La drammatica cattura a Venaria di un uomo imputato di omicidio

La drammatica cattura a Venaria di un uomo imputato di omicidio La drammatica cattura a Venaria di un uomo imputato di omicidio Per sfuggire all'arresto si getta dalla finestra, dal parapetto di un ponte si butta nella Oeronda, ferisce a pugni due agenti e devasta il negozio di un fotografo - Responsabile anche di rapine e furti Un uomo, imputato di assassinio, è stato arrestato dalla Squadra Mobile a Venaria. La cattura è avvenuta in drammatiche circostanze. L'altro ieri mattina tal Peppino Soverazzo fu Carlo di 28 anni, senza fissa dimora, offriva in vendita un taglio di stoffa a Porta Nuova. Gli si avvicinava un signore. Un cliente? No, era II brigadiere Maresca della Mobile. — Da dove viene questa stoffa? — Mah... veramente... non saprei... — Vieni con me In questura. In questura il Soverazzo era messo alle strette dalle precise domande del funzionarlo dott. Valerlo. — L'hai trovata per strada, questa stoffa? — No... naturalmente... — E allora? Chi te l'ha data? — Un. uomo... '— E' già qualcosa. Un uomo. E come si chiama? — Non so esattamente... Mele, mi pare... Casimiro Mele... è un tipo molto caratteristico... — Cioè? — E' alto, grosso, ha una forza spaventosa. Ha uno sguardo che fulmina le persone. Non avrà più di trent'anni... Forse abita fuori di Torino. Altro non so, lo giuro. Il Soverazzo — un poveraccio innocuo — sembrava sincero. Anzi, aggiungeva: — Questo Mele ha un difetto all'occhio destro. E' guercio o prcss'a poco... Il dott. Valerio fa eseguire accurate ricerche nell'archivio. Qui si giunge ad una scoperta molto interessante, un quasi colpo di scena. Casimiro o Calogero Mele altri non è che Ettore Malandrini di Davide di 27 anni,- da Savia di Taranto: Malandrini:, è un nome che è tutto un programma. Infatti lo ricercano le questure di Taranto e di Livorno per furti e rapine e lo ricercano pure i carabinieri di Addila presso Bari, per un' imputazione gravissima : assassinio a scopo di rapina compiuto appunto ad Adelfla, alcuni mesi or sono. La Mobile è in allarme. Dunque il Malandrini è a Torino o nelle vicinanze. S'Inizia cosi una brillante operazione che viene In breve tempo portata felicemente a termine: sotto le direttive del dott. Ferrito, reggente la Mobile, si gettano sulle peste del Malandrini il dott. Valerio, i marescialli Ceresa e Ferro, il brigadiere Maresca e gli agenti Falduto e Pirotta. Indagini febbrili, interrogatorii volanti negli am- bientl della malavita e alla fine il maresciallo Ceresa e l'agente Falduto riescono a strappare ad un pregiudicato un'informazione preziosa: a Venaria abita un tipo truce e muscoloso, guercio dell'occhio destro, che proviene dal Meridione... Ma costui non si chiama Malandrini, bensì Angelo Veziriot. Tuttavia il dott. Valerio non ha alcuna esitazione. Dice: « E' lui!». E parte con tutti i suoi collaboratori: ciascuno è ben armato e deciso a sostenere battaglia. Infatti ci sarà battaglia. Sono le quattro del pomeriggio. Gli agenti compiono una rapida inchiesta In Venaria. Non c'è dubbio. Angelo Veziriot e Ettore Malandrini sono la stessa persona. Il Malandrini ha preso dimora presso alcuni compaesani, che, come risulterà più tardi, ignorano completamente la losca attività del ricercato. Gli agenti sanno che è In casa. Salgono, entrano. Il Malandrini è a letto. — Che cosa volete da me — dice — io sono un galantuomo. — E a Bari cos'hai fatto? — A Bari? Non so niente, io... — Ignori d'esaere ricercato per omicidio ? — Omicidio? Ma avete voglia di scherzare... E' effettivamente un uomo atletico, dai grossi bicipiti e dall'ampio torace. Ma non sembra intenzionato a fuggire. SI tira su dal letto. Le lenzuola sono macchiate di sangue. Il Malandrini ha un lungo e profondo taglio alla regione glutea — Che ti è successo? — Non parlatemene. Ieri, per futili motivi, ho litigato con un contadino. E il contadino m'ha Infilato il tridente sotto la schiena... Il Malandrini si riveste, si mette le scarpe. Come ha finito di allacciarsi le scarpe ha uno scatto imprevedibile. Ributta gli agenti con uno spintone tremendo e poi si scaglia verso la finestra. Vicino alla finestra c'è una sedia. Monta sulla sedia, sfonda con un calcio la finestra, si getta di sotto. E' un salto di quattro metri. Il Malandrini cade e si rialza illeso. All'angolo della casa, di fazione, c'è l'agente Falduto che cerca di fermarlo. L'agente è un giovanotto aitante, ma l'altro è una belva scatenata e il furore gli centuplica le forze. Abbatte il Falduto e scappa. Arriva su di un ponticello che attaversa il canale Ceronda. Scavalca il parapetto e si lascia cadere in ac¬ qua. L'acqua è bassa. Il Malandrini guadagna la riva e rìsale poi laacarpàtà. Lo attende il ma rescialh) Ceresa, Il maresciallo lo affronta, impegna con lui una lotta accanitissima. Il Malandrini ha ancora la meglio e il sottufll clale s'accascia al suolo, ferito ad un braccio. Ma ormai siamo alle ultime battute. Il bandito attraversa la strada, per poco anzi non viene schiacciato da un autopullman. Gli agenti gli sono alle calcagna, lo minacciano con le armi in pugno. Egli non trova di meglio che infilarsi nel negozio di un fotografo. E' in trappola. Il fotografo si vede capitare dentro l'energumeno ansante. Poi gli uomini della polizia. Si scatena la battaglia conclusiva nel negozio. Il Malandrini si dibatte furiosamente, mena pugni all'impazzata e sferra calci. Due o tre volte sta per fuggire, ma alla fi' ne viene ammanettato. Gli agenti fanno per trascinarlo via; ma egli ha ancora uno scatto. Benché trattenuto da molte braccia, fracassa a calci mobili e vetrine del negozio. Nuova lotta e alla fine gli uomini della Mobile, energicamente, lo .riducono all'impotenza. Nella sua camera gli si trova refurtiva di stoffa per un valore di oltre 200 mila lire. Se ne stabilisce immediatamente la provenienza. Tre notti fa, a Caselle, qualcuno ha forzato la porta del retro del negozio di maglieria della signora Maria Perino Canova, in via Torino 2, ed ha rubato quei tagli di stoffa. L'autore del furto è dunque il Malandrini.. E durante il « colpo » si è ferito ai glutei, cadendo sopra un vetro. — Eri da solo a commettere il furto? — Non so niente. >— Come hai ' trasportato la refurtiva? — Non so niente. Vien tradotto in questura. Si è chiuso in un mutismo cocciuto. Ma quando gli parlano di Adelfla e dell'accusa di assassinio che gli pende sul capo, impallidisce e dà segni di grande turbamento. In serata è rinchiuso alle Nuove e medicato nell'infermeria del carcere. Intanto il dott. Ferrito, dopo aver elogiato la squadra che ha effettuato la cattura, riferisce i particolari dell'operazione al Questore. Il maresciallo Ceresa e l'agente Falduto ricorrono alle cure dei sanitari per le ferite riportate nella lotta. Sono entrambi un po' malconci, ma soddisfatti.