Match pari tra due fuoriclasse

Match pari tra due fuoriclasse Match pari tra due fuoriclasse Bolzano, lunedi matt. Senza accontentarci della frase d'obbligo — che certamente ieri sera sarà stata trasmessa attraverso chissà quanti telefoni da Bollano -—, secondo la quale le quattro ore circa di lotta violenta ed emozionante sui passi dolomitici e poi nella discesa verso il traguardo avrebbero fatto dimenticare le SO e pia ore di noia e di uniformità del Qiro, salvo qualche breve parentesi, ivi compresa quella della tappa di sabato ad Auronzo (noi non siamo di quelli che si smentiscono da un'ora all'altra, ma restiamo della nostra vecchia idea che se il Giro vuole salvarsi dalla decadenza in cui si è avviato ha bisogno di radicali ri/orme nella sua formula e nel suo regolamento), senza — ripeto — lasciarci prendere la mano dall'entusiasmo, diciamo pure che il tanto atteso < (appone > delle Dolomiti ha corrisposto in pieno alle previsioni avanzate a suo riguardo. Sfrondate di quanto di passionale e comune espressione dei paladini di questo o di quel campione (vale a dire, che c'era chi aspettava che Coppi €stracciasse* Koblet sulle salite e gli prendesse parecchi minuti all'arrivo oltre che sostituirlo al primo posto della classifica, oppure c'era chi si aspettava che la Maglia rosa si mostrasse nettamente superiore come scalatore al Campionissimo e vincesse tutti i traguardi del premio della montagna, oppure — ancora — entrambi dovessero clamorosamente cedere di fronte alla freschezza e alla potenza del loro più giovane avversario che è Fornara), la situazione come si presentava ieri mattino partendo da Auronzo verso i quattro colli sedalionati studiziosamente dalla natura al 25° al 65', al 95» e al 110° chilometro del- e a e a e e e i l - a la tappa che ne contava 164 in totale, era la seguente: 1) Koblet era in posizione privilegiata, dovendo egli soltanto preoccuparsi di difendere il vantaggio di due minuti conquistato nelle tappe di Follonica e di Auronzo; B) Coppi dovrà attaccare, e assolutamente distanziare il campione svizzero vuoi in salita, vuoi in discesa, guadagnandogli tutto il ritardo, e in più anche un solo minuto secondo per sostituirlo in tèsta alla classifica; S) Ancora più di Coppi, .Fornara aveva bisogno di attaccare Koblet, giacchè il suo ritardo rispetto alla Maglia rosa era superiore di 40" a quello del Campionissimo. Dunque, non solo le pretese e le speranze dei c ti/osi >, ma anche la logica, imponevano ai due italiani una condotta di gara nettamente e risolutamente offensiva, avendo come obiettivo di far fuori Koblet, infliggendogli il maggior ritardo possibile fino al momento che per ognuno il giudice di arrivo facesse scattare il cronometro. I fatti, invece, si sono svolti ben diversamente. Eliminiamo senz'altro Fornara dal bilancio che stiamo tracciando della « storica > Auronzo-Bolzano giacchè mai un momento egli è stato in grado di imporre e di mantenere una inisiativa personale, costretto com'è stato a rimanere continuamente nella scìa dei suoi due antagonisti, in un ruolo di stretta difesa. Una volta eliminato il terzo uomo rimanevano — soli sulla scena, secondo te previsioni già fatte alla partenza da Milano e poi man mano concretatesi col proseguire del Qiro — gli altri due favoriti, rimanevano Koblet e Coppi. Ed è stato il duello fra questi due prandi atleti del ciclismo quelIo ette ha dato vita ad una lotta oltremodo interessante, arrivo a dire altamente emozionante, giacchè contrariamente a quanto ai solito accade nelle tappe di montagna, non ti è visto uno dei due contendenti attaccare violentemente e subitamente l'avversario, piegarne le forze e demolirne le difese sino ad involarsi da quel momento verso il traguardo con un finale solitario e vittorioso. No: ieri non abbiamo assistito alla grande alla travolgente, alla indimentica