di questo modestissùno episodio radio Capodistria ha fatto stasera c un'imponente manifestazione slava, brutalmente repressa dai fascisti e dalla polizia>. .Altrettanto era successo per gli incidenti di ieri che, a ventiquattro ore di distanza, appaiono aiicora più modesti in quanto non vi sono coinvolti più di un centinaio di slavi e di due o trecento italiani. Gli organizzatori dei disordini non possono essere troppo soddisfatti: è strano, anzi, che con tutti i mezzi d» cui dispongono, i titini non sia no riusciti a far scendere in piazza che un centinaio di uomini e donne ieri ed un altro centinaio di ragazzoni oggi. A meno che non si tratti di prude»}» assaggi. La giornata è trascorsa tranquilla; la polizia civile, che ieri non si era mostrata nè tempestiva nè efficiente, presidia ora, arm ita, tutti gli edifici pubblici. Quanto alle forze alleate, esse si fan vedere in giro il meno possibile e continuano metodicamente i preparativi di partenza: è di oggi una loro richiesta all'ufficio collocamento di cento falegnami e di duecento uomini di fatica per la confezione di casse di imballaggio. Domenica, a quanto si dice, dovrebbero cominciare le partenze dei primi nuclei di familiari. Questa, la situazione a Trieste. Approfittando della calma di oggi, abbiam voluto percorrere un centinaio di chilometri lungo < zona A » la frontiera dellae dell'Italia con laJugoslavia, da Punta Grossa,di fronte a Capodistria, a Merna, poco prima di Gorizia. Nulla di rilevante: a tutti i posti di blocco, agenti, finanzieri, carabinieri rispondono all'unisono che non si sarebbero accorti di niente di anormale se non avessero letto i giornali. Appena ci fermiamo con la macchina in qualche punto, i soldati jugoslavi, dalle torrette di osservazione, dai campi, dai reticolati, tirano fuori il binoccolo e non ci perdono di vista un momento. A Merna, ove il confine corre a ridosso della strada, un ufficiale jugoslavo è rimasto a guardarci fisso, senza fare un gesto, per una mezz'ora: quando abbiamo avviato il motore, ha fatto un secco dietro-front e se n'è andato a passo di marcia. Un fatto paradossale Di truppe nostre non abbiam visto che una camionetta dell'< Ariete », vicino a Monfalcone; quanto a quelle jugoslave nessuna braccia. Ai posti di blocco tra <zona A» e Jugoslavia, il traffico è quello solito: son contadini che passano con i loro carri o operai che vanno a lavorare dall'altra par. te. Ci fermiamo un po' più a lungo a Monrupino. a nord ri' Trieste: è il Comune più sluvo della € zona A», con un'ammi ] lustrazione filotitina. Non ci \vuole molto a renderci conto \di un fatto paradossale: che nessuno, come questa gente, ha paura di venir trasferita alla Jugoslavia in cambio di qualche piccolo territorio della < B », che potrebbe essere ceduto all'Italia. Titini si, ma nel Territorio Libero; e se dovessero scegliere fra Italia e Jugoslavia, non avrebbero dubbi: sceglierebbero la prima. Se poi si tien conto del feroce antifitismo degli slavi comunisti e di quelli « bianchi», non c'è più da stupirsi dell'ostilità jugosla¬ va a qualsiasi forma di plebiscito. Ai posti di blocco tra czona A » e < zona B », la situazione è sempre la stessa: non passa nessiaio, o quasi. E purtroppo son sempre le solite notizie dall'altra parte: in base all'ordine di pre-mobilitazione, tutti gli uomini dai 18 ai 50 anni son costretti a quotidiani esercizi con fucili veri o di legno, nelle caserme e nei campi sportivi; hanno avuto inizio corsi accelerati per l'addestramento ai vari servizi; accanto ai militi popolari sono entrati in funzione partigiani in borghese. Tristi notizie sono giunte oggi anche dall'Istria annessa alla Jugoslavia. A Lussimpiccolo, famiglie che a suo tempo avevano optato per l'Italia e che erano ancora in attesa dell'autorizzazione per partire, sono state improvvisamente arrestate in blocco e trasferite in uno sconosciuto campo di concentramento. Sempre a Lussimpiccolo, affluisti hanno fatto irruzione nella scuola elementare italiana, spaccando tutto, per-cuctendo e minacciando i ra-gazzi. I giornali in lingua Ua-liana di Fiume deplorano fa< corsa agli acquisti» che si èverificata negli ultimi giorni eche ha fatto sparire dulia c'f-tà ogni traccia di farina, gras-si, zucchero. ^ ^ Giovanni Giovannini