Il giuoco del calcio

Il giuoco del calcio LO SPORT IN RUSSIA Il giuoco del calcio 18.000 squadre iscritte alla Coppa Sovietica - Le più importanti sono create da grandi complessi industriali - Disciplina severa • Minuzioso cerimoniale prima e dopo le partite - Una vittoria sul campo annullata da un ordine dell'autorità - Lo Spartak di Mosca "doveva,, vincere (Dal nostro inviato speciale) Mosca, settembre. La Russia ha tardato alquanto a rispondere al richiamo del giuoco del calcio. In regime zarista sorse nel 1912 una Federazione sotto il. nome di « Wserossyski Futtbollnyi Soiuz», e la sua affiliazione alla Federazione Internazionale avvenne nel giugno dello stesso anno, giusto in tempo per la partecipazione al torneo dei Giuochi Olimpici di Stoccolma. Vita grama, quella di quei tempi. Il giuoco non aveva trovato diffusione ed organizzazione che nella parte orientale dell'Ucraina, e la Squadra Nazionale, in dieci incontri disputati fra il 1912 ed il 1914, contro la Finlandia, la Germania, l'Ungheria, la Ndrvegla e la Svezia, non riuscì a vincerne uno solo. Il vero impulso è di data recente. Risale al 1936 il primo campionato, e data dall'ottobre del 1946 la nuova affiliazione alla Federazione Interna¬ zzCpdstettcdrnldndLKVVtrdtlqp111 r F11T11111 ' M r 11MI ( IM111T ! M M [ TI r i h 1 [ T111 ! 111MI r IMI r M ■ zionale, sotto il nome di « Sezione Calcio del Comitato della Cultura Fisica e dello Sport presso il Consiglio dei Ministri dell'URSS >. Ora si giuocano, secondo i sistemi in vigore in ogni parte del mondo, il Campionato e la Coppa, ambedue le competizioni estendendosi all'intero territorio dell'Unione Sovietica. Il Campionato comprende due serie, la A e la B. La serie A contava su 15 squadre nel '51 e su 12 nel '52: dopo la soppressione della squadra dell'Armata Rossa, la Z.D.S.A. non ne conta ora che undici, di cui quattro a Mosca, due a Leningrado, una ciascuna a Kiev, Tiflis, a Kharkov ed a Vilno, ed una dell'Aviazione. Ventisette squadre ripartite su tre gruppi partecipano alla Serie B, ed ogni anno una squadra, l'ultima della A viene retrocessa, ed una, la prima della B dopo un girone finale di qualificazione, viene promossa. Alla Coppa Sovietica può partecipare chi vuole, e l'anno M ■ [ 4 ! r I ! ] ITI [ < [ f 111 ! 111MIL11 {111TI ! I [ 11M111 ^ I r 1 ! TI b 1111 r scorso le squadre iscritte ammontarono a qualche cosa come 18.000. Le eliminatorie si svolgono per regioni e per Repubbliche, fino a giungere ad un girone finale di 58 unità, in cui — ed allora soltanto — fanno la loro comparsa le grandi squadre della Serie A e B. Un gran numero di altri Campionati viene inoltre disputato, per Repubbliche, per Regioni, per Sindacati, per Scuole, per Colcoz. La stagione si estende dal mese di aprile a quello di ottobre, ed il girone finale della Coppa trova ogni volta svolgimento, senza interruzioni, al termine del Campionato. Le grandi squadre rispondono quasi tutte a nomi simbolici: Dynamo, Sokomotiv, Torpedo, Zenìth, Spartak. Nella loro maggioranza esse sono infatti emanazione di grandi complessi industriali, dipendenti dai quali devono essere i giuocatorl. Per citare un caso la squadra della Torpedo di Mosca è formata da operai od impiegati della Fabbrica di Automobili Stalin, della capitale. Un unico grande ente fa eccezione, la Dynamo, che gode, nel confronto, di una certa indipendenza. Esso raccoglie i lavoratori dei Sindacati minori, e la sua organizzazione si estende sull'intero territorio dell'Unione: per cui nella sola serie A del Campionato v'è una Dynamo a Mosca, una a Leningrado, una a Tiflis ed una a Kiev. Il calcio è, con l'atletica leggera, lo sport più popolare dell'Unione e dispone di campi innumerevoli, fra cui alcuni, nei grandi centri, di primo ordine. Su di essi ci riserviamo di riferire parlando della attrezzatura e degli impianti sportivi in genere. Dopo la sommaria esposizione dei dati relativi alla organizzazione, ci si permetta di dire qualche parola e di esprimere qualche opinione sul clima morale in cui il giuoco si svolge e sul livello tecnico raggiunto dal calcio russo. In Campionato e in Coppa, la disciplina regna sovrana. I casi di violazione dei