Il Procuratore Militare ha chiesto la condanna di Renzi e Aristarco

Il Procuratore Militare ha chiesto la condanna di Renzi e Aristarco Il Procuratore Militare ha chiesto la condanna di Renzi e Aristarco Due anni per l'autore dell'articolo, otto mesi per il direttore della rivista, privazione del grado per entrambi - Il generale Solinas afferma la necessità di difendere il prestigio dell' Esercito, sostiene l'intenzione di vilipendio e confuta il contenuto dello scritto - La replica del difensore Degli Occhi (Dal nostro inviato speciale) Milano, 8 ottobre. Al termine della sua requisitoria il Procuratore Militare, gen. Solinas, ha chiesto oggi la condanna di Renzo Renzi a due anni di reclusione ed alla rimozione dal grado di sottotenente; per Guido Aristarco, direttore della rivista che ospitò lo scritto incriminato, la pena di otto mesi e venti giorni e. anche per lui, la rimozione dal grado di sergente. Il gen. Solinas ha annunciato che non intende opporsi alla concessione della libertà condizionale per Aristarco, mentre la punizione per Renzi gli appare indispensabile per la dignità dell'Esercito italiano. Zja. quarta giornata del processo contro i due cineasti accusati di vilipendio alle Forze Armate ha visto ancor più numeroso il pubblico, sempre molto attento, pigiato nella piccola aula del Tribunale militare. L'unico teste dell'udienza è un giornalista de l'Unità, Amleto Boccaccini, che militò come granatiere nell'Armata descritta dal Renzi. Un « senso di colpa » Presidente — Che cosa può dirci di interessante sui fatti in causa? Teste Boccaccini — Una volta ad Eleusi ricevetti una punizione disciplinare dal mio tenente perché mi ero rifiutato di portare al maneggio il cavallo della sua amante. Presidente — E' proprio certo che fosse la sua amante? Teste — Credo di sì. Un'altra volta, di notte, essendo suonato l'allarme, vidi affacciarsi alle finestre del Comando Presidio due donne. Gli intrecci amorosi erano risaputi e frequentissimi. Tutto questo, però, aveva un ben diverso carattere da quello che ebbe la calata dei marocchini in Italia. Quando i greci ci chiedevano: « Ma perché siete venuti a farci la guerra? », noi non si sapeva proprio che cosa rispondere. C'era in noi quasi un senso di colpa. Presidente — Sa nulla di ostaggi fucilati, di suicidi, di spionaggio favorito dai contatti con le donne greche? Teste — Ricordo che io stesso battei a macchina la copia di un bando che poi fu affisso per le strade. Si trattava di una lista di nomi dei maggiorenti del paese, con l'avvertenza che, qualora si fossero verificati atti di sabotaggio, sarebbero stati fucilati. Ricordo che anche il medico, che ci ospitava nella sua casa, figurava in questa lista, e ne era molto spaventato. Poiché presidente e difensori rinunciano a chiedere ulteriori particolari, l'ultimo teste del processo Renzi-Aristarco viene congedato. Dopo di che il Procuratore Militare offre in visione al Tribunale un articolo del gen. Vecchiarelli dal titolo. «Ho comandato l'Armata s'agapò » ed una copia del settimanale II merlo piatto, in cui è apparsa una rovente filippica contro il Renzi. Strano a dirsi, direttore del settimanale citato è quel Riccardo Giannini, che tre anni fa dava alle stampe il volume ricordato ieri dai testi a difesa: «Incubi del tascapane », in cui l'episodio delle donne al seguito di un Corpo d'Armata in Grecia è descritto con la più divertita compiacenza. Per risposta all'offensiva cartacea del pubblico accusatore, i difensori ammucchiano anch'essi libri, giornali e riviste sui tavoli del cancelliere, ten. Errico, che con estrema diligenza prende nota e verbalizza. Dopo di che il gen. Solinas si dispone a parlare. E' Un uomo solido: una quadrata calvizie gli traluce sotto un po' di capelli grigi. La sua eloquenza ò scarna e tranquilla, mentre parla, cambia frequentemente gli occhiali, diversi a seconda che debba consultare il Codice ordinario o quello militare, oppure il manuale del regolamento. «L'imporìanza di questo processo — esordisce il gen. Solinas — è tutto nel principio che voi dovete fissare, signori giudici. Deve finire il sistema di denigrare le istituzioni del nostro paese, il tema che è diventato più che mai nauseabondo. La campagna di stampa attorno a questo processo è stata astiosa, acre ed aspra, e non so se diretta ad Intimidire o a biasimare. Se a intimidire, si sappia che 11 tenta tivo rimarrà tale. Se è stato un semplice biasimo, chi Jo ha mosso rimarrà