Le isole greche sotto il flagello dei terremoti, degli incendi e del maremoto

Le isole greche sotto il flagello dei terremoti, degli incendi e del maremoto Le isole greche sotto il flagello dei terremoti, degli incendi e del maremoto il disastro assume le proporzioni di una spaventosa catastrofe • imprecisato il numero delle vittime Altre violente scosse hanno completato la distruzione di Cefalonia e di Zante - Lingue di fuoco visibili a chilometri di distanza - Il Governo di Atene ordina lo sgombero totale di Itaca • Anche la fiotta inglese e quella americana impegnate nei soccorsi - Un ponte di elicotteri tra la terraferma e le località devastate (Nostro servizio particolare) Atene, 12 agosto. La tragedia che s'è abbattuta sulla Grecia assume proporzioni spaventevoli. Da quattro giorni l'intera regione del Peloponneso è squassata da scosse di terremoto che si susseguono quasi ad ogni ora. Ieri il bilancio era di oltre quattrocento morti, di centinaia e centinaia di feriti, di migliala e migliaia di famiglie rimaste senza casa. « Stiamo affondando » Questa sera quelle cifre sono paurosamente aumentate. Nessun comunicata ne dà l'indicazione approssimativa, ma le autorità non nascondono che il disastro ha assunto tutti i caratteri di una catastrofe nazionale. Nuove scosse, infatti, hanno provocato oggi il crollo d'ogni edificio rimasto ancora in piedi nello isole di Cefalonia e di Zante. I drammatici messaggi che arrivano da quelle zone annnunciano che tanto l'una che l'altra isola < stanno affondando >. Si ritiene che tale espressione voglia riferirsi alle gravi inondazioni provocate dal maremoto che ha fatto seguito al movimento tellurico. Migliaia di abitanti delle due isole vivono nel terrore e numerosi villaggi sono totalmente bloccati e isolati da grosse frane e da immani spaccatu-ì re apertesi nel suolo. Profughi che sono riusciti a raggiungere la terraferma hanno dichiarato che la violenza del maremoto ha fatto crollare interi gruppi dì edifici, seppellendo centinaia di persone sotto le macerie. E grandi incendi divampano fra le rovine, visibili a chilometri di distanza da bordo delle navi inglesi, greche e americane in rotta verso le zone devastate. Il ministro della Previdenza Sociale recatosi sui luoghi ha cosi telegrafato al Presidente del Consiglio, Papagos: < Situazione eccezionalmente tragica. Catastrofe senza precedenti. Occorrono altri elicotteri per i servizi di soccorso. Grandi estensioni di terreno totalmente devastate*. Ieri pomeriggio, le isole e l'intero Peloponneso avevano tremato quindici volte, oggi il fenomeno si è ripetuto solo quattro volte, ma in maniera terrificante, aggiungendo sciagura a sciagura in quelle martoriate regioni. Ora il solo desiderio delle popolazioni è di allontanarsi, di fuggire dalle isole in rovina e trasferirsi sul continente. Cefalonia, la più grande delle isole, è stata la più duramente provata. Due sue città possono considerarsi cancellate dalla faccia della terra: Argostoli, la capitale, e Lixouri sono finite di crollare stamane alle 11,10 (ora locale). In quel momento anche la capitale della Grecia ha sentito la terra tremare: il locale osservatorio ha visto spezzarsi i delicati sismografi sotto la violenza delle scosse. L'epicentro, secondo gli scienziati, è ancora e sempre nel mare Jonio e la nuova ondata ha avuto una intensità pari a quella ohe si era verificata durante le prime ore del mattino e che ha fatto salire a < cifre altissime* il numero delle vittime. Colonne di fuoco Argostoli conta 8300 abitanti, Lixouri quasi 6000. Entrambe sono situate sulla costa sudoccidentale di Cefalonia, che ha una popolazione totale di 67 mila abitanti. La maggior parte di questa isola è montuosa e le coste sono frastagliate e scoscese. Dalla costa settentrionale si possono vedere alte colonne di fumo salire al cielo nelle vicinanze dell'isola di Itaca. Le autorità di Cefalonia hanno rivolto urgenti appelli richiedendo imbarcazioni per trasportare i superstiti sulla terraferma. Sempre secondo le autorità i danni a Cefalonia sono c Incalcolabili y e le operazioni di soccorso gravemente ostacolate dalla mancanza di acqua potabile e dì elettricità. Bisogna risalire a vent'annl fa per ritrovare una catastrofe di tanta entità: allora il terremoto distrusse quasi totalmente Corinto, causando centinaia di morti e migliaia di feriti. Le nuove scosse hanno dato il colpo di grazia anche a ciò che era rimasto dell'isola di Itaca: la capitale, Vathy, non risponde agli appelli che ininterrottamente le vengono lanciati dal continente. Itaca, che tante sofferenze aveva sopportato ieri e l'altro ieri, è stata investita anche dal maremoto che è seguito alle scòsse, e ondate immense si sono abbattute lungo la costa, penetrando fino a grande distanza nell'Interno della piccola isola. Ai piloti che l'hanno sorvolata per lanciarvi coi paracadute viveri e medicinali, è apparsa una desolante visione: ovunque era il caos e la