Bartali "costretto" al ritiro

Bartali "costretto" al ritiro Bartali "costretto" al ritiro NOSTRO INVIATO Roma, lunedi mattina. E' stata, per Boma generosamente sportiva, una bella giornata: la grande città ha sfoggiato la folla delle occasioni eccezionali. La moltitudine era incalcolabile, lungo i 16 km. del percorso: intorno e sulle tribune di traguardo, ammassata alle curve, lungo le salite, nell'abitato del borgo di Grottarossa, alla rampa detta della Tomba di Nerone, sparsa pei prati ai bordi della strada, seduta al rezzo del pini e fra le macchie di verde. Forse sessanta o settantamila persone nella tarda mattina, diventate centomila al pomeriggio. Questo vi da il tono, l'atmosfera che ieri regnava a Grottarossa. E basta seguire le fasi e il commento tecnico della prova per rendersi conto che gli spunti non sono mancati all'enorme folla, per manifestare In un modo o nell'altro, prò o contro Qualcuno o qualcosa, l propri sentimenti. Il pubblico di Boma — un tempo per gran parte a favore di Bartali — già sabato manifestava contro di lui. Il «Camrpiouo d'Italia» fu accolto alla punzonatura al grido scandito di «Coppi, Coppi!». Un episodio, un gesto contrarlo ad un vecchio e tenace campione che parve, dopo tutto, poco riguardoso e che si disse inscenato da un gruppo di coppisti. Ma anche al tortonese, ieri, non furono risparmiati 1 fischi, soprattutto durante gli ultimi giri del circuito, che lo videro ostinatamente nel plotone di coda. Ma andiamo con ordine. La lunga fuga di Sartinl e Corrieri movimentò la mattinata. Quei due che se n'erano andati e prendevano vantaggio ad ogni giro, tennero sveglio l'interesse degli spettatori. Il loro tentativo naufragò miseramente in una caduta, nella auale Giovannino si fece una seria ferita alla spalla, tanto che dovettero portarlo via in autoambulanza. Le cause dell'incidente? Prevedibili, spiegabili, fatali, diremmo, dato l'affollamento pauroso su taluni punti del circuito, specie alle curve e al culmine delle salite. Ove un solo agente badava a tener indietro il pubblico. Gli sforzi di auell'unico noma erano insufficienti e ai campioni rimaneva cosi, bene spesso, un corrldoietto, un esiguo sentierino fra due mura umane per 11 auale infilarsi e proseguire. Fu cosi che Sartinl e Corrieri si urtarono e caddero talmente male da dover entrambi abbandonare la corea, citavano perdendo terreno è vero, sarebbero stati di certo raggiunti poco dopo. Non di meno l'episodio è grave. Quando la competizione si delineò nella sua vera fisionomia, nella lotta, cioè, del tre gruppi — lotta che si sviluppò tardivamente, togliendo alla gara molto del suo interesse spettacolare il pubblico cominciò a rumoreggiare. Furono applausi al gruppo di testa (Rossello, Gismondi, Maggini, Defilippis, Albani, Fornara, Astrua e Baroni), incitamenti e grida al solitario Grosso, al duetto Benedetti Padovan e al plotone che incalzava a oltre 4 minuti (Crespi, Martini, Oiancola, Milano, Doni, Carrea, Minardi, Seti deilaro, Petrucci e Conterno), applausi deliranti a Monti passato ad un tratto da solo, ma fischi, fischi a non finire al grossi calibri fra i quali Bartali, Coppi e Magni, distaccati di più di 7 minuti dal drappello di testa. Sempre davanti alla nostra tribuna (un posto ben poco adatto oer non farsi notare) si fermò, a questo punto, l'auto che portava Binda In giro per il percorso. La salve del fischi diventò lacerante. Molta gente scese dalle gradinate. "Un folto gruppo di facinorosi si avvicinò vociando alla macchina. Nulla di grave, però, per fortuna. - Intanto accadeva l'incidente che provocava il ritiro di Bar¬ tali: 11 guasto al cambio che lo obbligava a mettere piede a terra. Ci hanno riferito che la gente che lo circondava (tifosi o altro) gli impedì di risalire in sella, lo esortò ad abbandonare facendogli, ai dice, dolce violenza. Ed eccoci all'ultima fase, all'ultimo giro, alla volata, con il rettilineo ingombro di pubblico ad un punto tale che c'era da temere per l'incolumità dei corridori, aualcuno accennò perfino alla possibilità di annullare la volata, certo doco regolare, e di assegnare l'arrivo a pa- ri merito agli otto uomini di" testa. Infatti nessun intervento della forza pubblica, Invero scarsa e poco efficiente, sarchilo riuscito a sgombrare la strada. I più animosi prendevano addirittura uosto sui parafanghi delle «Jceps» disposte su due file per contenere la calca. Bene o male, la volata si fece e 1 due primi, Albani e Gismondi, andarono letteralmente a finire sulla folla o, meglio, tra le braccia di qualche volenteroso. E cosi fu dei sopravenienti, di Grosso, di Minardi, di Ciancola e via dicendo. Cosi fu anche di Coppi che si pose in salvo a stento su una camionetta della Celere. Fra questi contrasti e questa pittoresca varietà di atteggiamenti si è svolta la giornata di Grottarossa. Una giornata, comunque, densa di entusiasmo e di tensione, arroventata più che dal caldo sole d'agosto, dalla passione sportiva. ANGELO NIZZA

Luoghi citati: Grosso, Italia, Milano, Roma