Il presunto assassino nega

Il presunto assassino nega UVl DRAMMATICA GIORNATA DI INTERROGATORI NELLA CASERMA DI COURMAYEUR Il presunto assassino nega E' un giovane di 30 anni che corteggiava la ragaiza - Si difende strenuamente, ma non sa giustificare una sua assenza di un quarto d'ora in quei tragico mezzogiorno di sabato - Quando gli hanno presentato il coltello ritrovato nella Dora è impallidito gridando: "Non è mio, non ne ho mai avuti!» - All'alba si dibatteva ancora sotto le accuse dei carabinieri (Segue dalla prima pagina) del delitto, aveva rinvenuto un coltello a lama fissa e, pensando che potesse essere quello usato dall'assassino per uccidere l'Angela Cavallero, l'aveva portato al maresciallo. Da un sommario esame si rilevava che il coltello era stato nell'acqua per cinque o sei giorni. Si trattava veramente dell'arma omicidaT Per il momento la questione non parve essenziale. Le autorità inquirenti dovevan osubito mettere in azione il piano predisposto a Torino nei suoi minimi particolari dal capitano Pasini. Una camionetta partiva verso le ore 9 alla volta di Entrèves e si dirigeva nuovamen te attraverso le viuzze strette e pietrose verso la casa dell'accantonamento alpinistico torinese. La signora Bocca, gerente l'accantonamento, si presentava sulla porta per chiedere che rosa volessero. « Vogliamo parlare con suo marito e con suo figlio », fu la risposta di un brigadiere, mentre lpcsIdaevvertdca intorno a loro si radunava la solita folla di curiosi. Dalla casa uscivano subito i due uomini: uno sui 50 e l'altro di Z9 anni. Padre e figlio si ponevano tranquillamente a disposizione dei carabinieri e salivano sulla camionetta. Ma il sottufficiale insisteva ancora e invitava due giovani alpinisti, un uomo di 1)0 anni e tre ragazze, tutti ospiti dell'accantonamento, a seguirli in caserma. Intanto qui un'altra camionetta aveva già portato un individuo di SO anni che, come gli altri, aveva conosciuto da vicino Angela Cavallero e l'aveva più volte corteggiata, senza successo. Si iniziavano gli interrogatori: prime a presentarsi davanti al tavolo dei due ufficiali erano le ragazze. Con pazienza meticolosa e decisione quasi esasperanti, esse dovettero ripetere le circostanze già riferite almeno una diecina di volte davanti alla polizia e perfino al Procuratore della Repubblica. La prima a uscire dall'ufficio e a tornare nell'accan tonamento fu una delle amiche più intime della infelice Cavallero, una ragazza di nome Marineria. Erano le ore 17 quando essa rientrava nella casa della signora Bocca. Appariva stanca e turbatu: si lasciò cadere su una sedia e pianse con sin- ghiozzi convulsi. Raccontò più tardi che i carabinieri, lascian- rinìa in libertà, le avevano prof- hitri (li tnrnnre r, TnWwrj- oiro ai tornare a Torino, aeyeCioè rimanere a Entrèves a di- «posizione dell'autorità Come testimone importante per la\sila conoscenza eon Angela Ca-vallerò. Le sue ferie scadeva no col Ferragosto -e oggi lunedì avrebbe dovuto riaprire a Torino il negozio dei suoi padroni che sono ancora in vacanza. La necessità del lavoro prospettata agli ufficiali inquirenti, non valse a fare revocare il comando, il quale vale per tutti gli altri amici e amiche della Cavallero. Le due ragazze interrogate con Martuccio, sono state rilasciate verso le 19. A quest'ora l'andirivieni dei carabinieri nel- la caserma diventava sempre più, febbrile. Moto di grossa cilindrata, jeeps e camionette sostavano nella piccola piazza. I passanti si fermavano a guardare incuriositi. Tre finestre di altrettanti uffici della caserma erano illuminate e oltre i vetri velati dalle tendine si scorgevano le ombre dei carabinieri e degli ttoraiwi interrogati. Pareva, da lontano, un colloquio tra persone amiche, una specie di conversazione che. alle "" continuava ancora. Ma come abbiamo detto, su uno dei quut- tro uomini si addensano in modo particolare tutti i sospetti degli investigatori. Di lui per ovvii motivi i carabinieri faccioni il nome, forse si conosce rà domani. A suo carico esistono indizi piuttosto gravi. Egli è stato il solo che, messo di fronte al coltello trovato nella Dora, sia impallidito terribilmente esclamando: <Non i mio, non ho mai avuto di que- sti arnesi nella mia vita>. Invece è certo che un