"Addio, ci rivedremo lassù"

"Addio, ci rivedremo lassù" I DODICI ANNEGATI DELI* ISOLA CARA A PIERRE LOTI "Addio, ci rivedremo lassù" L'angosciato grido di un compagno di gita dell'unico superstite - Cinque persone avevano rinunciato all'ultimo momento alla tragica partita di pesca (Nostro servizio particolare) Parigi, 10 settembre. Un'Isola intera è in lutto: è l'isola di Oloron, cara allo ■scrittore Pierre Loti, quasi parallela alla costa francese, fra il porto di La Rochelle e la foce della Gironda. E' una isoletta di pescatori che i villeggianti invadono durante l'estate per godersi le sue vaste pinete, i suoi lidi bellissimi, ma anche pericolosi. Dalla parte ovest, cioè verso l'oceano, il mare è spesso agitato e una forte corrente che passa al largo, porta via inesorabilmente gli imprudenti. E' così che sono annegate l'altra notte dodici persone su tredici. Incidenti simili, a quanto dichiara la gente dell'isola, sono disgraziatamente frequenti e 1 vecchi isolani ricordano particolarmente quelli accaduti nello stesso posto di ieri, cinquanta e trent'anni or sono. Nella prima disgrazia perirono undici persone su dodici, e nella seconda sette persone. L'altra notte dunque un gruppo allegro di tredici persone fra cui tre donne, due seminaristi e due preti, che sorvegliavano una colonia di vacanze pei bambini, s'eia mosso dal paesetto di Cheray per pescare con una lunga rete. La bassa marea aveva scoperto alcuni banchi di oàbbia facilmente accessibili attraversando larghi bracci di mare con l'acqua fino al petto, e su uno di essi il gruppetto si fermò dopo avere fatto quasi tre chilometri su un terreno sabbioso, cosparso di laghetti. Verso mezzanotte la pesca era stata abbondante,e l'allegra comitiva cominciò a pensare al ritorno. Le reti furono tirate e piegate, ma quando i pescatori vollero tornare indietro non sapevano più dov'era la riva. Era calata una fitta | nnebbia e non si vedeva a due dmetri di distanza. Essi non sa-|gpevano quindi se dovevano ( fivolgere i loro passi a nord o a est, a destra o a sinistra. Per più di mezz'ora rimasero lì a interrogarsi e a discutere, finche una donna non urlò: * L'acqua! >. Il mare, infatti, si avvicinava. L'alta marea ritornava, inesorabilmente ricopriva a poco a poco tutte le spiagge che il mare aveva scoperto alla fine del pomeriggio. Il banco di sabbia era circondato dalle acque e ognuno capì il pericolo. La morte era inevitabile, e le donne si misero a urlare e gli uomini a imprecare. L'acqua saliva rapidamente. Presto essa bagnò loro i piedi, e le donne si strinsero agli uomini istintivamente, come per chiedere protezione. Ma anche gli uomini avevano paura, si sentivano impotenti e non potevano rassicurarle. L'acqua raggiunse le ginocchia, poi il petto delle sue vittime e alcuni decisero di tentare di salvarsi a nuoto, mentre altri si abbandonavano al loro destino. E' diffìcile immaginare una morie più atroce. L'abate Marcello Jourdain, unico superstite, che ha riferito ciò che avvenne, partì in compagnia di un giovane seminarista, Baudouin, e di un isolano, Michele Fradin. Per un buon tratto i tre uomini nuotarono uno vicino all'altro, finché il Baudouin, esausto, si lasciò affondare. Invano i compagni lo esortarono. Il giovane non era più capace di Ifare un movimento con le|sacela e le gambe. L abate Jourdain e Fradin continuaro-|pmlrsqno lentamente a dirigersi verso il punto dove credevano si trovasse la spiaggia, sebbene! | non ne fossero certi, ma un'ora dopo anche il Fradin dava se|gni di stanchezza. Un crampo ( finì per scoraggiarlo e gridò al , n n r i , i i l i I^rsonrche^lngra^no'fi de" e|stino: anch.e3se dovevano ane dare „ pescarei e ci rinUncia -|rono soltanto aH'ultimo minu prete: «Marcello, non riusciremo mai a raggiungere la riva; lo non ne posso più. Addio, ci rivedremo lassù ». Detto questo non si mosse più e le acque lo inghiottirono. Anche il prete fu sul punto di lasciarsi affondare. Tentò di scorgere il faro di Boyardvìlle, ma la nebbia era sempre fitta. Tutt'ad un tratto vide nel cielo una stella che gli permise di orientarsi. Tre ore dopo toccava terra e corse verso una casa poco distante per chiedere aiuto. II proprietario di essa, tale Moreau, dice che vide arrivare una specie di fantasma, un uomo che pareva impazzito, che si gettò a terra e fra i singhiozzi raccontò brevemente la tragedia. Mezz'ora dopo tutta la popolazione di Boyardvìlle, Bienvenue e Cheray percorreva la spiaggia per tentare di scorgere qualche uomo in mare a cui recare soccorso La tragedia lascia molti orfani e parecchie vedove. Due delle vìttime, due fidanzati, si dovevano sposare fra pochi giorni. Il dolore è generale nell'isola di Oleron, specialmente a Cheray, il « villaggio della morte », nel presbiterio di San Giorgio, dove un giovane prete, unico superstite, non riesce a rimettersi dalla sua avventura e ha ancora nelle orecchie le urla dei suoi disgraziati compagni che annegavano. Ma ci sono egualmente cinque i e! to, per paura del freddo. 1. m.

Persone citate: Baudouin, Gironda, Jourdain, Marcello Jourdain, Michele Fradin, Moreau, Pierre Loti, Rochelle

Luoghi citati: Parigi