bile impresa d'uno scalatore — che di valle in valle, volando nelle di scese e arrampicandosi come uno scoiattolo sulle salite compia per sè e per chi ha la fortuna di assistervi uno di quei capolavori che rimangono nella storia dello sport ciclistico (Coppi ne ha creati molti di questo genere ed anche Koblet — di lui assai più giovane — ne conta qualcuno nella sua carriera). Se cid fosse avvenuto, delle due l'una: o Coppi da ieri sarebbe Maglia rosa, oppure Koblet avrebbe raddoppiato o triplicato il suo lieve vantaggio in classi/Ica. Siccome ciò non i avvenuto, e i due rivali lllllllltlllllllIflItllllIllllllllllllllllllllllllllllllllllll sono entrati ruota a ruota sulla.pista di Bolzano e dopo una par- \venza di volata Coppi ha tagliato per il primo il traguardo ma il cronometrista ha segnato ad entrambi lo stesso tempo si deve forse ritenere che fra essi non si sia venuti ai ferri corti lungo il percorso ma che si siano limitati a una vana e inutile schermaglia senza morti nè feriti, voglio dire senza che uno dei due andasse k. of Ma no; ho già detto che la lotta c'è stata, che il duello è stato appassionante; soltanto, che Coppi non fta potuto atterrare Koblet e nè Suesti ha potuto fare altrettanto, r l'uno or l'altro, nel momento cruciale della corsa hanno preso il sopravvento; è stato un successivo alternarsi al comando della corsa che ogni volta pareva decisa, e invece di lì a poco mutava, ed il secondo si riportava in testa e viceversa, finché al gong finale il match tanto atteso è terminato alla pari, lasciando le posizioni come stavano. A conferma di questi emozionanti cambiamenti ai scena, piotiamo il primo episodio del duello Koblet-Coppl. Esso ha avuto per teatro la discesa dal Passo di Falzarego (dove in cima era passato primo Volpi per essere in fuga dal mattino, ma subito dopo scomparve e non ebbe più voce in capitolo); quattro uomini seguivano il vecchio toscano a meno di un minuto: Coppi. Koblet, Fornara e Carrea (tutti gli altri erano in ritardo, e non avranno più influenza nella corsa). Appena affacciatisi alla valle, Koblet scappa; e poiché egli ha già mostrato varie volte di essere un discesista col fiocchi, nessuna meraviglia che distaccas se i suoi avversari, e in quei 18 chilometri di strada polverosa e tutt'altro che scorrevole egli pren >desse ben t'15" di vantaggio a Cop- ltMIIIIIllllIlllllSISlllSlSSIIllSItllllllllllllIllllllllll .pi e a Fornara. A quel punto — si \ era giunti ad Arabia, posto di rir l e a é i , 8 e - era giunti ad Arab fornimento, a circa vieta strada da Bolzano — il primo round si chiudeva dunque nettamente a favore dello svizzero. Cosa sarebbe avvenuto nel secondo round sulla salita al Pordoit Nella carovana, ve lo dico subito cosa si pensò; si pensò che Coppi era bell'i spacciato; che Koblet non sarebbe stato più raggiunto; che Koblet, lanciato com'era, avrebbe vieppiù aumentato il proprio vantaggio. L'azione della Maglia rosa nell'aggredire e nel superare la terribile pendenza della strada era 'quanto di più bello, di più sciolto, di più elegante come leggerezza e fluidità di movimento si possa immaginare. Faceva venire in mente Coppi del '47, Coppi del '49, Coppi del '52 su questa od altre salite, quando Fausto compiva quei capolavori che gli meritavano l'appellativo di c scalatore alato ». Ahimè: la legge del tempo che decide della sorte e delle fortune degli uomini, ancora una volta stava dettando 41 suo inesorabile verdetto. Era fatale che il trentaquattrenne Coppi dovesse cedere di fronte al suo avversario molto più giovane. Eppure il secondo round era an cora lontano dal rintocco del gong che sul culmine del Pordoi ne avrebbe segnato la fine, che già Coppi si era ripreso dalla crisi iniziale a già partiva alla riscossa. I due minuti e mezzo di ritardo che aveva a metà salita, tanto irruente era stato