La Juventus rientrata dalla tournée danese

La Juventus rientrata dalla tournée danese La Juventus rientrata dalla tournée danese Per favore, mi offre Una «nasHonale»? — Queste Ve prime parole di Carapéllese, alla stagione di Milano, appena aceso dal treno che trasportava la comitiva della Juventus reduce dalla tournée in Danimarca. Così va la vita: in casa propria si disprezzano i prodotti italiani, sigarette comprese; quando si va all'estero la nostalgia dell'Italia rende dolce anche il tabacco delle nazionali e non si vede l'ora di respirare nuovamente l'aria e il fumo di casa nostra. L'episodio di Carapéllese suntetizza l'atmosfera juventino al ritorno dal viaggio in Danimarca: tutti soddisfatti per la bella avventura durata quasi un mese, ma ancor più. per essere finalmente a casa. La Danimarca è bella, ma l'Italia e Torino sono una altra cosa. TI bilancio delle sette partite disputate in ventisette giorni è ottimo sotto tutti gli aspetti: sei gare vinte in Danimarca, una persa in Lorena a Villerupt, trentun reti segnate, dieci sole subite, il segretario rag. Artino soddisfatto del reddito finanziario della spedizione. Tutto bene quindi, anche se l'ultimo incontro si è concluso con una sconfitta del tutto imprevista: sul pessimo campo di Villerupt (terra battuta, ogni caduta un'escoriazione) la selezione lorenese che comprendeva anche alcuni nazionali di Francia tra cui l'interno sinistro Piantoni il quale sia detto tra parentesi è figlio di italiani (potrà essere tesserato in Italia) giocava per vincere senza badare ai mezzi per ottenere il successo. Perciò i bianconeri — che non intendevano tornare nell'atmosfera di combattimento s'olita nel campionato italiano — risultarono alla fine battuti di misura pur avendo fallito facili occasioni e colpito quattro pali. Aveva segnato Muccinelli nel primo tempo, i lorenesi avevano pareggiato su rigore e segnato la rete-della vittoria negli ultimi tre minuti della gara. Ad ogni modo la società organizzatrice dell'incontro si è sdebitata per la vittoria strappata coi denti, regalando alla Juventus un enorme piatto di ceramica artisticamente cesellato in oro e argento, con gli emblemi delle due squadre al centro e un piatto piccolo a tutti i giocatori. E' da notarsi che a Villerupt la Juventus ha schierato una formazione completamente italiana, mancante cioè dei tre danesi fermatisi per le vacanze in patria. In Danimarca i bianconeri hanno avuto di fronte anche giocatori noti in Italia. Il giornalista Lundberg, Nielsen e Jensen, che furono in tratt"tive con il Torino e con la Roma, il centravanti Kentzior e la mezzala Thoerstensen, che il Genova aveva ingaggiati prima del veto agli stranieri. A proposito di questi ultimi, Boniperti ha dettò sensi perifrasi che l'on. Andreottl col suo provvedimento ha salvato la società rossoblu da una « fregatura ». Durante la permanenza in Danimarca i bianconeri hanno imparato alla, perfezione a fare e disfare le valige, inincombenza di cui è solitamente incapace ogni uomo che si rispetti: tre giorni a Aahruss, poi a Copenaghen, Soi a Randers, poi Esbjerg, densee e nuovamente Copenaghen per prendere poi la via del ritorno passando per Villerupt. Peggio che dei viaggiatori di commercio. Ad ogni modo, tra una valigia e l'altra e tra una partita e l'altra i juventini hanno tro¬ vato modo di fare interessanti gite turistiche. In Francia hanno salutato, il passaggio del Tour a Frisange", in Danimarca hanno visitato persino il Castello di Amleto: * Esvere (campioni d'Italia) o non essere (idem come sopra) f ». Questo era ed è il problema che attende «no risposta nel prossimo campionato. L'allenatore Olivieri ha tenuto le briglie corte ai suoi giocatori e pertanto le scorribande dei piìi vivaci nella Copenaghen notturna sono state assai rare. Muccinelli e Boniperti si sono consolati andando da bravi, bambini al Luna Park e facendosi colà fotografare in carrozzina da lattante. Il guaio è che in Danimarca, neppure volendo, si pud dormire molto: le ore della notte sono brevissime: alle tre comincia ad albeggiare e, dato che negli alberghi mancano imposte e condegni ' del genere, riposare era un affare serio. Tuttavia i ladri sono riusciti egualmente ad approfittare delle poche ore di sonno dei bianconeri per penetrare nelle loro camere'e alleggerirli di denaro, orologi e altri oggetti per complessive duecentomila lire. Questo è, con la sconfitta di Villerupt, la ca^ viglia dolorante di Parola e un occhio pesto di Barberi, U solo punto al passivo nel bilancio della « tournée ». Poi il caldo, quasi come in Italia, tanto che le partite venivano giocate verso le 19. Ferrario ha voluto ristorarsi con un bagno di mare, ma è stata un'esperienza che gli è costata tre giorni di letto con un febbrone da cavallo. Si temeva quasi che il centromediano non potesse ripartire per l'Italia con i compagni, invece si è ripreso in tempo, tanto da poter scendere in campo nella seconda parte della gara conclusiva a Villerupt. Ora l'avventura è finita. La comitiva, giunta a Milano alle 1S, ha trovato ad attenderla il pullman ' « Conte Rosso » con il vice-presidente dott. Cravetto e i consiglieri Giórdanetti e Oocito. La partenza per Torino .ha dovuto essere ritardata di ■ qualche minuto: Filippo Cavalli, dopo aver comprato a Copenaghen delle canne da pesca per pescare sul Po, le aveva dimenticate in treno. Poi, dopo aver salutato Montico che prose' guiva per Udine (Colombo era già sceso a Como), i bianconeri hanno compiuto l'ultima tappa del viaggio: conclusasi alle 16 in piazza San Carlo. Libertà al mare o ai monti fino al 10 agosto/ poi ripresa degli allenamenti agli ordini di Olivieri. Gianni Pignata