I comandanti alleati

I comandanti alleati STALIN MI HA DETTO I comandanti alleati Alto elogio di Churchill, il migliore di tutti, nato uomo di guerra - Enormi difficoltà di Mac Arthur nel Pacifico Un "errore,, di Eisenhower in Sicilia: si fidò troppo di Alexander • Vero capolavoro il rapporto di Marshall a Yalta - "Se gli S.U. hanno potuto formare simili comandanti, sono proprio capaci di diventare una grande potenza,, Nel gennaio '42 erano rimasti una sera a cena con mio aio il segretario Poskrebyscev, il gen. Koroteyev e Molotov, nell'attesa che giungesse anche il maresciallo Shapoznikov. Nella piccola stanza scavata sotto il Cremlino non giungeva alcuna eco della battaglia, che pure si svolgeva a poche decine di chilometri da Mosca. Il discorso cadde sulla campagna di Francia, e mio zio disse, parlando del generale Weygand: « Credo che, se Weygand fosse stato a capo delle forze franco-inglesi già nel maggio del '40, Hitler non avrebbe vinto tanto facilmente. Weygand è un reazionario dei più neri, ma è stato il miglior generale della nostra epoca, uno dei pochissimi militari francesi che non si stano lasciati dominare dalla mentalità della guerra coloniale ». Dopo questo elogio di Weygand, non mancarono le critiche agli altri comandanti occidentali, tanto che Molotov ad un tratto domandò: « Secondo voi, allora, chi è adesso il più capace fra i generali dei nostri alleati fy. « Churchill », rispose Stalin senza esitare. < Ma Churchill non è un militare ». «Si, perchè ha frequentato l'Accademia. E poi ha la guerra nel sangue. Gli viene dai suoi ascendenti, i duchi di Marlborough ». ' <Ma preferisce la marina all'esercito ». < La marina è il suo debole — continuò Stalin — perchè in Inghilterra la maggior popolarità tocca agli ammiragli, non ai generali. Inoltre vuol rifarsi della brutta figura, che gli fecero fare a tutti i costi sui Dardanelli nel 1916. Io ho studiato a lungo tutta quella storia e sono convinto che, se avessero lasciato Churchill insistere dopo i primi scacchi, la Intesa avrebbe vinto due anni prima passando per la Turchia ». Quasi due anni trascorsero dopo questa conversazio¬ IIIIIIIIIlllllllllllllllllllllllllilllllllllItllllllllllill ne. Nel '43 fui di nuovo a Mosca e ripresi il mio lavoro presso la segreteria di Stalin. Ebbi modo così di conoscere il pensiero di mio zio su altri generali alleati. Di Mac Arthur disse: <Non è facile giudicarlo: conduce una guerra in condizioni talmente particolari, e sconosciute a noi continentali, che talvolta sembra non avere nemmeno delle concezioni strategiche. Ho tuttavia l'impressione che sia piuttosto un generale da "fucilieri di marina", e che subordini tutto alle esigenze della strategia navale; d'altra parte si vede che incontra delle difficoltà gravissime nella realizzazione dei suoi piani, ma che le sa superare con una magnifica capacità di adattamento. Di fronte alla enorme superiorità numerica dei giapponesi nel Pacifico, non si può negare che riesca talvolta a ottenere dei veri miracoli! <-Una cosa, comunque, è chiara per me: terminate le operazioni nel Pacifico, Mac Arthur potrà ben difficilmente adattarsi a combattere su fronti normali: la "guerra delle isole " gli lascerà troppe deformazioni professionali ». Montgomery contro Rommel Un'altra volta si parlava di Eisenhower; era l'ottobre del '43, e in Italia si combatteva aspramente sul Volturno. Stalin non esitò a riconoscere che Eisenhower era uno dei più. brillanti generali occidentali, ed elogiò senza riserve il suo piano di sbarco in Africa del Nord, in Sicilia e nell'Italia meridionale, ma aggiunse: € L'idea di dividere i tedeschi dagli italiani nella parte settentrionale della Sicilia era giusta; però Eisenhower commise un errore capitale: invece di guidare personalmente l'operazione, si fidò troppo di Alexander, il comandante del suo 15° gruppo di armate, e i paracadutisti che dovevano conquistare gli aerodromi finirono assai lontani dai loro obiettivi. Un piano ideato in modo perfet- IlllIIIIIIIIIIiMllIIIIIIIMIlllllIIIIIItlllllIflIIIItllIlB to, è stato li li per trasformarsi in un disastro ». Il maresciallo Voroscilov che assisteva alla conversazione (era arrivato il giorno prima da Leningrado per un rapporto a Stalin), gli fece osservare: « Credo che ti sbagli... Prima di tutto le unità aerotrasportate non erano al comando di Alexander, bensì di Montgomery. Inoltre il comandante indicò la località giusta per atterrare, ma gli apparecchi erano in gran parte aitanti che, per un errore di navigazione, lanciarono gli uomini