l'attacco dello svizzero, poco alla volta diminuirono, e sul culmine erano ridotti esattamente alla metà (i cronometri diedero l'in" di distacco fra Koblet e la coppia Cop pi-Fornara). La situazione, come già detto, stava per cambiare. La speranza rinacque nei cuori di quanti fortunati assistevano alla lotta a distanza fra i due grandi campioni. Come il lottatore che si salva « in ponte » e che con una mossa inaspettata si libera dalla stretta dell'avversario e fulmineamente riesce a rimettersi all'impiedi, cosi Coppi stava poco alla volta riconquistando l'equilibrio e la parità con il suo antagonista. Che Koblet nella discesa dal Pordoi e nell'immediato inizio del quarto e ultimo colle della tappa soffrisse la fame per non essersi rifornito ad Arabba e sentisse mancargli le forze per proseguire nello sforzo è un particolare che qui non possiamo prendere in considerazione. Peggio per lui, se non può mangiare in corsa. E' una sua debolezza, è una sua deficienza di cui gli tocca sopportare le conseguenze, con una repentina e invincibile diminuzione di rendimento. .Voi stavamo assistendo a un duello per la vittoria del Giro; e soltanto c'importano le fasi di esso. E quella della salita al Passo di Sella, v'assicuro che fu una fase delle più avvincenti. Questo terzo round si svolgeva su una strada stretta e inghiaiata, nel corridoio lasciato libero da una doppia e nereggiante e continua e urlante siepe umana; ai fianchi, al di sopra dei boschi e dei ghiacciai, da una parte i paretoni gialli e neri del gruppo di Sella e dall'altra le moli immense del SassoIiin/70 e della Grohman delimitavano la scena grandiosa mentre nell'aria volteggiavano i primj flocchi della nevicata. Suonò il gong del terzo round, e Koblet — quegli che ancora pochi minuti avanti pareva il dominatore —, e Koblet era costretto a mettere un ginocchio sul tappeto! Coppi (ormai liberatosi di Fornara) lo aveva raggiunto e su¬ perato:-Coppi era passato prima sul culmine; Coppi si stava buttando nel solco verde e fiorito della Val Gardena col netto, col sor- Srendente vantaggio di l'io", 'avvero che come capovolgimento delle posizioni, questo che si era avverato sotto i nostri occhi meritava un commosso « bravo! »| per chi ne era stato l'artefice. Buttandoci anche noi come bolidi nella discesa affidati alla perizia del guidatore Paletto ed alla maneggevolezza della Nuova « 1100 >, ed inseguendo la maglia bianco-celeste di Coppi di tornante in tornante sempre più in basso verso la valle, pensavamo che l'ultimo round — quello che sarebbe terminato di lì a una lunghissima e ansiosa ora — sicuramente avrebbe consacrato con la vittoria di tappa del Campionissimo anche la soluzione a lui favorevole del duello con Koblet. Insomma, Coppi avrebbe dovuto mantenere il vantaggio; avrebbe dovuto almeno, solo in testa alla corsa, guadagnare al suo avversario € suonato » gli altri pochi secondi necessari per superarlo nella classifica. Senonchè, il Coppi che era nella nostra mente era il Coppi d'una volta, era il Coppi giovane, il Coppi delle fughe vertiginose, il Coppi imprendibile e irraor/iunflibile, il Coppi che non c'è più (oppure, il Koblet che lo stava inseguendo e a 14 chilometri dal traguardo lo riacciuffa è anch'egli un fuori classe, è anch'egli un atleta eccezionale, ormai dello stesso e pari valore del suo anziano e glorioso antagonista). Cosi è andato a finire che i due sono arrivati assieme a Bolzano, a nessuno essendo riuscito a mettere definitivamente a terra l'avversano. Il match è terminato con un verdetto di parità, ma siccome era soltanto nella tappa delle Dolomiti che Coppi avrebbe potu to riguadagnare il tempo perdu to, e cid non gli è riuscito, ci tocca concludere che sì egli ha vinto la tappa, ma ha perduto il Giro VITTORIO VARALE.

Luoghi citati: Arabba, Arabia, Auronzo, Bolzano, Follonica, Milano