Convocato il Consiglio di Sicurezza

Convocato il Consiglio di Sicurezza Convocato il Consiglio di Sicurezza (Nostro servizio particolare) Washington, 13 ottobre. La rapida evoluzione della crisi sulla questione di Trieste ha portato oggi, se non a una maggiore chiarificazione, almeno ad una delimitazione dei campi nei quali si svolgeranno i prossimi sviluppi. Da una parte la Russia sovietica ha chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di internazionalizzare il T.L.T. ai sensi del trattato di pace con l'Italia e di procedere alla nomina del governatore nella persona del colonnello svizzero Fluecldger, mentre dall' altra è venuto l'annuncio della riunione dei ministri degli Esteri di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia a Londra alla fine di questa settimana. Diciamo subito che negli ambienti ufficiali americani si continua a dichiarare che nè l'uno nè l'altro di questi sviluppi fa venire meno la determinazione di attuare la decisione anglo-americana per il ritorno di Trie¬ ste e della sona A all'Italia. La richiesta sovietica al Consiglio di sicurezza si riallaccia a una richiesta analoga fatta da Mosca nel febbraio 191,9. Si ricorda che dal giugno 1947, quando il Consiglio assunse formalmente la responsabilità per il mantenimento della indipendenza del T.L.T. fino al 191,9, le quattro grandi Potenze aventi diritto dì veto non riuscirono a mettersi d'accordo sulla persona del governatore per il Territorio da internazionalizzare. Poi, nel febbraio 191,9, vale a dire a distanza di quasi un anno dalla dichiarazione tripartita e dalla scissione di Belgrado dal Cominform, Mosca ripropose la nomina del colonnello Hermann Flueckiger, già ministro svizzero a Belgrado, il cui nome era stato fatto l'anno prima dall'Inghilterra e respinto dalla Russia. Vista la evoluzione della si tuazione intervenuta nel frattempo, le potenze occidentali respinsero la proposta e sin da allora la questione era rimasta\din sospeso Risollevandola ora, Mosca, nell'opinione degli ambienti occidentali all'UNù, non risolverà nulla e non servirà gli interessi di nessuno, meno che meno della Jugoslavia che non intende abbandonare la zona B come gli alleati non intenderanno ritornare sulla loro decisione dell' 8 ottobre. Per quanto concerne gli Stati Uniti, una assicurazione in questo senso ci è stata data oggi da fonte autorizzata. Tecnicamente, però, la richiesta dovrà fare il suo corso. Il danese William Borberg, presidente di turno, ha convocato il consiglio per giovedì e poiché l'argomento è comunque iscritto all'ordine del giorno, un dibattito non potrà essere evitato. Vi potrebbe essere una votazione sull'opportunità di discutere la questione e, come si riteneva negli ambienti americani dell'UNO, potrebbe essere convenuto di soprassedere qualora nel frattempo la proposta di Belgrado per una conferenza a quattro avesse fatto strada. Diversamente il dibattito servirà alla riesposizione dei diversi punti di vista e gli occidentali faranno rivalere la loro obiezione del 191,9 secondo cui la integrazione della zona B nella Jugoslavia ha fatto troppi progressi per poter consentire una internazionalizzazione che non è più nell'interesse nè delle parti nè delle potenze firmatarie del trattato di pace con la sola eccezione della Russia. Siccome le decisioni del consiglio richiedono la unanimità di voto dei cinque membri permanenti, l'esito non è dubbio. Nel frattempo però, Washington, Londra e Parigi avranno avuto modo di fissare la loro condotta alla luce degli ultimi sviluppi. L'annuncio della conferenza a tre, che avrà luogo venerdì e sabato a Londra, non va messo esclu sivamente in relazione alla crisi di Trieste. La riunione era stata progettata prima dell'8 ottobre, ma si ritiene a Washington che la data per l'incontro sia stata anticipata per mettere Dulles, Eden e Bidault in grado di consultarsi per la via più diretta sulla maniera migliore di attuare la decisione anglo-americana senza perdere di vista le esigenze dell'organizzazione della difesa nelV Europa sud-orien tale. Secondo Washington, la questione di Trieste figura al quarto posto degli argomenti all' ordine del giorno della conferenza, cioè dopo il problema dei rapporti fra Occi dente e Russia, della eventuale offerta di un patto di non aggressione al Cremlino e degli sviluppi della comunità europea di difesa (leggi degli sviluppi della vertenza franco - tedesca sulla Saar). Il Segretario di Stato Dulles, ha avuto un secondo colloquio I di un'ora questo pomeriggio con il ministro jugoslavo Popovic, e gli ha dato assicurazione che la proposta jugoslava per un incontro a quattro — Italia, U.S.A., Gran Bretagna, Jugoslavia — verrà stu- zidtrcidsdinWsdndsnpvLtstgcLrIrcmDvfcltiv diata < con la massima atten-,czionc» a Londra e nei contatti'sdiplomatici con l'Italia. Non edtrapelata alcuna indiscrezione\rcirca la portata effettiva delle'udichiarazioni di Popovic ch'era'dstato richiesto ieri di dare in-1 dicazioni concrete relative alle-fintenzioni di Belgrado. Ciò che\sWashington si preoccupa di'.gsapere è su quale base Tito è\bdisposto a trattare e se, alme-\ no per ora, il mantenimento edcllo istatu quo», ron :om. B zsotto controllo jugoslavo e zo- lana A sotto controllo di Roma aper mandato alleato, potrebbe avenire accettato qualora, anzi- chè venir adottato come deci- sione unilaterale, venisse iradificato» da tutte le parti intercssate. E' questa per ora la unica via che Washington vede per uscire dalla crisi, ' Dono il colloquio, Popovic ha fatto una dichiarazione alla stampa che potrebbe anche significare che Tito si orientcrebbc in questo senso, Il ministro jugoslavo ha esplicitamente detto che l'iniziativa sovietica di riproporre la nomina di un governatore al Consiglio di sicurezza non avrà alcun effetto pratico, V. Poliziotti italiani al posto confinario di Puntagrossa della « Zona A » (Telefoto)

Persone citate: Dulles, Hermann Flueckiger, Popovic, Trie, William Borberg