Conclusioni di un "tecnico,, dopo un viaggio in Russia

Conclusioni di un "tecnico,, dopo un viaggio in Russia IL NUOVO SPORT SOVIETICO Conclusioni di un "tecnico,, dopo un viaggio in Russia Abbiamo cercato di conden-sare in una breve serie di ar-ticeli le impressioni in noi de-state dalla visita e dallo stu-dio fatto dell'ambiente e dell'organizzazione sportiva dell'Unione Sovietica. Oggetto per un volume avrebbero fornito il materiale raccolto e le osservazioni de-dotte. Era la prima volta inlinea assoluta, che una rappre-sentanza dello sport italiano entrava e soggiornava in una zona di cosi difficile accesso.Finora, nel dopoguerra cioè, due puntate di alcune ore a Budapest ed a Praga, ambedue in occasione di incontri calcistici a cui era stata chiamata la nostra Squadra Nazionale, rappresentavano i soli spiragli che. nella cortina di ferro, fossero stati aperti agli sportivi nostri. Da quei due brevi viaggi si era potuto intuire la na¬ tura del movimento che in Russia stava svolgendosi attorno allo sport, ma solo ora abbiamo potuto in certo qual modo penetrare. La mole di questo movimen- to è imponente: per il fatto jin sè che il paese è smisurato] jed enorme la massa della po-jpolazione, ma, prima ancora, ! jper l'importanza capitale cheI viene ufficialmente data dallo | Stato all'educazione ed alla ' cultura fisica. Lo sport, parti- i colarmcnte nei suoi aspetti ba- silari e nella sua pratica eie-Ii mentare, cammina di pari pas-j !so, nell'Unione Sovietica, colla ;icultura intellettuale e coll'istru-j zione professionale, L'impressione generale e con| elusiva è buona e favorevole. ; Principalmente nel senso che i ressante ia massa di cose che si sono viste, ha carattere di vivo interesse. Naturalmente, in questa massa di cose occorre saper discernere quanto è intein linea assoluta da ilo stesso fenomeno, visto da quanto non lo è che in lineai relativa. Intendiamo dire, che la misura di certe impressioni] è in funzione dell'aspettativa: | chi credeva di ritrovare poco o nulla nell'ambiente, lascia nella sensibilità una traccia diversa da quella che rimane nel c rvello di chi riteneva di tro- i vare il molto o il tutto. Que- ] stione del punto da cui si guar-|da alle cose. Molte cose hanno ! stupito noi, in Russia, perchè (I si pensava che non ci fossero,, | mentre semplicemente esisto-1 ' no. Ma, molte cose, bisogna ag- ' i giungere, stupiscono essenzial- mente perchè la novità consi- j Iste nel modo in cui esse sono i j fatte. Ciò nel campo organiz-j ;zativo come in quello didatti-jj co, nell'orbita tecnica come inlquella scientifica, dove, nella maggior parte dei casi, il nuovo non sta nel fatto ma nella cura, nella profondità, nella serietà, nella larghezza dei mezzi, nella vastità dell'azione, con cui esso avviene. In questo aspetto del problema risiede la vera forza dello sport russo: nel senso che fa i ]e cose sul serio. Come gli av- venimenti confermano. Un e- ] sempio. All'inizio di queste no-]| stre note, una quindicina di]giorni fa, avevamo raccontato il caso di quel Litver, che specializzatosi nei 400 metri con ostacoli, non era contento di sè, diceva che c'era un americano che faceva meglio di lui, asseriva che voleva, che doveva progredire, 11 suo limite sulla distanza era di 51"3. Domenica scorsa, 20 corrente, a Budapest, nel corso di un Ungheria-Russia di atletica leggera, arrivava ai 50"4, battendo il tempo di colui che lo aveva preceduto a Helsinki, non solo, ma facendo crollare un primato che gli americani detenevano da vent'anni. Anche e specialmente nello sport, tante volte volere è potere. Abbiamo citato questo esempio, perchè esso ci pare tipico dello sport russo del momento, in | cui il presente già colpisce, ma sono le possibilità avvenire quelle che fanno sgranare tanto d'occhi. Un campo di attività, in cui quello che si ritiene possa venir fatto supera, senza alcun dubbio, quello che già è stato realizzato. Questa l'impressione dominante. I regimi totalitari sono sempre stati favorevoli allo sport. Favorevoli, non solo idealmente: lo favoriscono, lo fomentano, lo sostengono, lo eccitano, lo costringono ai fatti invece che alle parole. Diciamo lo eccitano, perchè spesso fanno leva su un patriottismo che . ; sconfina o dilaga nel naziona i l'amo. E nell Unione Sovietica !se l'educazione fisica ha so istanza nazionale, lo sport, I quando assume veste rappre ■ sentativa, prende innegabil ! mente carattere nazionalistico. Diventa l'emblema della forza, delle capacità, della tempra del cittadino. Ragione per cui, nel : le discipline in cui ancora non 'si sente sufficientemente ag iguerrito, esso esita ad allinear j3i. Come nel calcio, dove an jcora sta studiando se le con j venga formare una vera Squa< dra Nazionale — per ragioni tecniche, ma anche per motivi sentimentali. Non ama le ripercussioni di un insuccesso di una compagine alla quale sia stata ufficialmente affidata la difesa dei colori del paese. Logicamente, ma marcatamente, le spiane perdere. Per la posi zione assunta, più che per considerazioni esclusivamente teo nico-sportive. n sentimento che è pro fondo in ogni russo porta to nello sport, tempera indub blamente, in certa misura, l'effetto intellettuale del movi- mento di massa e le conseguenze del regime totalitario. Lo ap01t di massa livella ed ap pjattisce, fa dello sportivo una unità di un grande esercito, non favorisce lo sviluppo di quelle iniziative individuali che spess > sono una estrinsecazione di un senso di indipendenza. Il campione che sfonda e si impone, ha spesso il temperamento di un ribelle. Ed un certo senso di mancanza di elasticità mentale più che flsi ca, di assenza di scatti impulsivi, di spirito di lmprovvisazione, di genialità prorompen- te, di marcata personalità tutta roba latina — lo si nota a vista d'occhio, nella massa dei praticanti russi. Nessuno che si libri irresistibilmente. Il campione si produce, viene fuori lentamente — come frutto dell'educazione, della disciplina, delle cure, dell'applicazione — da una schiera di una varietà di tipi che rende facile la cernita dei longilinei, dei muscolosi tozzi, dei pesi piuma, dei soggetti speciali indispensabili alle diverse discipline, da una schiera di una vastità che favorisce la selezione. Le cure e l'intelligenza dei dirigenti — ne abbiamo conosciuti di profondi e finissimi, vedasi per tutti il vice-ministro Nicolai Romanov — perfezionano poi questi selezionati già di per sè così studiosi e tenaci. Ogni paese segna, nello sport come in altri generi di attività, le vie che l'indole e l'ambiente tracciano lpro come naturali. Certe cose che nel paese in esame hanno carattere di semplicità sarebbero irrealizzabili fra gente che è tutto individualismo e molto incontinenza, e viceversa. Ma lo sport sovietico — colle sue doti e coi suoi difetti, coi suoi vantaggi ed i suoi svantaggi — è una realtà operante. Erra chi lo sottovaluta. Per esso, noi siamo tornati con stima e rispetto dal nostro viaggio. Niente affatto meravigliati, se ai giustificati successi già ottenuti, altri ne potesse aggiungere in prossimo avvenire. Vittorio Pozzo

Persone citate: Nicolai Romanov, Vittorio Pozzo