Serata con i legionari nei quartieri del vecchio porto di Gigi Ghirotti

Serata con i legionari nei quartieri del vecchio porto Serata con i legionari nei quartieri del vecchio porto Un bergamasco si sveste dell'uniforme per andare a passeggio con la fidanzata marsigliese - In Indocina centinaia di giovani italiani sono morti o dispersi - Ferrea disciplina e molta amarezza - "Un pasto al giorno, ma in Italia,, (Dal nostro inviato speciale) Marsiglia, 1 agosto. Il « Quai dea Bélges », che costeggia il vecchio porto di Marsiglia e ai conclude con il ponte di carenaggio — il pontadieu o del sospiri per il legionario che s'avvio all'imbarco — incomincia con una sfilata di ristoranti d'un certo lusso, prosegue con pizzerie e rosticcerie « prezzo turistico, senza sorprese »; termino in equivoci caffettuccij bazar misteriosi, osterie piene di mosche. Vi s'incontrano scaricatori, meticci dal petto olivastro istoriato di tatuaggi, zingari e chiromanti, venditori di souvenirs, marocchini dai pantaloni larghissimi « da Sahara». Ed anche legionari, dopo che, nel vicino fort St. Nicolas, il «rompez» è suonato e si sono aperti » cancelli della Ubera uscita serale. Una sbornia triste Qui li attendevo, seduto chez René. Li vidi arrivare a gruppi; s'avvicinavano al banco, chiedevano da bere, s'allontanavano in fretta verso la città. Ne giunse uno che mi ricordava la figura d'un alpino delle nostre montagne, per il modo svagato di portare il chepl e per la rotonda robustezza delle spalle. Gli rivolsi una domanda ingenua: « Che cosa si può bere di buono in questo locale t ». In francese, mi prodigò molte spiegazioni. Alla fine lo interruppi: « Tu sei veneto, non è vero t ». Era bergamasco, della mia stessa classe. Avevo combattuto sulla corazzata Duca degli Abruzzi, da buon marinaio. Ritornato in Italia — mi raccontò — non aveva trovato lavoro: aveva chiesto d'entrare nelle ferrovie, come suo padre, ma poi sopravvennero difficoltà, il Ministero ritardò a bandire i concorsi. Stanco di aspettare, s'era messo in nota per emigrare in Belgio, nelle miniere. Una sera, a Bruxelles, s'era trovato con altri tre mi- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiii notori: un modenese, un ferrarese, un brindisino. S'erano ubriacati, una sbornia triste, in una metropoli straniera che non li comprendeva. Si guardarono le facce, sporche di carbone; le mani indurite, le tute pregne di polvere scura. Nel fiottare dei ricordi amari si sentirono fratelli e decisero l'avventura. Erano stanchi di miniera, si sentivano umiliati dal quieto giro delle giornate uguali e faticose. Non rimanevo — si dissero i quattro amici in quella serata di sbornia — che arruolarsi nella Legione Straniera per rivivere il tempo perduto della prima giovinezza. Si iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii e e 7 o e e i i . o a o i a e i e e i l , , i n u a i o l 1 e e è a ritrovarono, l'indomani, in una caserma francese. Senza saper quel che facevano, firmarono l'engagement. Nemmeno a Marsiglia si risvegliarono dall'ebbrezza, quando il sottufficiale del Deuxième Bureau rivolse loro la rituale domanda: « Chi dobbiamo avvertire in caso di incidenti? ». Si ritrovarono sul mare; dormirono in brande' vicine nella caserma di Sidi Bel Abbes, ai confini del deserto. Nel Sahara conobbero insieme la disciplina ferrea cibila Legione e la massacrante fatica delle marce nelle calde burrasche di ghibli. Afa non fecero zaino a terra. Furono imbarcati per l'Indocina ma qui il loro destino si divise. Il bergamasco non sa più, ora, dove siano finiti i suoi tre compagni di ventura. « Mia zia, a Parigi, li aspetta da quattro anni; ha in consegna le loro valige, ancor chiuse*, ci confida il bergamasco. Quanto a lui, si sente ben vivo ora che l'Indocina non è che un ricordo. Vi ha sofferto Quindici mesi di prigionia e due ferite. Combattimenti terribili e l'eterna insidia della guerriglia nei canneti, per le vie dei villaggi occupati, persino nelle corsie dell'ospedale. — Ora sono completamente guarito del mal legionario. Non aspetto che il congedo; mi mancano poche settimane. — .Ritorneresti a fare quel che hai fatto t — Un pasto al giorno, ma in Italia. Chiede che scriva proprio cosi, nel mio taccuino. Il bergamasco ora vuol camminare: va dalla « morosa ». L'accompagno lungo il quai, entriamo in un quartierino popolare. Mi presenta la « suocera », la futura sposa, una marsigliese. « Stanchi di vivere » Anche sotto i panni della Legione, l'italiano rimane il più smaliziato tra i soldati del mondo nei mille accorgimenti per evadere al rigore della disciplina. Il bergamasco scompare dietro una porta e dopo qualche minuto ricompare vestito in abiti civili: « Oro basta, di Legione non ne parliamo più. Come si sta in Italia?». In tutti i posti-chiave, abbiamo appreso, è facile incontrare italiani. A Sidi Bel Abbes, in Algeria, c'è un cappellano, il suo attendente è un bolognese. Piantini, che è l'addetto allo spaccio dei legionari al forte St. Nicolas, è un romagnolo. Anche nomi di ufficiali risuonano con cadenze italiane: Arocco, Demorati, lo stesso capitano Bono che comanda il forte St. Nicolas, e il colonnello Garbi, massima autorità di Sidi Bel Abbes. Italiani sono i sarti, i cuochi, gli imbianchini più quotati della Legione; italiani e spagnoli t più nostalgici chanteurs. Sono stati in moltissimi ne¬ gli anni dell'immediato dopoguerra; ora l'Indocina ne ha falcidiati e dispersi a centinaia e, d'altra parte, il flusso degli arruolamenti tende a scemare. — La Legione ammette delinquenti comuni nelle sue file ? — ho chiesto con insistenza. Tutti i legionari interpellati me lo escludono: in passato ciò avveniva, ma ora non avviene più, nè è possibile ingannare i terribili inquisitori del Deuxième Bureau. Ora è piuttosto il momento d'egli <stanchi di vivere»: per una delusione in amore, per una bocciatura in matematica credono sia finita la vita e varcano il cancello del forte St. Nicolas: Un giovane, Maranghi di Firenze, non volle nemmeno riabbracciare suo padre quando questi venne a riprenderselo. Benito Guglielmi aveva cercato d'ingannare il Deuxième dichiarando d'aver vent'anni. La famiglia ha potuto documentare la verità — meno di diciott'anni — e se l'è riportato a casa. Gigi Ghirotti ►♦» II ponte levatoio del bacino di carenaggio, detto 11 ponte «adieu» o «del sospiri»

Persone citate: Abbes, Benito Guglielmi, Maranghi, Piantini