sempre più isolato ». Quindi il gen. Solinas affronta l'esame psicologico dell'imputato Renzi, il cui scritto egli giudica «esplosione di livore d'un uomo ammalato di odio perverso contro le istituzioni in cui servi ». Appare incomprensibile al Procuratore Mili tare il contrasto tra la «verginità d'animo», con cui il Ren zi chiese l'arruolamento e militò poi in Grecia, e quella sua « proposta per film > che porta il titolo: «L'Armata s'agapò» Attacco a fondo «Io penso che Renzi abbia scritto quell'articolo, forse per interesse professionale, per mettersi in mosrra a ogni costo — esclama il Procuratore Militare — Tra le sue mani, drammi intimi, crisi spirituali esami di coscienza e ogni altro umano turbamento, sembrano sminuzzarsi come un orologio nel mortaio del prestigiatore» Dopo avere ricordato l'ottimo passato di ufficiale di Renzi, il generale Solinas gli rimprove ra di essere stato, in Grecia, un « entusiasta », mentre i più di quell'Armata, erano stufi di starci, e troppo zelante al punto di avere imprigionato un civile greco che gridava « viva gli inglesi » al passare di un aereo alleato. « Con quale facoltà, lui. che era soltanto un sottotenente, si era preso l'arbitrio di incarcerare quel disgraziato? Il grave errore di Renzi — continua Solinas — è che prima credeva di Identificare il fascismo con la patria, e più tardi, caduto il fascismo, credette fosse caduta anche la patria, il che non è ». Probabilmente, a traviare il giovane Renzi di ritorno dalla prigionia in Germania, furono le cattive letture, come ad esempio quel libro « Incubi nel tascapane », in cui si legge l'episodio del prostribolo da campo in partenza per il Peloponneso. « Oggi — annuncia il Procuratore militare — l'autore di quel libro, Riccardo Giannini, scrive articoli di altra natura o quanto meno dirige un giornale, il Merlo giallo, nel quale viene criticato aspramente lo scritto di Renzo Renzi. Ma voglio precisare che farò quanto è in mio potere per indurre la autorità militare di Roma a prendere gli opportuni provvedimenti: se quel libro fosse stato stampato a Milano, territorio di mia giurisdizione, questo Giannini avrebbe subito la stessa sorte di Renzi ». Dopo violenti attacchi contro coloro che sono insorti nei vari giornali a difesa di Renzi, egli apre finalmente la pagina incriminata ed espone le ragioni per cui ritiene lo scritto « aberrante ». Nel testo di Renzi ^i legge: < Carica eroica, l'ultimo film di Francesco De Robertis, dedicato alla fine della cavalleria italiana nelle steppe di Russia, parte da un episodio che si prestava ma gnificamente per un grande film il quale mostrasse la scomparsa grottesca di un'Arma finita in un sacrificio inutile, per una guerra sbagliata, nata e concepita secondo i miti retorici, le aberrazioni nazionaliste della peggior tradizione italiana». Cinema e storia Il generale Solinas deduce che l'espressione «nata e concepita » non si riferisca, come ha spiegato il Renzi in udien za, alla guerra sbagliata, bensì all'Arma di Cavalleria. * L'Ar ma della Cavalleria — sostie ne l'oratore — non è grotte scamente scomparsa, come vuole il Renzi. Il suo sacrificio in Russia fu un sacrificio con sapevole, una cavalcata verso il destino e verso la gloria. La medaglia d'oro fregia la bandiera di quel Reggimento, il cui comandante, che fu colonnello in Grecia, mi ha scritto ora una lettera in termini sdegnati. Questo colonnello, quando vi fu l'armistizio, salì con i suoi soldati sulle montagne di Grecia e si schierò con gli andartes greci contro l tedeschi. La Cavalleria non è dunque sparita e, badate, che la espressione " grottescamente " non va riferita alla fine, bensì proprio all'Arma, malgrado che il Ren. zi sostenga il contrario ». L'intenzione di vilipendere le Forze armate — a giudizio del Procuratore militare — si chiarisce ancora meglio in una espressione che ricorre successivamente nell' articolo di Renzi e che suona così: « Di film e documentari a carattere militari se ne è cominciato a produrre di nuovo, come i bei tempi: "Penne nere", " Fiamme verdi ", " Il caimano del Piave ", " Il Piave mormorò " ecc. Naturalmente per i produttori di questa roba, l'esercito è intoccabile ». «Che vuol fare il Renzi? — si chiede il Procuratore militare. — Vuole evidentemente che non si produca più questa roba, e cioè i film che esaltano il valore dell'esercito italiano, bensì film che colpiscano l'ambiente militare, come quelli di Zampa e di Castellani, che