distruzione. A Vathy, soltanto una cinquantina di case sono rimaste in piedi delle S000 che formavano la graziosa bianca cittadina, e la popolazione è tutta mobilitata per disseppellire i suoi morti, per curare i suoi innumerevoli /eriti. Anche qui manca l'acqua e l'elettricità e il disagio aumenta d'ora in ora per i sopravvissuti, sprovvisti di tutto, Isolati come sono dalla distruzione degli impianti portuali e delle linee di comunicazione. E dovunque divampano gli incendi: dalla vicina isola di Santa Maura si vedono alte colonne di fumo, segno che il fuoco è intervenuto ad aggravare le condizioni già disastrose della gente colpita. A Zante e Cefalonia Il Governo sta organizzando l'invio di soccorsi, ma l'impresa è tutt'altro che facile dovendo provvedere a rifornire centinaia di località, ognuna molto distante dalle altre: gli aerei lanciano il materiale più urgente mentre l mezzi della Marina da guerra sono mobilitati per trasportare forti quantitativi di viveri e oggetti d'ogni genere alle popolazioni più bisognose. • Anche l'isola di Zante ha risentito delle quattro scosse odierne specie il versante che si affaccia sulla costa del Peloponneso, I villaggi di Sami e Efthimta, sull'isola di Cefalonia, sono rimasti anch'essi quasi totalmente distrutti. (150 vittime sono state finora ricuperate). Le mura delle prigioni di Argostoli sono crollate sotto i violenti sussulti della terra: la gendarmeria ha provveduto a radunare tutti i detenuti, alcuni condannati all'ergastolo, in un grande spiazzo della cittadina sotto la attenta vigilanza del reparti armati. Un battello da sbarco della Marina greca è partito stasera da Patrasso con un distaccamento di poliziotti per tradurre i detenuti sul Continente. Ma non sarà facile a questa unità at- traccare nel porto semidlstrutto: l'Imbarco del prigionieri dovrà essere effettuato con mezzi di emergenza. Stilla nave < Alfeios >, che è riuscita a raggiungere il porto di Argostoli con un carico di generi di prima necessità, è sbarcato nell'isola di Cefalonia' il ministro della Previdenza Costantino Adamopoulos. Anche un grande albergo di Argostoli, nell'isola di Cefalonia, è andato completamente distrutto, ma 68 turisti francesi che vi si trovavano in vacanze sono tutti salvi e vivono attualmente sotto le tende. La città di Zakynthos, capoluogo dell'isola di Zante, è andata distrutta questa mattina. Molti incendi divampano fra Ze rovine. Il numero delle vittime non è ancora noto. Il Governo greco ha chiesto all'Ambasciata americana di inviare una nave ospedale e quanti più elicotteri è possibile per lo sgombero dei feriti. Latte e pane verranno lanciati domattina coi paracadute ai superstiti che hanno cercato riparo sulle colline o nei campi. Il presidente del Consiglio, Papagos, ha costituito una Commissione, sotto la presidenza dell'arcivescovo primate della Chiesa greca, per la raccolta di fondi. Tutti i capi delle Missioni di¬ ' plomatiche hanno espresso il dolore e la solidarietà dei loro rispettivi Paesi per la catastrofe che ha colpito la Grecia. L'Incaricato di affari america no ha annunciato che il suo Governo mette a disposizione tutte le unità navali e aeree che si trovano nella zona, per l'opera di soccorso. Contemporaneamente ha pure messo a disposizione del Governo greco ingenti quantitativi di viveri e materiale sanitario. A Itaca è sbarcata questa sera una delegazione britanni' ca per. la distribuzione.'di vi veri e indumenti ai ragazzi dell'isola; e il capo della Missione navale britannica In Gre eia, contrammiraglio W. T. SeibV, seguendo l'esempio americano1 Ha "messo xr disposizimi e, per le operazioni di soccorso, tutti i servizi della flotta del Mediterraneo. Il cacciatorpediniere britan nlco < Daring >, da Z610 ton nellate, è partito da Malta con medicinali e.viveri diretto verso io'«Zite'isole' maggiormente devastate. Frattanto alcuni elicotteri stanno già effettuando un c ponte aereo > per traspor lare i feriti negli ospedali della terraferma. Re Paolo di Grecia e la regina Frederika hanno espresso il desiderio di recarsi al più presto a visitare le zone martoriate. E' probabile che entro domani compiano il loro giro di Ispezione alle isole devastate dal flagello. Notizie non confermate annunciano stanotte da Patrasso che la cima del monte Aenos, situata ad una quota di oltre 1500 metri, nell'isola di Cefalonia, si sta spaccando in due. E' principiata l'evacuazione de\ superstiti. Già 500 persone sono giunte a Patrasso, eoo a Kerkyra e altre 300 al Pireo, ii porto di Atene. Le autorità hanno ordinato lo sgombero totale di Itaca, minacciata di completa distruzione e diverse navi stanno convergendo da tutti t punti sull'isola per raccogliere gli abitanti L'Incrociatore Inglese < Barngla> che era sulla rotta Port Said-Malta è stato dirottato verso la Grecia. a. f. In Cefalonia,' devastata dal terremoto, 1 superstiti s'accampano all'aperto con le loro masserizie (Radiofoto

Persone citate: Corinto, Re Paolo