Le figure degli arrestati

Le figure degli arrestati Le figure degli arrestati Come avvennero i fermi dopo due anni di indagini ■ Perquisizioni a domicilio e in un ufficio postale - Il capo è un commerciante Questo comunicato ufficiale dell'Ansa, diramato ieri sera alle SO dalla radio, non ha mancato di destare profonda impressione. Quanto sinora era stato compiuto dall'autorità, giudiziaria ^ra svolto con estremo risa. <. o, tanto che persino a Torino — teatro principale degli arrestati e quindi degl'investigatori — non era trapelato nulla in proposito. A quanto ora si •arende, le prime risultanze raccolte dal servizio di controspionaggio sono state trasmesse per competenza alla Procura della Repubblica della nostra città, ed il Procuratore Aggiunto avv. Marcello Giustiniani, veniva incaricato di raccogliere e riordinare i dati che eia via confluivano. Il riserbo che ha contraddistinto la prima parte dell'inchiesta, non è stato nemmeno ora del tutto abbandonato; siamo in grado però di precisare che i primi mandati di cattura furono spiccati verso la fine di agosto nei confronti di quattro persone. Di esse una venne subito rilasciata, non essendo risultato nulla a suo carico. Gli altri tre arrestati furono trovati invece in possesso di documenti assai compromettenti: disegni, schizzi di collegamenti telefonici, di attrezzature industriali ecc. Evidentemente però l'autorità Giudiziaria non si preoccupava tanto di fermare le pedine quanto di scoprire i segreti di tutta l'organizzazione per giungere a coloro che ne erano i capi. Ai primi tre arresti confermati, ne seguivano altri quattro in breve tempo, ed anche questa volta si raccoglievano prove evidenti. Non è detto, neppure ora, che i sette arresti abbiano portato alla conclusione delle indagini: il servizio di controspionaggio è ancora all'opera in tutti i più importanti centri industriali e militari della Penisola. Intanto la magistratura torinese resta in attesa di ricevere tutto il completo materiale istruttorio. Si spera di poterlo completare entro il prescritto termine di 40 giorni per poter procede re per direttissima in Corte di Assise; in caso contrario — e l'ipotesi sembra la più, probabile data la mole del materiale d'accusa — si dovrà provve der e al rinvio formale. Le prime risultanze sull'attività spionistica dei sette arrestati hanno veramente del romanzesco. La « centrale » era a Torino, In direzione a Praga; il punto di incontro a Vienna. Da Torino 1 sette giovani parHvo.no spesso per la capitale austriaca dove ricevevano istru. zioni e fornivano le notizie ri chieste. Estremamente cauti, gli agenti non si incontravano nè in pubblico né in privato, ma trovavano e depositavano il materiale in nascondigli, di solito in case abbandonate, contrassegnando il punto con speciali segni in gesso. Delle informazioni, alcune erano di scarsissima importanza riferendosi a dati conosciuti da tutti, come, per esempio, ubicazioni di alti comandi militari e relativi numeri telefo nici; importanti invece altre informazioni relative all'organizzazione militare di determinati reparti, ai metodi di collegamento radio in uso presso l'esercito, all'attività di industrie e cantieri. Questi dati di maggior importanza si riferivano oltre che all'esercito vero e proprio, a quelle attività industriali che possono indirettamente avere finalità belliche: industria pesante in generale, industria chimica e industria radioelettrica. Gli arrestati — compreso il Bozzalla che vi è slato tradotto dal suo reggimento di stan¬ za a Palmanova (Udine) — sono tutti alle Carceri Nuove di Torino. L'Autorità giudiziaria ha già proceduto all'* interrogatorio di identificazione >: le contestazioni vere e proprie avranno inizio non appena l'autorità inquirente sarà in possesso di tutto il materiale istruttorio. Per il loro delitto i sette sono passibili di reclusione dai 15 ai 30 anni, e forse anche dell'ergastolo. Il capo dell'organizzazione spionistica, stando alle prime indicazioni da Roma, sembra fosse il venticinquenne Eugenio Doria, nato e residente a Torino in via Frassinetto 36 Dopo aver militato nella guerra di Liberazione nelle formazioni partigiane, il Doria, comunista militante, sarebbe stato inuiato oltre frontiera ad un corso di spionaggio nella centrale di Praga, della quale sarebbe diventato uno degli agenti più. attivi ed apprezzati. Avrebbe svolto lui il compito di reclutare gli altri, scegliendoli negli ambienti più disparati e in particolare in quelli militari, industriali ed economici. Per la madre, che abbiamo avvicinato ieri sera nell'alloggio di via Frassinetto, il Doria non è che un bravo ragazzo che per il suo commercio, di rappresentante prima e dì titolare poi di una ditta di ceramiche, era spesso costretto ad assentarsi da casa per viaggi più o meno lunghi in Italia e fuori. Durante la sua ultima assenza, si erano presentati a casa due carabinieri in borghese della Squadra investigativa che gli avevano lasciato l'invito scritto a presentarsi al Comando. Appena tornato, il giovanotto aveva subito ottem perato all'ordine. Da allora sua madre non l'ha più visto. Arrivarono invece all'improvviso numerosi carabinieri che sottoposero tutto l'appartamento alla più minuziosa perquisizione, mostrandosi particolarmente attenti nello sfogliare i libri e neU'esaminare le fotografie. Solo da loro, la famiglia Doria apprese che Eugenio si trovava in stato di arresto alle Nuove. Una particolare importanza avrebbe pure rivestito nell'organizzazione spionistica Giu'io Brusotto. Il torinese Giulio Blusotto, di SI anni, cameriere, sarebbe stato anch'egli a Praga, allievo della atessa L'artigliere Bozzalla

Persone citate: Bozzalla, Brusotto, Doria, Eugenio Doria, Marcello Giustiniani