egli tanto apprezza. E spera, il Renzi, di colorire questi film inventando personagi e particolari assolutamente assurdi. Se spera di distruggere il mito dell'eroismo militare, l'imputato vuol fare davvero una cosa tanto più enorme di lui, nè vi riuscirà ». I nomi delle Termopili, di Pietro Micca, di Enrico Toti, ricorrono nella requisitoria fattasi a questo punto vibrante di commozione. « Renzi — prosegue il generale Solinas — afferma che il suo articolo è un atto di fratellanza verso il popolo greco, ma io dico che questo atto di fratellanza, spontaneamente offerto, non è stato apprezzato dai greci ». « Renzi si proponeva di fare un film che avesse il tono della tragedia, dell'operetta e della farsa. Tragedia la campagna sul fronte greco-albanese (e grazie a Renzi per avere risparmiato le sofferenze di tanti mutilati, invalidi e decorati); operetta e farsa tutto il resto, e perciò Renzi ha bisogno di inventare fatti oltraggiosi e personaggi ridicoli, come quello dell'ufficiale che si traveste da domatore per sfuggire alla cattura. Un mio ufficiale in Grecia — afferma il generale Solinas — per eclissarsi sulla montagna indossò i panni laceri del mendicante ». Evidentemente il generale Solinas è rimasto molto turbato da quella giubba da domatore, che si era insinuata nel soggetto del film. La seconda parte della requisitoria è dedicata più strettamente a dimostrare l'inconsistenza dei fatti narrati dal Renzi. Per smentire che l'unica occupazione dei nostri soldati in Grecia fosse la caccia alle donne, tariffa una pagnotta, il Procuratore Militare usa questi argomenti: «Prima di tutto, il servizio dei soldati era faticoso e non tale da consentire libertà eccessive. In secondo luogo, i soldati avevano razioni di pane molto ridotte. Se ognuno avesse avuto la sua donna da pagare con una pagnotta, la Sussistenza si sarebbe certo accorta di questo Inconsueto dispendio». Quanto alla faccenda dei po-.j striboli da campo 11 generale' Solinas afferma anche che la malaria insidiava i nostri soldati e, secondo il Procuratore Militare, anche questo doveva pregiudicare molto le loro condizioni fisiche. Quanto alla circostanza narrata dal teste Gandin — quello che non riuscì a dormire in un albergo di Atene per i gemiti amorosi che echeggiavano per i corridoi — Solinas la definisce assurda, ma non ne spiega il perchè. Quello che è certo, secondo il Pubblico Accusatore, è che se ufficiali e soldati trovarono da sfogare le loro energie, lo fecero rispettando i regolamenti militari Il generale Solinas apre a questo punto uno sconcertante spiraglio sulla deposizione del teste Carlo Speroni, che fu ieri ascoltato a porte chiuse. Si era parlato di fatti ignobili, ma « quel teste ha ritrattato » esclama Solinas. Quanto ai treni, che il Renzi vuole ingombri di ragazze, il Procuratore Militare ricorda che gli italiani viaggiavano in scompartimenti separati o su treni propri, dove era vietato ai greci di salire. L'intenzione di vilipendio si rivela — secondo l'accusatore — dalla sistematica alterazione del fatti. L'accasa più grave Superata la questione degli orti di guerra, che servivano al miglioramento del rancio per la truppa, l'oratore affronta la scabrosa questione delle fucilazioni, negando che mai furono eseguite sentenze di morte contro ostaggi. < Se quei due di Kalamata furono uccisi, doveva trattarsi di delinquenti comuni, tanto è vero che la popolazione greca fu grata al comando italiano. In ogni modo, nessuna di queste esecuzioni si può identificare con gli episodi descritti dal Renzi, che devono essere considerati falsi ». Falsa sarebbe anche la circostanza narrata dal teste Gandin: «Ad Atene incontrai un ufficiale che mi disse di essere addetto ai colpi di grazia ». In base al codice militare — spiega il generale Solinas — le esecuzioni capitali non prevedono alcun colpo di grazia. Se la prima scarica non dà effetto mortale, l'ufficiale ne ordina una seconda. Il Pubblico Ministero conclude la sua requisitoria dicendo: «Accomunare tutti i due imputati nella stessa sorte, sembrerebbe ingiusto. Aristarco ha concorso al reato, è vero; egli stesso si è assunto la responsabilità piena di quello che ha fatto e ha espresso qui in aula la sua solidarietà con il Renzi. Tuttavia la sua sete di martirio non sarà appagata. Noi di queste cose non dobbiamo tener conto perchè dobbiamo solamente fare giustizia. Farò cosa spiacevole per Aristarco dunque, se definirò la sua posizione come