coltello del genere è stato visto nelle sue mani, j tenenti Valtìroni e Petrucci, i marescialli Suppo, De Michela e Bosotti si sono succeduti nell'interrogarlo Le autorità sono giunte a questa fase conclusiva delle indagini procedendo per la via cosiddetta di esclusione. La prima ipotesi che era sorta dopo il ritrovamento del cadavere di Angela Cavallero parlava di delitti commesso da un bruto. I valligiani che avevano precedenti penali per reati con¬ tro il buon costume furono accuratamente controllati ma risultarono innocenti. Poi una signorina milanese di origine bulgara denunciò che sua cugina pochi giorni prima del "delitto era stata aggredita da un gio vane biondo di cui forniva una completa descrizione. La polizia di Aosta si gettava su questa traccia e riusciva a arrestare a Pré Saint Didier un giovane il cui tipo corrispondeva esattamente a quello descritto dalla denunciante. Il suo alibi però risultò incrollabile ed egli venne prontamente rilasciato. Si formulò allora un'altra supposizione che parve immediatamente di scarso valore, ossia che Angela Cavallero fosse stata uccisa da una donna. E' difficile pensare ad una donna forsennata che nell'ira o nell'impeto della gelosia colpisca la sua rivale per diciotto volte al petto e due.alla schiena senza sfregiarne il viso. E poi come si spiegherebbe la nudità della a i a salma di Angela Cavallero i cui abiti giacevano ben piegati a notevole distanza da lei? I carabinieri vagliavano allora attentamente la terza ipotesi, quella che oggi avrebbe portato alla identificazione del vero colpevole. Angela Cavallero pensavano le autorità — è stata assassinata da un individuo che già conosceva o da qualcuno con cui si incontrò a Entrèves durante la villeggiatura. A Torino fu ripetutamente interrogato V ex-fidanzato della vittima Silvio Varetto e qui furono compiuti innumerevoli sopraluoghi nell'accantonamento di Entrèves. Giovedì scorso il Procuratore della Repubblica di Aosta dottor Tacconi ricevette una lettera anonima da Torino. Nello scritto una donna che si qualificava < amica di Angelay esortava carabinieri e polizia a smascherare l'omicida presente e nascosto ad Entrèves e forniva particolari che hanno trovato conferma in altre circostanze. Nello stesso giorno fu trovata una lettera scritta da Angela ai suoi genitori. In un brano essa dice va riferendosi alla vita dell'ac cantonamento: « Tutto qui è bello, tutti siamo leali e sinceri, viviamo nella più schietta armonia. Peccato che c'è sem pre uno che deve guastare tutto >. Chi è il guastafeste t Costui sarebbe stato identificato in un individuo di SO anni che, come abbiamo detto corteggiava senza fortuna la bionda e bella An gela Cavallero. Qualcuno nella mattina di sabato lo udì dire: « Devi deciderti oggi perchè domani arrivano i tuoi genitori ed è troppo tardi. Devi deciderti, se no saranno guai » Cobiti che ha pronunciato queste parole si trova nella caserma dei carabinieri ed è stato interrogato per dodici ore consecutive ed è impallidito davanti al coltello trovato nella Dora. A mezzanotte egli ed un altro « fermato > per interrogatori — Alberto Bocca detto Vincenzino, di S9 anni, figlio della gerente dell'accantonamento ■— erano ancora nell'ufficio del maresciallo Bosotti. Gli altri due erano stati trasportati all'accantonamento di Entrèves. Qui si vive nell'ansia e nell'angoscia. La permanenza ormai obbligatoria in questo luogo di villeggiatura è avvelenata continuamente dall'atroce sospetto che qualcuno degli ospiti possa essere accusato dell'omicidio. I giovani e le ragazze si tormentano per questo stato di cose. Essi dicono concordi: < Noi per primi domandiamo e vogliamo che la giustizia faccia il suo corso e che lo assassino venga prontamente smascherato ». Era ormai notte inoltrata, si avvicinava l'alba e gli interrogatori continuavano. La luce negli uffici era sempre accessa. Nulla era trapelato -sull'andamento di tali interrogatori porrò c'era la sensazione precisa che ormai la vicenda volgeva al termine, che l'assassino era già in trappola c. ti ica, casa dove alloggiava Angela Cavallero: l'accantonamento della signora Bocca i i il i ditl dit t il b t f Dopo gli interrogatori 1 testi lasciano la caserma dd i I giovani che conobbero la sarta torinese ad Entrèves