PRINCIPESSE INNAMORATE

PRINCIPESSE INNAMORATE PRINCIPESSE INNAMORATE Dal caso Margaret al dramma della quindicenne Clotilde di Savoia Un'altra vittima della "ragion di Stato,,: Margherita Violante I recenti resoconti dei giornali, con referendum, commenti dei lettori, domande che esigono risposte, induzioni, chiacchiere, pettegolezzi, sul presunto amore di Margaret d'Inghilterra, come è chiamata da tutti toutcourt con un capitano della sua Corte, amore che non potrebbe concludersi con un matrimonio senza grave scapito del prestigio reale, fa pensare che il tempo ^delle principesse è veramente passato. Una volta sembrava che le principesse non s'innamorassero mai o se s'innamoravano, dato che erano anche esse creature umane, non lo facevano sapere a nessuno, nessun fotografo spiava se il loro sorriso era triste o gaio: la consapevolezza della loro condizione le rivestiva di dignità come di un manto che le rendeva invisibili. C'era piuttosto la Ragion di Stato, una specie di drago divoratore di principesse che le obbligava a matrimoni senza amore. Batta ricordare quel¬ lo della principessa Clotilde di Savoia col principe Napoleone, l'intima tragedia di quella fanciulla quindicenne, a cui suo padre, un giorno, prendendole le mani, aveva parlato della Francia, dell'Italia, dell'alleanza, del gran sogno che, col suo matrimonio col principe francese si sarebbe forse realizzato... — Bai capito, Clotilde T — Si, papà. L'aveva fermata sulla soglia. — Pensaci... Io non voglio sacrificarti, Clotilde! Sì, ci avrebbe pensato. Ci pensava mentre le dame indignate sussurravano che quel principe era un miscredente, un donnaiolo,<Mn pessimo carattere. Chiedesse la principessa consigli, lumi, da persone saggie, esperte... Ma Clotilde scoteva il capo. Ella sapeva che una principessa è sola davanti alle decisioni supreme, anche se ha quindici anni soltanto. — Pregherò. Dio solo mi può illuminare. Quando ha deciso, le sue dame la guardano ansiose, agitate, smarrite. Ha deciso! Vuol dire che ha chinato il capo, che si è rassegnata al sacrificio. — No — lei dice — niente sacrificio. Ho deciso liberamente, voglio sposare il principe. Tutti sanno (e già lei lo sapevaj quale fu la sua dolorosa vita coniugale, quale nessuna semplice donila avrebbe accettato. Ma lei era principessa, doveva arrendersi alla Ragion di Stato e arrendersi con buona grazia. Ma ad un'altra principessa piemontese, con molta minore personalità e che il destino colpi più duramente ancora, non si può pensare senza un fremito di dolente ammirazione, quasi di tenerezza. Povera Margherita Violante! Trecento anni fa, giovinetta mite e graziosa, villeggiava nel Castello del Valentino, vestita come una dama anziana, come sua mdre, la duchessa Cristina di Francia, Madama Reale, coti la gran gonna a lunghe pieghe diritte, il gran colletto di pizzo intorno al collo. Furoreggiano i nastri di seta colorati, in quel tempo, messi alla moda da Anna regina di Francia, quei nastri che si chiamano galants o faveurs, ma la principessa non può sfoggiarne molti. Costano, e la corte di Torino è povera, e Madama Reale deve badare all'economia. Le guerre continue vuotano le casse dello Stato. E i divertimenti sono cosi pochi! Poco tempo fa c'è stato il passaggio di quella stravagante Cristina di Svezia che dopo aver deposto scettro e corona e abiurato il luteranesimo in favore della religione cattolica è scesa in Italia. Prima di recarsi a Roma, lei vuole fermarsi qua e là lungo la penisola a farsi festeggiare e a curiosare nelle Corti altrui. Tutti hanno di lei un sacro terrore. Madama Reale pagherebbe qualunque cosa per evitare la seccatura di una simile visita, invece deve far buon viso a cattivo gioco e far erigere un grande arco sotto il quale l'ospite passerà e organizzare divertimenti per la virago vagabonda. Dieci giorni* è stata a Torino Cristina di Svezia! Eh sì, non c'era più verso di liberarsene! Al ricordo Margherita Violante sorride chinando il capo mentre le damigelle ridono apertamente. Molto più piacevole è stato l'arrivo della contessa Jeanne de Trecesson, una briosa francesina che. vanta molte aderenze alla Corte di Francia, anche presso il grande ministro Ma- zarine Madamigella Reale la tratta con grandi riguardi e l'ha nominata sua damigella d'onore. Margherita Violante cerca di farsela amica, le piace tanto sentirla discorrere sulla moda e sugli usi della grande Corte francese. So. prattutto le piace sentire magnificare il giovane re Luigi XIV, bruno, bello, elegante e ancora scapolo, il più gran partito d'Europa. < Mio cugino > mormora timida Margherita Violante e sente che il cuore le batte forte, ma nessuna emozione traspare dal suo volto, se non un leggero rossore. La Trecesson racconta molte cose sul giovane ed affascinante re. Ad esempio che Maria Mancini, nipote del cardinale Mazarino, è adesso l'appassionata