lontano dagli obiettivi ». « Ascolta, Klim — rimbeccò vivacemente Stalin. — Se fossi stato io al posto di Eisenhower e tu a quello di Alexander, non avresti mai osato presentarti a me con simili spiegazioni! Bello, un errore di navigazione che manda a monte l'annientamento completo del nemico... Ecco quel che può capitare, quando il comandante supremo si fida del suo comandante d'armata, e questi dell'ufficiale addetto al servizio meteorologico! ». «Per me la cosa è chiara: Eisenhower è brillante, ma difetta di autorità sui generali in sott'ordine, e gli manca pure la volontà e la tenacia per imporre l'esecuzione delle sue direttive. Quanto ad Alexander e a Montgomery, hanno già dimostrato a sufficienza in Sicilia che saranno ben capaci di ripetere errori del genero. (Un anno dopo questa conversazione, Montgomery ordinò l'attacco dei paracadutisti ad Arnhem, in Olanda: poteva essere un colpo decisivo per le operazioni nel Nord, e invece si trasformò in un disastro). Mio zio tornò a sedersi al tavolo, ma Voroscilov volle continuare la sua difesa del maresciallo inglese: « Tu sei ingiusto verso Montgomery — disse. — E' un tattico brillante, e...». €Non discuto i suoi talenti di tattico — lo interruppe Stalin — e riconosco che non era facile vincere un avversario come Rommel in Africa, pur disponendo di una superiorità schiacciante in carri, artiglieria e aerei. Ma non dimenticare che aveva il fianco destro interamente protetto dalla flotta e che col fianco sinistro si appoggiava al deserto; il suo compito si limitava a spezzare col fuoco le linee nemiche, senza necessità di manovra ». «Si. Afa Rommel avrebbe potuto manovrare contro di lui come aveva fatto contro Wavell, Ritchie, Auchin- Attento, Klim! « Klim, — lo rimbeccò mio zio — se continui a dire cose simili, proporrò al Consiglio Supremo di toglierti il grado di maresciallo! Io non so davvero dove gli inglesi abbiano preso un generale come Ritchie, e che abbia fatto costui prima di diventare comandante in Africa! Qualcuno mi disse che Ritchie era soprattutto forte nel fare la guerra col gin e col whisky. Era, insomma, l'ufficiale tipico, di quelli buoni a combattere in India contro i ribelli della frontiera*. Nel '45, a Mosca, Stalin parlò un giorno anche del generale Marshall. <Il rapporto che ci ha fatto a Yalta — disse — è il più brillante documento militare che io abbia mai udito in tutta la mia vita. Marshall quel giorno improvvisò senza alcuna nota o appunto, e ci diede delle cifre, parlò delle direttrici dell'offensiva imminente, fornì tutti i particolari tecnici di esecuzione nei diversi settori di combattimento. Questo generale fu per me una vera rivelazione come capo di eserciti e pensai che, se gli Stati Uniti hanno potuto formare simili comandanti, sono proprio capaci di diventare una grande potenza militare, non soltanto una forza industriale e finanziaria! ». « Compresi anche — continuò poi mio zio — che nel suo rapporto c'erano delle cifre gonfiate e che esagerava nel numero delle divisioni americane e inglesi; ma si trattava evidentemente di una direttiva avuta da Roosevelt, che ha sempre avuto la tendenza a gonfiare lo sforzo di guerra del suo Paese. Dal punto di vista militare, però, il rapporto di Marshall resta un vero capolavoro », Contrasto evitato // generale aveva parlato di 90 divisioni a disposizione di Eisenhower, di cui 30 corazzate con 9800 carri e 4SS0 bombardieri pesanti; le informazioni del nostro stato maggiore, invece, davano 82 divisioni, di cui SS blindate, con 8200 carri e circa 4000 bombardieri. Ma nè Stalin, UlllllllllIlllllllllllllllllllllllllllllllllllllillll>lll nè i nostri delegati miKtari a Yalta replicarono alle cifre di Marshall: si era alla vigilia dell'offensiva generale, risolutiva; le truppe russe avrebbero dovuto congiungersi con quelle alleate sull'Elba, e non era da escludere che proprio nella fase conclusiva della guerra sorgessero motivi di attrito fra la Russia e gli altri vincitori, specialmente a proposito della Polonia. Molotov fu del parere che Marshall fornisse ad arte delle cifre un poco esagerate per impressionare lo stato maggiore sovietico; mio zio, invece, non condivideva del tutto questo punto di vista, ed escludeva qualsiasi possibilità di' urto con gli alleati. Comunque, tutti furono d'accordo nel sorvolare su questo punto, e così a Yalta venne eliminato un motivo di attrito, che poteva diventare pericoloso. Budu Svanidze Copyright de '« La Stampa » e dell't Opera Mundi » illllllltll*linilllllllllllllllIlllllllllllltMlllfllllllll