Retroscena dell'organizzazione spionistica che agiva a Torino-Milano-Vienna e Praga

Retroscena dell'organizzazione spionistica che agiva a Torino-Milano-Vienna e Praga Retroscena dell'organizzazione spionistica che agiva a Torino-Milano-Vienna e Praga L'attività dei sette giovani arrestati - Stipendio mensile fisso: centocinquantamila lire - Si fa strada la convinzione che una donna abbia avuto a Milano parte preponderante nella neutralizzazione della banda Nella giornata di oggi 1 cararabinieri del nucleo speciale di controspionaggio dovrebbero consegnare al Procuratore aggiunto della Repubblica, dott. Marcello Giustiniani, il voluminoso incartamento riguardante V'attività dei sette arrestati sotto l'accusa di aver fornito informazioni militari ed industriali ad una Potenza straniera. Avrà cosi inizio l'istruttoria formale, destinata a mettere nella giusta luce le responsabilitù degli imputati e valutare l'esatta portata dell'attività da essi svolta. I personaggi di primo piano dell'organizzazione spionistica erano, come è già stato detto, Eugenio Dorla, Guido Brusotto ed Armando Ferrerò: il primo ne reg¬ gecomglilarcolaltvunoA agrimle Cabsprersi Vitate Cemi iiiiimiiiiiiiiiimmiiiiiiiii illuminili geva le fila, gli altri avevano il compito di coordinare l'azione degli agenti periferici e di controllare le Informazioni da questi raccolte. Nessuno di essi, come gli altri affiliati, avrebbe mai ricevuto compensi iperbòlici: ciascuno riceveva 150 mila lire al mese. A questo « mensile » erano poi aggiunte altre somme a titolo di rimborso spese o di premio per le notizie più importanti. Cionondimeno alcuni di essi si abbandonavano sovente a forti spese, come per esemplo il Ferrerò, specie quando doveva recarsi in altre città ed in particolare a Vienna. L'incarico di tenere i contatti con la « centrale » di Vienna e di spingersi qualche volta In Cecoslovacchia per ricevere istru- minimi immilli iiilinmmiiill zioni, non era infatti esclusivo del Dorla. Anche 11 Brusotto ed 11 Ferrerò si recavano spesso oltre frontiera per recapitare informazioni e ricevere direttive. Non di rado, poi, fingevano di fare dei viaggi a vuoto — giustificandosi successivamente coi dirigenti cechi di non aver potuto giungere alla meta perchè seguiti — col solo scopo di intascare 11 denaro che affermavano di aver speso per l'inutile trasferta. Nella capitale austriaca le informazioni venivano trasmesse con le modalità che sono ormai note, sempre in modo Indiretto e con vari accorgimenti onde evitare che gli agenti del controspionaggio rilevassero l'i agganciamento » con elementi stranieri. Non di rado, però, i contatti fra gli Italiani e gli emissari stranieri avvenivano direttamente anche a Vienna. Ciò accadeva quando si trattava di trasmettere o ricevere messaggi verbali. Questi incontri avevano luogo in una casi del settore russo, e, più esattamente, oltre il canale del Danubio, nella Leopoldstadt, dove alloggiava una graziosa giovane che svolgeva mansioni di traduttrice In un'impresa di trasporti. Secondo quanto i carabinieri hanno appurato, uno del tre arrestati sarebbe stato l'amante di costei. La bella viennese non è però li sola donna che avrebbe avuto rapporti con l'organizzazione spionistica. Non si esclude infatti che un ruolo forse abbastanza importante nella misteriosa vicenda, lo sostenesse pure una ragazza di Praga, amica del Brusotto, della cui esistenza era a conoscenza anche la madre del giovane. Nella casa di questi, in via Provana 5, ì carabinieri hanno appunto trovato una fotografia del Brusotto abbracciato alla fanciulla: è una istantanea scattata a Brno. Secondo talune voci non sarebbe Inoltre stata estranea all'organizzazione spionistica una donna assai avvenente che il Ferrerò conobbe In un noto ristorante in plaz. i del Duomo, a Milano, ove egli soleva incontrarsi con gli altri affiliati. A detta di alcuni questo terzo personaggio femminile avrebbe poi avuto parte Importante nella neutralizzazione della criminale attività. In altri termini si sarebbe trattato di un agente del controspionaggio Tornando alla « centrale » di Vienna, da ciò che è emerso dalle intènse indagini svolte dai carabinieri del nucleo speciale, che si sono recati più volte nella capitale austriaca, essa poggerebbe su basi tutt'altro che perfette: l'addestramento degli informatori sarebbe quanto mal sommario: i mezzi messi a loro disposizione Inadeguati. Come se ciò non bastasse, si dice che l'alto funzionarlo ceco, cui era affidata Io direzione da Vienna della rete spionistica, fosse.un bevitore impenitente. Egli sarebbe poi stato richiamato al di là della frontiera austriaca e rinchiuso In un manicomio perchè con le sue sconsiderate chiacchere metteva continuamente In pericolo l'Intera organizzazione. Come è già stato detto, è da ritenersi per certo che le spie torinesi facevano parte della steBsa organizzazione scoperta circa un mese fa nella Bassa Modenese di cui facevano parte I fratelli Testai, già arrestati e deferiti al Tribunale militare, e l'ex-partiglano Marino Cavicchloli, residente a Praga, denunciato in contumacia. E' pertanto probabile che I due fratelli Tesini vengano nei prossimi giorni trasferiti a Torino per una serie di confronti.

Persone citate: Armando Ferrerò, Brusotto, Eugenio Dorla, Guido Brusotto, Marcello Giustiniani, Tesini