e amata amica del giovane e cavalleresco sovrano. Ma non riuscirà certo a farsi sposare... Margherita Violante finge di non udire, ma dentro di sè sorride. Lei sa che il re può amare anche una semplice borghese fanciulla, ma sposarla non la sposerà mai. In quanto a lei qualcuno l'ha già chiesta in moglie, Ranuccio Farnese, duca di Parma. A un certo punto le trattative di matrimonio si sono arenate con suo immenso sollievo... Nè Ranuccio, nè il ducato di Parma attiravano Margherita Violante. Con tutto ciò se Maman avesse voluto, ella avrebbe immediatamente obbedito col suo dolce sorriso sulle labbra. Ma ora, grazie a Dio, non s'è ancora concluso nulla ed ella può, la notte, quand'è proprio sola, pensare al re di Francia, così bello sotto la gran capigliatura bruna e ricciuta, così elegante e intrepido a cavallo, così galante al ballo con le dame più belle... Suo cugino! E se fosse lei, un giorno la prescelta sposa del cugino 7 Sogni, certo, ma è così dolce sognare... Ed ecco Madama Reale la manda a chiamare. — Figliuola mia, bisogna prepararsi per un viaggio a Lione. Là incontreremo mia cognata, la regina madre, e mio nipote il re Luigi. Con un sorriso la duchessa le fa capire che si tratta di un incontro di fidanzamento, che è proprio lei la prescelta sposa del re di Francia. Margherita Violante s'irrigidisce, ha paura di svenire, sente che potrebbe anche morire per la gran felicità... Ma poi fortunatamente bisogna agire, ci sono i bagagli da preparare, ci vogliono vestiti nuovi, pellicce, cuffie, non è un viaggio da poco arrivare a Lione, passare le Alpi, in una stagione umida e fredda. Durante il viaggio Margherita Violante tace, timida, riguardosa verso Maman che tace anche lei, assorta. Ne ha dei pensieri la duchessa! E dei tormentosi dubbi, dei freddi sospetti... E' una mente politica Madama Reale, tutta la sua vita non ha fatto che lottare, sospettare, difendersi, attaccare... Ora pensa che questo fidanzamento può essere semplicemente uìia finta nella grande partita a scacchi che Mazarino gioca e che, ansioso com'è di propiziarsi il re di Spagyia, si serva di lei e di sita figlia come di due pedine per provocare la decisioiic dell'avversario. Se il re di Spagna concedesse sua figlia al re di Francia, le due principesse piemontesi non avrebbero che da tornarsene a casa a mani vuote. Dando un'occhiata alla figlia la vede sorridente, dolce, mite e non le dice ìiulla. Meglio che seguiti a sognare. E poi, chissà, può darsi che tutto vada bene. A Lione fa un gran freddo, c'è nebbia, umidità. Siamo in novembre! Forse l'unica a non risentirsi del clima orribile è Margherita Violante ardentemente felice com'è, in attesa del fidanzato. Eccolo, eccolo che si avanza verso la lettiga ducale, agitando il largo feltro piumato in segno di saluto. Oh, pensa la principessa, è ancora più bello di quanto non dicesse la Trecesson, è fiero, nobile, perfetto. Ella non trova parola per rispon- dere al suo saluto galante, solo il suo timido sorriso e i suoi grandi occhi neri dicono la sua felicità. Non è bella, lo sa, ha la pelle scura, le fattezze irregolari, ma sarà una buona moglie, una degna regina... Le due cognate, Anna d'Austria e Madama Reale, scese dalle rispettive lettighe si salutano, si abbracciano, si fanno un monte di complimenti, mentre un'amazzone bruna, al seguito del re, guarda sprezzante la scena: è la Mazarinetta, la Maria Mancini, l'innamorata, l'amata da Luigi. Tutto sembra procedere magnificamente. E poi... E poi Madama Reale viene informata che avendo la Spagna offerto di negoziare con la Francia, le trattative pel matrimonio piemontese, sono temporaneamente sospese... Margherita Violante non sa niente, continua a cullarsi nel suo sogno d'amore, la madre non ha il coraggio di avvertirla, forse un'ombra di speranza c'è ancora. Ma ben presto tutto svanisce: la regina madre avverte la cognata che pel bene della Francia, lei e suo figlio devono accettare l'offerta della Spagna. Luigi sposerà Maria Teresa. Il gioco di Mazarino è perfettamente riuscito. Margherita Violante non ha uno scatto nervoso al colpo che piegherebbe le fibre più robuste. Cuore e orgoglio sanguinano, ma lei rimane diritta e dignitosa come deve essere una vera principessa. Il viaggio di ritorno è duro. Madama Reale ha qualche crisi di cuore e la figlia ha per lei le cure più affettuose. Al ritorno a casa sorride quieta, non una lacrima, non una parola amara. Le notti però sono sue, è ^allora che lei può disperarsi e contemplare inorridita quella terribile Ragion di Stato che ha giocato con lei come il gatto col topo... Dopo, Margherita Violante sposò Ranuccio Farnese e fu per lui la più dolce'e sottomessa delle spose. Tre anni, poi, la giovane donna si ammalò di languore e in breve, senza un lamento, morì. Carola Prosperi Margherita Violante, figlia di Madama Reale Da sera, in broccato