Quattro cordate in gara verso i 4810 m. del Bianco

Quattro cordate in gara verso i 4810 m. del Bianco ARDIMENTI DI ALPINISTI DI OGNI NAZIONE Quattro cordate in gara verso i 4810 m. del Bianco Tedeschi, italiani e francesi alle prese per la scalata continua dalla cresta dell'Aiguille Noire al "tetto d'Europa,, - Dopo tre giorni, soltanto i primi sono rimasti in lizza, e stanno andando verso la vittoria (Dal nostro inviato speciale) Courmayeur, 27 luglio. Il bel tempo costante ha fatto la sua prima apparizione anche su questa zona della cerchia delle Alpi, naturalmente favorendo la ripresa di un notevole movimento alpinistico. Le guide hanno avuto modo dì iniziare la loro « stagione > professionale accompagnando i primi clienti dell'anno in numerose ascensioni sulla catena del Bianco; nulla di eccezionale, comunque, in questo particolare settore, che per varie circostanze anche nel prosieguo dell'estate difficilmente potrà elevarsi oltre il limite della normalità. Ripetizioni di «sesto grado» Dove, invece, sono stati ottenuti risultati di notevole interesse è stato da parte di alcune « cordate d'assalto » su percorsi di eccezione. Le prime precise notizie al riguardo si sono avute l'altra sera. Per precedenza cronologica devono senz'altro essere segnalate le\ scalate compiute da un gruppo di giovanissimi ginevrini: in 11 ore e un bivacco, la cordata Gauchat-Morel, seguita a un giorno di distanza dalla cordata Bron-Gamboni (12 ore, \\!ì \ senza bivacco) ha percorso la famosa « via Ratti > di sesto grado superiore sulla parete ovest della Aiguille Noire del Pcuterey aperta nel '39 e che finora conta, con le due ultime, nove ripetizioni; e giovedì, ancora il ventiduenne Gauchat, in cordata coi concittadini Morel c Asper (questi partecipante alla penultima \spcdizione svizzera. all'Everest), \è salito sulla vetta del Mon! te Bianco percorrendo in un ì ottono tempo, ad onta delle pessime condizioni ■ della montagna, la €via>' della Sentinella di sinistra, detta anche « via Major ». Due cordate francesi, capeggiate rispettivamente dai vincitori l'anno scorso della parete ovest del Petit Dru, gli oriundi italiani Berardlni e Magnolie, hanno compiuto la terza e quarta ascensione della « via Bonatti > sulla parete est del Grand Capucin, in cordata, il primo con Parragot, e il secondo con Couzy, Vialat e Dagoury. A chi ha avuto occasione di parlargli, entrambi hanno fatto lo stesso raffronto fra la, salita dell'anno scorso sul Dru e questa sul Capucin: là ambiente più selvaggio e repulsivo, tale da influire anche psicologicamente sugli uomini, c qui difficoltà almeno pari, con tratti di corda esaspe, ratamente continui di sesto grado superiore. La cronaca di questa prima settimana di attività alpinistica va completata con le seguenti notizie: 1) un fallito tentativo non pili come ripetizione ma di apertura di una « via > del tutto nuova su una delle più belle cime del gruppo; 2) d'una lunga e grandiosa ascensione, tuttora in corso, lungo una successione di difficili itinerari, di vetta in vetta al disopra dei 4000 metri anch'essa mai tentata finora- Il primo riguarda lo spigolo nord dell'Aiguille Noire del Pcuterey. Si tratta di una specie di gigantesca lama di roccia che dal culmine della piramide piomba per un'altezza di 500 metri circa sulla breccia sud delle Dames Anglaises'. Osservata, scrutata, desiderata da molti celebri scalatori prima e dopo l'ultima guerra, la salita diretta di questo magnifico itinerario è sempre ap parsa problematica per il succedersi pressoché continuo di lastroni lisci e perpendicolari, privi di fessure, e strapiombanti in parecohi punti. E' stato ancora il vincitore del Dru e con Lioncl Terray, del Fitz Roy nelle Ande, il coraggioso e abilissimo Magnone, a ritornare di scena per lo spigolo del la Noire. L'inizio della « corsa » Arrivato a Courmayeur in automobìle