regolamenti o di comportamento palesemente maligno sui campi di giuoco, sono rari. Ci si è citato il caso di un gìuocatore punito con squalifica per due giornate, come un esempio di rara gravità. Cercando di approfondire la nostra indagine, abbiamo appreso come, nel caso di contegno veramente scorretto da parte di un giuocatore, gli enti direttivi lascino il giudizio di prima istanza alla società alla quale il giuocatore appartiene, riservandosi di intervenire solo nel caso in cui i provvedimenti presi paiano troppo miti. Po ste cosi colle spalle al muro, le società sono costrette ad essere severe verso i propri dipendenti e diventano esse stesse tutrici dell'ordine. Da parte sua, il pubblico è corretto. Applaude, protesta come in ogni parte del mondo, ma fa le cose con misura, senza scoppi d'ira, nè di gioia, senza esplosioni, senza esagerazioni: è cosa che abbiamo constatato « de visu ». Osservando come sul campi non esista barriera alcuna fra i posti degli spettatori ed il terreno di giuoco, abbiamo chiesto se, in simili condizioni, non si favoriva l'invasione del campo da parte del pubblico. La persona che doveva rispondere — era un vice ministro della Sanità Pubblica — si fece ripetere la domanda un paio di volte. Non la capiva. Mai successo! Il posto del pubblico è sugli spalti, non sul terreno di giuoco — 11 pubblico deve assistere agli incontri, non prendervi parte! Il che non toglie che qualche giorno dopo, proprio in occasione di un episodio di campionato che più sotto riferiamo, qualche incidente sia successo. Anche in Russia, però, una rondine non fa primavera. Norme di carattere formale contribuiscono del resto a convogliare lo spirito dei giuocatori e degli spettatori verso l'ordine e la disciplina. Un cerimoniale speciale regola l'entrata delle due squadre in campo. Per primo entra l'arbitro accompagnato dai due guardialinee. Il terzetto va ad allinearsi ad uno dei punti d'intersecazione della linea di mezzo col circolo di centro, fronte alla tribuna d'onore. Le due squadre si dispongono, l'una di fronte all'altra, a semicerchio, coi piedi sul circolo tracciato sul terreno: e si salutano alla voce. Al segnale di metà tempo ed alla fine dell'incontro, stesso cerimoniale. Solo che alla fine dell'incontro, i due capitani si staccano dal rispettivi compagni e vanno a ringraziare l'arbitro, salutandolo e stringendogli la mano. Pare cosa puramente coreografica, ed invece non è. Nella sua apparenza militaresca, ha un significato morale. Costringe al silenzio, in posizione di rispetto, i combattenti dal sangue caldo, obbliga quei loro rappresentanti che sono 1 due capitani a ringraziare pub. blicamente di un arbitraggio che majrari. in cuor loro disapprovano. Per dire, del resto, ancora una volta di una mentalità che solo può esistere in ambienti assolutistici, citeremo un episodio' avvenuto proprio nelle battute finali del Campionato, ai primi di questo mese. A breve distanza dal termine della competizione erano in lotta per il primato la squadra dello Spartak di Mosca e quella della Dynamo di Tiflis — la capitale contro una delle città più meridionali dell'Unione. Il 4 settembre, giuoca. a Mosca, la Dynamo contro il Torpedo di Mosca. Vincono 1 Georgiani per 2 a 1 e passano in testa alla classifica con due punti di vantaggio sullo Spartak che ha ancora due incontri da giuocare. Contrariamente alla consuetudine, il pubblico si agita e protesta. Colpo di scena: il Comitato della Cultura Fisica e dello Sport annulla la partita ed ordina che essa venga ripetuta, appoggiando il proprio referto «sulla commozione dell'opinione pubblica per irregolarità di arbitraggio». Si ripete, e questa volta la Dynamo perde per 4 a 1. Quattro giorni dopo, lo Spartak vince il suo ultimo incontro e si assicura il titolo di Campione. E naturalmente nell'ambiente nessuno protesta. A parte il fatto che quel cedere all'opinione pubblica pare poco conforme al clima locale, desidereremmo sapere in quale altro Paese del mondo, in circostanze identiche, una decisione simile sarebbe stata accolta in silenzio, senza reclami o recriminazioni. Il clima comanda. Vittorio Pozzo

Persone citate: Stalin, Vittorio Pozzo