Un attentatore si lancia con l'auto contro il nuovo Sultano del Marocco

Un attentatore si lancia con l'auto contro il nuovo Sultano del Marocco Un attentatore si lancia con l'auto contro il nuovo Sultano del Marocco // cavallo bianco del monarca stramazza, ma Ben Arafa si rialza illeso - Il terrorista, un giovane imbianchino, la cui moglie discende dalla dinastia spodestata, ucciso da una raffica di mitra, mentre, visto fallire il suo gesto criminoso, brandisce un grosso pugnale (Nostro servizio particolare) Rabat, 11 settembre. Una potente « Ford », sbucata velocissima, da una strada laterale, nella grande arteria che unisce il palazzo imperiale' di Rabat con la moschea di Touarga, si è scagliata contro il nuovo Sultano del Marocco, Sidi Mohammcd Ben Moulay Arafa, che montando il suo cavallo bianco procedeva alla testa di un corteo verso la moschea per la prima visito ufficiale al tempio' dopo la sua ascesa al trono. Molti alti dignitari in arcione [circondavano iV'veàc~Kib':3ultano, ma l'attentatore superata la scorta costituita dalla guardia imperiale riusciva a sfiorarli senna investirli. Il coraggio d'un sergente Colpito in pieno, il cavallo del sovrano stramazzava con una gamba rotta, trascinando con sè nella caduta Moulay Arafa, che però subito si rialzava non avendo riportato conseguenza alcuna. Con grande calma, il sessantaquattrenne monarca dava disposizioni perchè il corteo si riformasse immediatamente e riprendesse il cammino per la moschea dovè era atteso per l'inizio delle preghiere. Senza nemmeno voltarsi a guardare il viso del suo nemico, che nel frattempo veniva ucciso a colpi di mitra da un militare della scorta, Sidi Mohammed Ben Moulay Arafa si rimetteva in arcione alla testa del corteo, che lentamente si allontanava tra due ali di folla assiepata ai margini della strada e che ancora appariva in preda a panico. Indosso all'attentatore la polizia non ha trovato nessun documento d'identificazione e nessuna carta o indizio che possatio facilitare il suo riconoscimento: evidentemente si tratta di un fanatico nazionalista che aveva considerato la possibilità di perdere la vita nel rischioso attentato e che non voleva coinvolgere i suoi llllllllllllllllllll llItlllllllilillllllLlllllltl* compagni di fede nelle indagini che immancabilmente la polizia avrebbe compiuto. Tutto era stato studiato fin nei minimi particolari: la macchina era parcheggiata in maniera tale che, appena messa in moto, potesse infilare il corridoio formato dalle folle di popolo schierate ai margini della strada. Il sangue freddo di un aergente maggiore delle « Guardie nere», il còrpo scelto per la guardia al sovrano e al suo palazzo, formato da elementi provenienti dalle tribù meridionali del Marocco di grande prestanza fisica e dal colorito particolarmente scuro della pelle, ha in parte sventato il criminoso tentativo. Nel momento in cui l'automobile, lanciatissima, gli passava davanti proiettata contro il cavallo del Sultano, il coraggioso sottufficiale balzava sul predellino e, attraverso il finestrino aperto, cominciava a tempestare di pugili la testa del guidatore che, però, non rinunciava all'impresa e a folle andatura, schivando quanti gli si paravano davanti, andava a investire il cavallo del Sultano. Quasi contemporaneamente, il sergente riusciva ad aprire la portiera della macchina e ad afferrare l'attentatore che, bloccata l'automobile, tentava di reagire cercando di colpire l'avversario con un grosso coltello da macellaio. A un tratto i due cadevano sulla strada strettamente avvinghiati l'uno all'altro, mentre da ogni parte accorrevano guardie. Uno dei militari accorsi, spianato il mitra, ne faceva partire una raffica: l'attentatore, colpito in pieno petto, rimaneva ucciso all'istante; un colpo di striscio feriva anche il sergente, ma in maniera lieve. L'inchiesta subito aperta dalle autorità, marocchine e francesi ha portato più tardi alla identificazione dell'attentatore : si tratta dell'imbianchino veti tottenne Allah Ben Abdallah, ammogliato e padre d'un bim bo. Sua moglie, che aspetta un altro figliole lontana parente della famiglia che per diciot to generazioni ha espresso dal suo seno i Sultani del Maroc co della dinastia Alaouite. La polizia ha potuto anche stabilire che Allah Ben Abdallah aveua comperato da appena un mese l'automobile. Poiché sembra che l'attentatore non abbia complici nè sia collegato ad alcuna organizzazione 7iazionalista, è probabile che egli si sia deciso a compiere il gesto terroristico, indipendentemente da qualsiasi movente politico, mosso solo dall'odio verso l'usurpatore del trono a lungo occupato dai lontani parenti della moglie. Fuoco sotto le ceneri Questa è la versione che le autorità tendono ad avallare per dimostrare che la calma e l'ordine regnano nel Marocco: effettivamente, il giorno in cui il sultano Mohammed Ben Yussef venne deposto, con l'appoggio delle autorità francesi, si è temuto lo scatenarsi di violenze tipo quelle che hanno travagliato la Tunisia e invece nulla di veramente notevole aveva turbato il regolare svolgersi della vita marocchina in queste prime tre settimane. Il gesto criminoso di oggi potrebbe rompere l'incanto e dare il via a un periodo di pericolose agitazioni; non c'è da farsi illusioni che i nazionalisti si siano rassegnati alla deposizione e all'esilio del loro Sultano gtddmtdgtfièsransMfnpgnmAstnuB, fi fuoco cova sotto <a:cenere. La miccia accesa dal laotiane attentatore !provocare l'esplosione temuta. i potrebbe ' Nessuna misura di emergenza è stata decisa dalle autorità francesi. Passato il primo momento di panico, la folla, come si è detto, si è ricomposta lungo i margini della strada che porta alla moschea e non meno di duemila persone hanno pregato insieme con il nuovo Sultano nella sua prima visita ufficiale al tempio. Moulay- Arafa è noto per la fede che lo anima e per il suo tradizionalismo 'nei confronti della sua religione; ma malgrado la sua asserita intenzione di andare verso il popolo, esautorando la monarchia di una parte dei diritti che prima le spettavano in maniera pressoché assoluta, molti giudicano che Mohammed Ben Moulay Arafa non- riuscirà a farsi perdonare dai nazionalisti l'infelice promessa fatta ai francesi il giorno della sua^ascesa al trono: ili mio Paese sarà eternamente amico della Francia ». f. b.

Persone citate: Ben Abdallah, Mohammed Ben Moulay, Moulay, Sidi Mohammed Ben Moulay, Yussef

Luoghi citati: Francia, Marocco, Rabat, Tunisia