Nessun commento dei capi americani

Nessun commento dei capi americani Nessun commento dei capi americani (Nostro servizio particolare) Washington, 20 agosto. Il primo effetto sugli Stqti Uniti della conferma che la Russia Sovietica ha fatto esplodere una bomba ad idrogeno si è manifestato in una sola constatazione: dunque, Malenkoff non ha bluffato. Quando il Presidente del Consiglio russo annunciò l'ot- to agosto scorso che gli Staff ferà ieri a New York, ha con Uniti non erano più i soli a possedere il segreto della « HBomb », la sua dichiarazione venne accolta con un misto di allarme e scetticismo, per quanto il presidente della commissione dell'energia atomica Lewis Strauss, avesse detto subito che se i russi non l'avevano ancora, vi era da aspettarsi che l'avessero più tardi. Curante la notte da ieri ad oggi, la conferma è venuta, prima da Mosca, poi dallo stesso ammiraglio Strauss. L'annunolo ufficiale del capo della commissione è stato dato in questi termini: « L'Unione Sovietica ha effettuato un esperimento atomico alla mattina del le agosto. Certe informazioni in questo senso sono pervenute a nói quella notte stessa. ■ Successive informazioni in proposito indicano che l'esperimento effettuato comprendeva sia la fissione che la- reazione termonucleare ». L'annuncio proseguiva ricordando che tre anni fa gli Stati Uniti avevano decìso di accelerare il lavoro nel campo di tutte le armi atomiche e che reazioni simili a quelle avvenute nell'ultima prova sovietica erano state ottenute già nel 1951 e 195£ ad Eniwetok. Quest'ultima frase ha prodotto una certa sensazione in quanto era stato ritenuto che il primo esperimento con la bomba ad idrogeno fosse stato effettuato lo scorso anno-e non già due anni fa. Non vi è stato nessun com mento ufficiale alla notizia. Il Presidente Eisenhower, che e i i è , l i i a e e e ferito, durante la sua breve visita, con Strauss e con il suo esperto di guerra psicologica, C. D. Jackson, e si crede che in tale occasione il Presidente abbia ricevuto una relazione sulla esplosione. Quando è tornato in serata a Denver, dove passa le vacanze, la nottòia era già weita, ed egli si è rifiutato di commentarla. Il Dipartimento di Stato è rimasto ugualmente muto, tanto più che anche il Segretario di Stato, Foster Dulles, è in vacanza. sul suo isolotto nel Lago Ontario. Evidentemente, l'annuncio della Commissione dell'energia atomica era già stato preparato in precedenza e avrebbe dovuto essere diramato più, tardi ad un momento psicologicamente più' appropriato. Ma il comunicato ufficiala eméssa a Mosca ha affrettato i tèmpi. Dato che il pubblico americano era stato assicurato che gli Stati Uniti dispongono di una rete di stazioni di controllo che possono accertare se vi sia stata una esplosione atomica in qualunque parte del mondo, si trattava di confermare che la rete funziona. La rete, un complesso di £80 stazioni che compiono analisi dell'aria a regolari intervalli insieme con gli aerei appositamente equipaggiati per fungere da laboratori volanti e che operano in vicinanza della costa siberiana, ha funzionato. Le reazioni americane non si fermano nè alla constatazione che la <H» o <Hell-bomb>, la bomba infernale, sia ora anche in mano sovietica, nè alla constatazione che la rete di controllo ha fatto il suo dovere. Le reazioni sollevano tutta una serie di problemi, alcuni nuovi, alcuni vecchi, ma tutti divenuti ora di pressante attualità. La prima domanda che si pone il pubblico è: Che cosa abbiamo da temere se scoppiasse la guerra t Dicono gli esperti americani che l'America si trova meglio preparata ed è meno vulnerabile della Russia in quanto ha un più grande deposito di bombe atomiche, in quanto dispone di maggiori riserve di uranio e di altre materie fissili, in quanto la sua industria è più formidabile di quella sovietica, in quanto dispone di basi aeree più vicine alla Russia. Ma con tutto questo, aggiungono, una' sola « Super bomb> su Chicago o Detroit farebbe probabilmente infinitamente' maggior danno di una bomba centrata su un complesso industriale in Siberia. E non c'è nessun esperto che voglia negare che i russi possono colpire se veramente lo vogliono. Il raggio della distruzione che una bomba ad idrogeno produrrebbe sarebbe dieci volte maggiore di quella prodotta da una delle < antiquate » bombe atomiche, in quanto l'energia liberata nel processo che si compie quando un detonatore atomico fonde i -nuclei degli isotopi dell'idrogeno trasformandoli in un elemento solo, l'elio, è mille volte maggiore di quella della bomba lanciata su Hiroshima. Mentre la bomba di Hiroshima aveva un potere esplosivo uguale a dieci mila tonnellate di T.N.T. (trinitro toluene) quella a idrogeno ne raggiunge uno pari a venti milioni di tonnellate. Ciò significa che entro un raggio di 16 chilometri la bomba distruggerebbe praticamente ogni vita. Danni minori si estenderebbero per un raggio di quarantacinque. Qualunque città statunitense potrebbe essere distrutta da una sola « H Borni) ». Ciò che ci vuole — e stamane lo dice per esempio il Washington Post — è un controllo internazionale rigoroso della produzione di macchine atomiche, è un nuovo passo per cominciare negoziati per il disarmo, ed è, più di ogni altra cosa, una costante e intensificata azione nel campo delti politica estera per rafforzare i legami con i Paesi del mondo libero. Più che mai, l'Americ viene richiamata alla necessità di avere amici ed alleati, v.

Persone citate: Eisenhower, Foster Dulles, Hell, Lewis Strauss, Strauss