Si indebolisce l'alibi dell'accusato che continua a negare disperatamente

Si indebolisce l'alibi dell'accusato che continua a negare disperatamente Si indebolisce l'alibi dell'accusato che continua a negare disperatamente Cinque persone risultano fermate nella caserma dei carabmine bersagliato da stringenti contestazioni Riconosciuto poggia su dichiarazioni di alcuni compogni dell'accantona Il nostro inviato ci telefona da Courmayeur: Da trenta ore un giovane amico di Angela Cavallero viene interrogato nella caserma dei carabinieri sotto la terribile accusa di assassinio. Egli si difende con forza disperata, aggrappandosi a un alibi che pare debba crollare da un momento all'altro. Cita continuamente nomi di persone e date, tentando di sfuggire alla rete di sospetti entro la quale si sente avvolgere e soffocare. Le generalità del presunto omici¬ dio dei fotografi. Talvolta (come per esempio accadde ieri a Mario Pavese) vengono ritratti dei villeggianti della pensione torinese i quali non sono interessati alla vicenda. Tutti quelli che abbiamo personalmente avvicinato sperano che i carabinieri arrestino nel piti breve tempo possibile il vero assassino, anche nel deprecato caso che il colpevole avesse vissuto fra loro. tie indagini dei carabinieri si sono orientate verso l'ambiente nel quale Angela Cavai Il portatore Bey ha trovato il coltello dell'assassino nella Dora da non sono state rese note: il suo volto e la sua figura verranno conosciuti quando le autorità inquirenti presenteranno denuncia al Procuratore della Repubblica, dott. Tacconi, il quale a sua volta spiccherà, se necessario, il mandato di cattura. Per ora egli è trattenuto in stato di fermo e salvo brevi interruzioni per i pasti o per un riposo ridotto al minimo indispensabile, subisco confiniti incalzanti intcrrogatorii. Pallido e spettinato, risponde alle domande con sicurezza, supera e risolve facilmente le contraddizioni in cui cade, nega con ostinazione ogni responsabilità. 1 carabinieri, a quanto è possibile sapere da indiscrezioni, non hanno contro di lui prove decisive, ma indizi gravi e sospetti fondati su circostanze imoppugnabili. Non è esagerato dire che negli ultimi due giorni l'aspetto della stazione dei carabinieri sembrava quello di un quartier generale. Il tenente Valtinori, che dirige le indagini, il tenente Petrncci, della sezione Borgo Dora di Torino, il maresciallo De Michela, della Squadra investigativa, il maresciallo Suppo, di Morgex, e il maresciallo Bosotti, erano tutti presenti a Courmayeur. Nella breve piazzetta che dà sulla principale Rue de Rome sostavano le « jeep >, le camionette, le auto e alcune moto in dotazione dell'Arma, pronte a partire appena se ne presentasse la necessità. Il Procuratore della Repubblica e il capitano Pasini di Torino venivano tenuti informati degli sviluppi della situazione per mezzo di telefoni e per via radio. L'afflusso delle persone che dovevano essere interrogate è cominciato alla mattina verso le ore 9 quando i carabinieri giungevano dall'accantonamento torinese di Entrèves portando con sè quattro uomini e tre ragazze che avevano conosciuto la sventurata Angela Cavallero. Fra essi si trovavano il marito e il figlio della signora Carla Bocca, gerente della pensione alpina. Apparivano tutti stanchi e tristi. Anche un uomo di circa trent'anni veniva accompagnato poco dopo in caserma. Nel pomeriggio le ragazze erano tutte rilasciate una dopo l'altra. Verso seri il signor Bocca padre e ali., due testimoni potevano uscire dagli uffici dove avevano ripetuto le loro deposizioni già rese davanti alla polizia e all' autorità giudiziaria. Rimanevano il figlio della gerente dell'accantonamento. Alberto Vincenzo Bocca, di 29 anni, operaio della HIV, abitante a Torino in via Catti 18, un ragazzo descritto come mite e onesto, e un altro giovanotto, un trentenne, che sarebbe stato ex-dipendente di un servizio annesso alle forze di polizia. I due venivano interrogatila lungo. Poi, dopo la mezzanotte, tutti gli sforzi furono rivolti a conoscere la verità dalla bocca del presunto assassino. Il riserbo dei carabinieri verso i giornalisti diventava ancora più stretto. Nella mattinata di oggi, dopo aver fatto portare all'individuo indiziato la colazione, ricominciava il febbrile incalzare delle domande. Fra coloro che attendono con maggiore ansia, addirittura con un intimo tormento, il risultato dell'inchiesta, sono gli ospiti dell'accantonamento torinesi di Entrèves. Si tratta per lo più di onesti lavoratori, di giovanotti cordiali e di ra lero aveva trascorso i suoi ultimi giorni, dopo che le altre ipotesi formulate sull'origine