Gli ufficiali tedeschi nell'esercito di Neguib

Gli ufficiali tedeschi nell'esercito di Neguib Gli ufficiali tedeschi nell'esercito di Neguib Vamicizia per la Germania nel Medio Oriente - Ricordi dell'ultima guerra - Aiuti egiziani a Rommel ai tempi di EI Alamein - Influsso tedesco al Cairo e organizzazione commerciale (Nostro servizio particolare) Il Cairo, settembre. Undici anni or sono, di questi giorni, le forze di Rommel compivano l'ultimo, vano sforzo per infrangere le linee inglesi di El Alamein. La loro avanzata nel deserto, due mesi prima, era stata così rapida e travolgente che i loro capi avevano creduto di potersi farindirizzare la posta ad Ales-sandria. Essi s'erano sbagliatinelle loro previsioni di una de dna d'anni: oggi degli ufficiali di Rommel in divisa dell'AMka Korps sono insediati nel gran quartiere generale del Cairo. Poiché la loro presenza in Egitto è circondata da un velodì mistero, ho cercato di ve-«irne in chiaro. Durante un colloquio col generale Neguib, gli ho chiesto: <I tedeschi sono ottimi tecnici. Nessuno contesta il loro diritto di lavorare in Egitto nè il vostro di utiliz¬ zarli. Perchè mai allora l'Egit-to sembra abbia paura di rivelare la loro presenza nei suoi differenti servizi? >. Un capo ideale Fissandomi coti sguardo fu ribondo, il generale mi ha ri- sposto sùbito in tono pieno dicollera: t L'Egitto non ha pau-ra di nessuno. E io non ho laabitudine di mentire. Se hodetto che ci sono pochi tecni-ci tedeschi al nostro servizio,è perchè essi sono realmentepochi. Tanto peggio per colo-ro che si sforzano di gonfiare la faccenda!>. Il giorno prima, davanti atutta la colonia straniera delCairo e il Consiglio della rivo- luzione al gran completo, il presidente della comunità tedesca d'Egitto aveva affermato con enfasi: « I nostri ufficiali stanno istruendo l'esercito egiziano! ». Ecco perchè mi ero permesso d'interrogare il capo dello Stato egiziano su questo punto. In realtà, sembra che — co¬ \me mi ha dichiarato il gene\ra,e Neguib, — il numero dei 'tecnici militari tedeschi impie gati dalle forze armate egiziane sia abbastanza limitato: una quarantina in tutto, fra ufficiali e sottufficiali. Bla essi vi rappresentano tutti i rami della guerra moderna: un ex-col- laboratore di Guderian come 'consulente della brigata di car-\ri armati, uno specialista del- 'P°st° del personale britannico le squadre d'assalto, due tecni-ci dei paracadutisti, un < uomorana >, sei tecnici della guerra navale, ecc. Inoltre, quindici piloti e specialisti di apparecchi a reazione hanno preso il nelle officine di montaggio di De Havilland. Sei tecnici dirigono di fatto il « Centro di ricerche e di sviluppo > dell'esercito, senza parlare degli specialisti delle materie plastiche, delle polveri e della balistica 'ohe ai occupano delle fabbriche \di armamento di Helwan. In-'fine> tre ex-capi della Hitler- 'jugend sono giunti qui da poco\Per addestrare le organizzazio-'ni giovanili del nuovo regime, ] Tutti costoro sono largamen-, te retribuiti. E hanno per lo più rotto ogni rapporto con [l'ambasciata del governo di'Bonn, la quale aveva richia-,maio lo- loro attenzione sulle[difficoltà che la loro presenza in Egitto poteva costituire per i rapporti della Germania occidentale con gli anglo-sassoni. Nessuno, d'altronde, esercita funzioni esecutive: essi servono il governo egiziano esclusivamente in qualità di consulenti, e i loro suggerimenti figurano, come molti altri, sotto forma di rapporti sulle scrivanie dei capi militari egiziani. Ma l'influsso germanico sul nuovo regime è indiscutibile. Poco tempo fa, per esempio, il ministro dell'Igiene, Nurredin Tarraf, non esitava a dichiarare in un'intervista che Hitler restava l'uomo del suo cuore: « Era un capo ideale, che con¬ sacrò la propria vita all'attua\zione delle sue nobili ambizio-\ ni. Egli non visse mai per sè,\1 ma per la Germania e per il popolo tedesco... Ho sempre de siderato di poter vivere con lui>. Desiderio di lottare In tutte le loro conferenzestampa, è vero, il generale Neguib e i suoi più prossimi collaboratori non hanno mai perduto un'occasione di ricordare l'aiuto dato agli Alleati nell'ultima guerra. Ecco tuttavia quanto scriveva il i4 luglio [nell'Ai Ahram il comandante \d'aviazione Hassan Ibrahim, membro del Consiglio della ri\voiU!.i0ne: < Nel 1942 i tedeschi ìerano ad El Alamein. Noi deci demmo d'inviare un ufficiale \per offrir loro il nostro aiuto sotto forma di notizie sugli ef\fettivi delle forze britanniche, \io ero allora il comandante ,della difesa antiaerea del Cai]ro, e ciò mi permise di dare 'al nostro emissario il mio ap parecchio personale. Noi stabilimmo che le nostre comunicazioni con i tedeschi sarebbero state effettuate per mezzo di emissioni segrete, compiute da un ufficiale addetto alle radiotrasmissioni, Anwar Sadat... >. Ebbene: Anwar Sadat è oggi uno dei principali membri del cosiddetto < Comitato dei dodici >. Certo, agendo in tal modo, egli e altri ufficiali egiziani giustificavano la loro azione col desiderio di lottare contro l'occupazione militare britannica. Ma altri erano attirati dall'ideologia nazista. E altri infine, hanno sempre desiderato un ravvicinamento dell'Egitto alla Germania, la quale rappresentava nel vicino Oriente una potenza « neutrale > fra l'< imperialismo > occidentale e il comunismo orientale. Tale stato d'animo non è per nulla peculiare all'Egitto. Tutto il vicino Oriente lo ha conosciuto. Durante la guerra, molte personalità arabe e musulmane si rifugiarono a Berlino, dove vissero a stretto contatto con le autorità del Reich, Tali < fuorusciti > sono oggi tornati nei loro paesi, dove occupano in molti casi posti di primo piano. E a loro volta i loro coéquipiers tedeschi hanno beneficiato dell'amicizia del tempo di guerra e si trovano °99i spesso in posti importanti nel vicino Orien,te. Cosi il dottor Munzel, già capo delle missioni orientali del Ministero tedesco degli Esteri, è oggi consigliere a Bagdad; il dottor Hauffmann, già console a Haifa, che assicurava » rapporti del governo tedesco col Muftì di Gerusalemme, consigliere a Beirut; il dottor Stephen, segretario della ambasciata egiziana di Bonn e von Harden, ex-capogabinetto di Rosenberg, lavorano direttamente al Cairo col consiglio militare della Lega \araba. E l'ex-Mufti, il famoso \Hadj Hamin el Hussein, che , nel 1940-41 tanto si adoperò per creare nell'Iraq una solida organizzazione antibritannica, è anche lui al Cairo, dove regna su un gruppo attivo di exnazisti. Gli uni e gli altri hanno conservato i loro vincoZi di amicizia. Non c'è paese del vicino Oriente che non abbia visto nascere per opera loro un club filotedesco. Essi incoraggiano dovunque lo sviluppo del commercio e dell'amicizia col paese che accolse gli uni durante la guerra o da cui gli altri sono emigrati dopo la sconfitta, Tutto ciò, unitamente all'incontestabile efficacia dell'organizzazione commerciale tedesca, fa si che in Egitto i grandi progetti siano affidati di preferenza a ditte germaniche; che nello Yemen siano state loro concesse le miniere di Salif; che nell'Iraq dei contratti promettano loro il petrolio « se l'attuale concessione dovesse prematuramente aver termine... >. Pensando a tutto questo, assai più, che ad alcuni ufficiali di Rommel incontrati negli uffici militari egiziani, potremmo intitolare quest'articolo La rivincita dell'< Afrika Korps >... Edouard Sablier Copyright de « Le Monde » e per l'Italia de « La Stampa »