Migliori previsioni per la vendemmia

Migliori previsioni per la vendemmia Migliori previsioni per la vendemmia Infondate le notizie di enormi aumenti di prezzi In Francia i « vignerai » del Mezzogiorno hanno alzato le barricate per protestare contro il Governo che non intende acquistare le eccedenze di vino per distil•t larle. In Italia, il settore vitivinicolo da quasi un trimestre è in orgasmo, ma per un motivo opposto. La campagna viticola fin dall'inizio ha destato qualche preoccupazione per l'andamento meteorico oltremodo capriccioso. Ad un'ostinatissima siccità sono succedute piogge eccessive un po' in tutt'Italia, disturbando in più luoghi l'allegagione dei fiori e favorendo lo sviluppo delle crittogame, che, cosa rara, anche nell'Italia meridionale e insulare hanno provocato sensibili danni, costringendo il viticoltore ad una dura e costosa lotta. Come sempre accade in questo settore, forse più di ogni altro sensibile ad ogni fenomeno che possa influire sulla produzione, le notizie poco buone sono state sovente esagerate, e, a cominciare dal maggio, s'è cominciato a pronosticare una vendemmia deficiente, sia per quantità che per qualità. Ciò indubbiamente ha influito nell'accentuare la ricerca dei vini della vendemmia 1952, riusciti in generale ottimi. Ed è perciò che fin dai primi di maggio si sono andati parimenti accentuando, con moto uniformemente accelerato, i due fenomeni concomitanti di una più attiva richiesta, e d'un aumento delle quotazioni. Basta sfogliare, i bollettini dei mercati di questi ultimi mesi per averne una chiara dimostrazione. Nelle ultime settimane poi è stato un crescendo rossiniano, che ha, naturalmente, provocati non pochi allarmi negli ambienti del commercio enologico. Dove si andrà a finire?... (Fra parentesi: il consumatore in generale s'è meno impressionato, perchè i prezzi al minuto erano già rispettabili anche quando avrebbero potuto essere assai più modesti). Diciamo subito però che molte notizie che circolano non rispondono alla realtà. Si è parlato, ad esempio, di recentissimi enormi aumenti nei prezzi sul mercato di Asti. Abbiamo sotto gli occhi l'ultimo bollettino ufficiale di quella Camera ,di Commercio e vi troviamo: Barbera amabile (gr. 12-13) L. 7860-8660 l'hl.; Barbera superiore (gr. 13-14) Lire 8.950-10.100; Freisa amabile L. 8.800-9960; Freisa secca L. 8.000-9.000; Dolcetto delle Langhe L. 8.4009.100; Uvaggio del Monferrato (gr. 10-11) L. 6.4507.200 (sorvoliamo sui prezzi dei grandi vini: Barolo, Barbaresco, ecc. e di quelli speciali: Moscato, Brachetto...). Ora, gli aumenti verificatisi rispetto ai precedenti mercati non han raggiunto che in un caso le 250 lire l'hl.; in generale sono oscillati fra le 100 e le 200 ; e in più d'un caso (es. pel Freisa secco) le quotazioni sono state invariate. Certo, sono prezzi notevoli, anche se i viticoltori che sanno fare i loro conti li trovano soltanto proporzionati ai crescenti costi di produzione (quest'anno, ad esempio, per la sola difesa anticrittogamica le spese sono di molto aumentate). D'altra parte, è un fatto innegabile che s'arriverà al nuovo raccolto (che si prevede in ritardo d'almeno una quindicina di giorni) con scorte di vini di normale consumo pressoché esaurite; E qui il discorso si allunghe rebbe, perchè — se i dati ufficiali, finalmente pubbli cati dal Bollettino mensile dell'Istituto Centrale di Statistica del corrente mese, sono attendibili — la prò duzione di vino nel 1952 sarebbe stata di hi. 41.558.730 : cioè tutt'altro che modesta. Ma rimandiamo il lettore a quanto in proposito abbia mo scritto su queste colon ne il 20 maggio u.s. Diciamo piuttosto che le previsioni della prossima vendemmia sono in genera„ le sensibilmente migliorate Certo, è ancor presto per poter azzardare fondati prò nostici, e soprattutto cifre attendibili. A titolo di cronaca, ricordiamo che il settimanale milanese del commercio enologico italiano, nel suo numero del 18 corr., ha pubblicato i risultati d'una sua inchiesta fatta in tutta Italia, giungendo alla conclusione finale che il raccol to 1953 sarà superiore, CO' me quantità, complessivamente del 10 per cento a ) quello del 1952. Gli aumenti ' più notevoli si avrebbero in >'.- Piemonte, Puglie, Lombardia, Marche, Abruzzi, Cam pania, Lucania; più scarsa sarebbe invece la vendemmia nel Veneto, Emilia, Sar¬ degna; disuguale in Sicilia. Dove i conti non tornano, è però nella cifra totale della produzione d'uva della prossima vendemmia, che il suddetto giornale prevede in 63 milioni di ql., mentre se nei 1952 essa è stata (secondo le cifre ufficiali) di 68 milioni 587.460 ql., dovrebbe superare i 75 milioni. Ora, quest'ultima cifra sembra senz'altro a noi eccessiva. Ma ripetiamo, è troppo presto per fare i profeti. 1 due prossimi mesi possono ancor far mutare sensibilmente la situazione, soprattutto per quanto concerne la qualità, che, pel momento, non promette in generale di essere altrettanto eccellente come quella del 1952. Però, se continua il caldo e il bel tempo, anch'essa potrà migliorare. Non sono pertanto giustificati nè gli esagerati allarmi, nè le pretese esorbitanti, le quali, è risaputo, non giovano mai a nessuno, nemmeno ai viticoltori. Giovanni Dalmasso (iiKiiimiiii riiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinii ut

Persone citate: Barbaresco, Barbera, Barolo, Brachetto, Freisa, Giovanni Dalmasso, Moscato