secondaria, rispetto a quella del Renzi. Chiedo per Aristarco la concessione di tutte le attenuanti, cioè quella dell'art. 102 che riguarda la minima partecipazione al reato e quella delle generiche. Le mie richieste sono: otto mesi e 20 giorni per Guido Aristarco; due anni e la rimozione dal grado per Renzo Renzi». Il brusio della folla viene presto placato dai carabinieri, che sgombrano in fretta l'aula. Nel pomeriggio la parola viene concessa al primo tra i difensori, avv. Luigi Degli Occhi. Il generale Solinas però, contro cui si indirizza l'ardente polemica del patrono, non è più nell'aula al suo banco di pubblico accusatore. Al posto del Procuratore Militare vi è un giovane sostituto, in divisa anche lui da ufficiale. Il difensore ha esordito affermando che è in gioco in questo processo qualcosa di più della libertà del « detenuto Aristarco », è in gioco la libertà di un cittadino e di un giornalista, ed è questo che appassiona l'opinione pubblica. « L'esame delle intenzioni condotto stamattina dal Pubblico Accusatore ha degli aspetti, scusatemi, addirittura pazzeschi, come quando con funamboliche acrobazie lessicali il generale Solinas riesce ad attribuire alla cavalleria l'espres sione « concepita retoricamen te». Chissà mai perchè il Ren zi avrebbe dovuto considare la cavalleria concepita retoricamente, dal momento che quest'Arma è all'origine di tutti gli eserciti e non ha nulla di retorico, anzi è tutta funzionale » Il Pubblico Accusatore — continua l'avv. Degli Occhi — si sdegna perchè il Renzi chiama gli italiani « falsi vincitori » della Grecia. Purtroppo è l'amara verità. Il Pubblico Accusatore si sdegna ancora perchè il Renzi vuol distruggere il mito dell'eroismo militare in sè e per sè. Ebbene, è la Costituzione stessa che condanna il mito dell'irrazionale aggressività: «Il Pubblico Accusatore si lamenta che il Renzi non apprezzi i film che piacerebbero a lui, come Carica eroica. Penso non sia vilipendio se il cineasta Renzo Renzi si tiene le sue opinioni e si sforza di condannare, nei suoi soggetti, una guerra sbagliata con gli spunti che l'esperienza vissuta gli ha suggerito ». Il difensore nega poi che la intenzione di < colpire un ambiente militare » possa considerarsi di per se stessa offesa e vilipendio per l'esercito. Nessuno si sdegna di quello che i nostri soldati hanno fatto in Grecia. Forse che l'esercito di Annibale ha perduto il suo prestigio storico per gli ozi di Capua? Significa togliere merito alle Forze Armate, significa denigrare coloro che sono morti per la patria, narrare i particolari degli ozi della nostra armata in Grecia? Credo di no. Anche perchè qui si fa la causa del prestigio militare, non del prestigio etico. « Ma una dichiarazione sconcertante ha fatto qui il generale Solinas, questa mattina, tutto preoccupato di proclamare la castità almeno degli alti ufficiali. Egli ha detto — prosegue l'avvocato difensore — che quel teste udito ieri a porte chiuse ha completamente ritrattato. Voi, signori giudici, sapete bene che non ha ritrattato un bel niente. Malgrado sia stato ripetutamente minacciato di incriminazione, quel teste ha insistito e ha confermato. Il generale Solinas approfitta anche delle porte chiuse. «Lo scetticismo — prosegue l'avv. Degli Occhi — è il triste retaggio della crisi che l'Italia ha attraversato. Oggi i giovani scrivono con spregiudicata ironia, ma non con malizia. E' lo stesso Renzi che, nelle glosse che stampò su Cinema Nuovo dopo la pubblicazione dell'articolo incriminato, spiega l'intenzione che egli sì proponeva « Signori giudici, scrivete nella vostra sentenza che voi siete capaci di larghi orizzonti e che avete la forza degli uomini superiori. Scrivete che la vostra coscienza è tranquilla, scrivete che non siete animati dalla permalosa suscettibilità delle coscienze inquiete- Restituite la libertà ad Aristarco e a Renzi, esalterete il prestigio delle Forze Armate ». Domani parleranno gli avvocati Gallo. Paggi e Delitala. In serata la sentenza. Gigi Ghirotti Renzi e Aristarco ascoltano la requisitoria del P. M. gen. Solinas. tdi dt il ftt d dt fi è i t La salma di Bohby Greenlease (a sinistra), pietosamente ricoperta, è portata via dalla casa del delitto a St. Joseph. GII oggetti (a destra) ritrovati nella camera d'albergo, che Austin Hall occupava a St. Louis al momento dell'arresto: la borsa con oltre 290 mila dollari, la rivoltella con cui forse venne ucciso Bobby, il cappello del criminale. (Tel.)