Uccisero un pastore in montagna per derubarlo di un centinaio di pecore

Uccisero un pastore in montagna per derubarlo di un centinaio di pecore Uccisero un pastore in montagna per derubarlo di un centinaio di pecore Due agricoltori che erano imputati del delitto sono stati assolti Gli agricoltori Alfonso Tignone di Ernesto di 31 anno da Beaulard e Giuseppe Codega di Bernardo di anni 43, da Colosina (Sondrio) imputati di avere ucciso il pastore Ugo Giovannini, residente in una località presso Ulzio, per impossessarsi di 112 pecore e di 140 montoni che egli stava conducendo al pascolo, sono stati prosciolti ieri dalla sezione istruttoria presso la nostra Corte d'Appello. Il delitto venne compiuto nei primi giorni del settembre 1944 sul Col d'Ambricò in territorio francese, dove egli era giunto nell'inseguire due individui che sospettava essere gli autori dei furti di bestiame in precedenza patiti. I due individui gli erano stati indicati dal valligiano Eugenio Ligot. Il Giovannini non faceva più ritorno a casa ed un suo fratello ed il Ligot stesso si ponevano alla ricerca. II 4 settembre ne ritrovavano il cadavere sul Col d'Ambricò. Dall'inchiesta, condotta in gran parte dall'autorità giudiziaria francese, risultò che 1 razziatori di bestiame, raggiunti dal Giovannini, lo uccisero con un colpo, di moschetto sparatagli a bruciapelo in direzione del cuore. Quindi, compiuto il delitto, guidarono le pecore ed i montoni verso il ghiacciaio del Sommeiller, attraversarono nuovamente la frontiera e, penetrati in territorio italiano, si diressero al paese di Rochemolles. Colà le tracce lasciate sul terreno dai due assassini e dalle bestie si perdevano. Le indagini subirono una lunga battuta d'arresto e furono riaperte soltanto nel settembre del 1051; il Tignone ed il Codega vennero arrestati a Susa. Era stato possibile stabilire che essi, nei giorni immediatamente successivi a quello in cui fu scoperto il de- litto, erano entrati in Piemonte guidando un gregge di un centinaio di pecore « merinos » che poi vendettero ad agricoltori di Ulzio e di Bardonecchia. Ma tre mesi dopo l'arresto i due furono scarcerati per insufficienza di indizi a loro carico. Il Procuratore Generale richiedeva che fossero assolti per insufficienza di prove. I difensori a loro volta raccoglievano abbondante materiale atto a dimostrare l'innocenza completa del Tignone e del Codega. Il Tignone, assistito dali'avv. De Marchi, è stato assolto con formula ampia; il Codega invece, assistito dall'avv. D'Aragona, è stato prosciolto con formu la dubitativa.

Persone citate: Alfonso Tignone, Codega, D'aragona, De Marchi, Giovannini, Giuseppe Codega, Ugo Giovannini

Luoghi citati: Bardonecchia, Piemonte, Sondrio, Susa