Nuove misure jugoslave per isolare la «zona B»

Nuove misure jugoslave per isolare la «zona B» Nuove misure jugoslave per isolare la «zona B» Sospensione totale delle comunicazioni terrestri e marittime (Dal nostro corrispondente) Trieste, 3 settembre. (u.s.) La radio jugoslava di Capodistria ha continuato a parlare oggi delle * manovre intimidatorie italiane contro la Jugoslavia». Secondo la stessa fonte nel settore di Gorizia sarebbero concentrate tre divisioni « che gli stessi italiani definiscono scelte ». Si tratterebbe delle divisioni motorizzate Ariete e Folgore e della divisione di fanteria Mantova, mentre nel settore di Gorizia sarebbe giunta anche la Centauro. La radio jugoslava afferma che tutte queste unità sono scaglionate nella fascia di frontiera su tre linee diverse. Una prima linea distante dai 500 ai 1000 metri dal confine sarebbe formata da unità leggere; la seconda linea, formata da unità con armaménto più pesante, si troverebbe a circa cinque chilometri dal confine. Una terza linea sarebbe formata dalle unità motorizzate e dall'altiglieria. Secondo radio Capodistria la concentrazione di queste unità non avrebbe un carattere difensivo, bensì una finalità intimidatorio-offensiva. Lo confermerebbe il fatto che la Folgore è dotata anche di un battaglione di paracadutisti; inoltre vi è l'attività degli aerei a reazione di base a Udine che controllerebbero costantemente il settore e di tanto in tanto, all'altezza di 7 mila metri, varcherebbero anche il territorio jugoslavo a sud di Gorizia. La stessa notizia dice che da parte italiana si cercherebbe di giustificare tali misure accampando la scusa che ad Aidussina si starebbero concentrando unità jugoslave. Le restrizioni al traffico tra la « Zona B » e Trieste si sono accentuate e si ritiene che domenica la « Zona B > sarà tagliata fuori dal mondo occidentale con la sospensione totale delle comunicazioni marittime e terrestri. Una comunicazione in tal senso è stata fatta dalle autorità jugoslave ai comandi dei piroscafi di linea Itala, Vettor Pisani e Vida. Da Capodistria domani notte partirà il primo dei tre treni speciali per il raduno di Okroglika. I capi-comitiva stanno compilando gli elenchi nominativi dei partecipanti con i relativi indirizzi ed i numeri delle carte di identità. Vengono eretti nelle città istriane nuovi archi e nuove costruzioni recanti gli slogans sloveni tanto in auge nel 1945: < Vogliamo Tito»; «Qui è Jugoslavia ». A Pirano anche la casa dell'insigne violinista Tartini è stata deturpata con la scritta: <Non vogliamo l'Italia » Da Pirano si apprende inoltre che, per ordine delle autorità jugoslave, le campane del duomo non potranno più suonare. E' stato detto che disturbavano la quiete degli ammalati del vicino ospedale; in realtà davano ai nervi ai gerarchi titini. La popolazione' è rimasta addolorata per il nuovo arbitrio. Erano 600 anni che le campane del duomo di Pirano diffondevano ogni giorno i loro rintocchi e nessuno si era sognato mai di chiedere che venissero fatte tacere.

Persone citate: Folgore, Tartini, Vettor Pisani, Vogliamo Tito