del delitto si erano rivelate poco probabili. Prima fra queste venne scartata la supposizione che la bionda Angela fosse stata soppressa da un'altra donna. In tal modo non si sarebbe potuto spiegare la circostanza della salma rinvenuta seminuda, mentre gli abiti giacevano riposti con ordine a qualche metro di distanza. Inoltre pareva strano che una rivale dominata dalla furia della gelosia non sfregiasse il viso della nemica. Infine non si poteva scoprire alcuna ragazza che nutrisse così profonde ragioni di rancore verso Angela Cavallero. La seconda ipotesi, molto più verosimile, era stata la seguente. Un maniaco sessuale, un sadico, sorprende la giovane sola e in prendisole sulla riva della Dora. La passione lo acceca e lo travolge. Egli costringe la fanciulla a seguirlo nel folto cespuglio e poi per venti volte infigge la lama nelle sue carni. Il perito settore sembrava ritenere questa supposizione molto probabile. Si aggiungeva poi la denuncia di qcnebmcndcsdpispaalldticnRhclniuctIILIIIIlMIIIIIlllllllIlllllIilIlllllITllllMIIllllllllItllll SENZA INTERRUZIO inieri ■ Per oltre trenta ore come suo il coltello trovato mento Ricostruito il cam una suddita tedesca diciottenne aggredita nella località del delitto da un giovane biondo armato di coltello. Tutte le indagini si concentravano su questa fantomatica figura, che prendeva uno fisionomia precisa quando la polizia fermava a Prè St-Didier un ragazzo biondo, pregiudicato per reati contro il buon costume. Questi però veniva riconosciuto innocente perchè nei giorni della aggressione e dell'omicidio non si era mosso da una segheria dove lavorava Prendeva quindi consistenza la terza ipotesi, ossia che Angela Cavallero fosse stata soppressa da una persona che conosceva bene e con cui ero stata in rapporti di amicizia. L'inchiesta si sviluppavo a Torino fra i conoscenti e gli ammiratori della ragazza e qui ad Entrèves fra i suoi compagni di villeggiatura. Si raccoglievano vóci non sempre esatte nè controllabili. Al Procuratore della Repubblica giunsero lettere molto esplicite ma non firmate. Si apprese che un giovanotto aveva corteggiato senza successo la bella sartina. Costui avrebbe detto rivolto ad Angela: «Devi deciderti a venire con me perchè domani arrivano i tuoi genitori. Devi de cidcrti, se no saranno guai ». Voleva scherzare, l'innamorato respinto, o intendeva effettivamente vendicarsit Su una lettera scritta ai genitori, Angela parlava con soddisfazione c gioia della vita dell'accantonamento fra gente leale e buona. Ma soggiungeva poi: * Peccato che uno guasti sempre tutto... ». Quest'uno era il suo corteggiatore f E dove era, quando la ragazza venne uccisa? Tali domande forse hanno aia ricevuto una risposta esauriente c definitiva nel verbale raccolto dai carabinieri, ma nulla di ufficiale è stato comunicato. Gli stessi carabinieri avrebbero ricostruito il delitto secondo una linea psicologica molto verosimile. L'uomo respinto avrebbe sorpreso verso il mezzogiorno di sabato la ragazza che si riposava sull'erba per prendere il sole. L'avrebbe costretta a spogliarsi e a scendere al riparo del cespuglio. La ragazza avrebbe sfogato con parole amare il suo disprezzo ver l'ignobile comportamento dell'aggressore e costui, folle d'ira, la uccise con venti coltellate. . Le indagini dei carabinieri in questi ultimi giorni sono anche state favorite da un fatto nuovo: un portatore. Luigi Rey, di hi anno, da Dolonnc, ha rinvenuto ieri mattina il coltello ohe l'assassino usò per l'omicidio e poi gettò aperto nell'acqua. Quest'arma giaceva in una «sabbiera-», ossia in una piccola fossa dove si raccoglie la rena della Dora a trenta metri dal posto del de¬ llillllltllillMllltllllllllllElllllllllllilllllil llllI NI LA TRAGICA CATE il presunto autoie del cri nella Dora La sua difesa mino seguito dalla vittima litto, naturalmente verso la valle. Si tratta di un coltello a serramanico coti la lama lun.. ga sette centimetri e mezzo'e larga uno e arrugginita. Dai primi accertamenti risulta che è rimasto in acqua non meno di sette giorni. Degli altri oggetti rubati alla vittima nessuna traccia. I carabinieri hanno compiuto un nuovo sopraluogo sulla tragica riva della Dora dove fu assassinata la Cavallero. Essi sono partiti dal centro del paese, ove press'a poco è situato l'accantonamento torinese, e si sono diretti per la via più rapida verso il cespuglio dove fu compiuto l'omicidio. Il loro scopo era di stabilire il tempo che può avere impiegato l'assassino nell'andare e nel tornare dal luogo del delitto. q, n. Hiiiiiiiimiiiminiiiiiiiiiniiiiiiimiiiniiiiimn

Luoghi citati: Courmayeur, Entrèves, Morgex, Torino