giovedì mattino, subito egli si portava alla Capanna Gamba assieme al suo nuovo compagno di cordata, Jean Franco, attualmente istruttorecapo alla Scuola di altd montagna di Chamonix. A mezzogiorno di venerdì essi si tro vavano già alla base dello spigolo, carichi di viveri, di corde e di... ferramenta. Se per quel pomeriggio e tutta la giornata di sabato i due francesi si siano limitati a studiare ed a reperire una possibile via di salita sulla immane muraglia, essi non l'hanno detto ieri sera al loro rientro a Courmayeur e immediata partenza per il Piccolo San Bernardo, oppure se dopo qualche lunghezza di corda sono stati respinti dall'assoluta levigatezza della roccia e dalla impossibilità di conficcare i chiodi e le staffe per procedere oltre. Al riguardo, Magnone e Franco sono stati molto laconici. Se essi hanno tentato, è un fatto che sono subito tornati indietro; se, comunque, si sono limitati ad una semplice ricognizione, l'avvenire dirà se essa ha insegnato qualcosa a chi l'ha compiuta. Fatto è che lo spigolo Nord della Noire per V arditezza del suo profilo, per la naturalezza c la logica della sua posizione rispetto alla vetta prinpalc da cui scende, e per le enormi difficoltà di scalata con le quali si difende, senz'altro si piazza come uno degli ultimi, se non l'ultimo grande prò blema da risolvere nella cale na del Monte Bianco. L'altro avvenimento, reso curioso e caratteristico anche per le circostanze che l'hanno accompagnato, è quello della corsa-inseguimento che, sicura¬ mente senza intenzione, quattro cordate composte da arrampicatori di tre Nazioni avevano cominciato a disputare a brevi intervalli di tempo, sul lungo, e sinora mai percorso senza interruzione, itinerario che va dalla base della cresta sud dell'Aiguille Noire di Pcuterey su alla vetta per la « via > Brendel di quinto grado, discesa dal culmine per la parete nord-est, scalata, o aggiramento, delle Dames Anglaises, salita per cresta sud all'Aiguille Bianche e di là prosecuzione per - la vetta del Monte Bianco. Un'impresa grandiosa, per portare a termine la quale anche alla cordata più sperimentata sarebbero occorse tre giornate di continuo impegno. 1 primi a partire per questa competizione che in proporzione ridotta ricorda la famosa « corsa alle Grandes Jorasses» (vinta dalla cordata lecchese di Cassili), sono stati martedì scorso i due francesi Coupé e Target, che, superata la Noire e discesi alla breccia delle Dames Anglaises, rinunciavano a proseguire. Venerdì mattina un'altra cordata si metteva in marcia, dopo che il giorno avanti aveva portato sulla prima vetta, giungendovi per la vecchia « via » normale, rifornimenti ài Viveri e attrezzi per l'ultima parte, su ghiaccio, del lungo itinerario. Essa era composta dai tedeschi dott. Richard Hechtel e Gunther Kitelmann, entrambi di Stoccarda. Sabato era la volta della cordata italiana formata dalla giovane guida locale Sergio Viotto e dal farmacista milanese Bignami; infine ieri mattina, domenica, partiva la quarta... ondata, composta dalla celebre guida francese Gasfon Rébuffat e dal parigino dott. Habram, che già l'anno scorso avevano salita la Walher delle Grandes Jorasses (via Cassin, sesto superiore). In tal modo, tre cordate si so- np trovate contemporaneamente impegnate, e senza averne una preventiva intensione, in questa singolare competizione su un complesso dei più ardui e faticosi di tutte le Alpi. I tedeschi in vetta? Jlfa dopo due giorni di lotta, in gara sono rimasti soltanto i tedeschi. I primi a rinunciare sono stati gli italiani. Giunti a metà della cresta della Noire, essi vedevano spuntare sulla vetta i due scalatori germanici, e inspiegabilmente abbandonavano l'impresa scendendo a corda doppia dalla punta Welzenbach e rientrando sabato notte a Courmayeur. Nel pomeriggio dello stesso sabato i due tedeschi furono visti aggirare le Dames Anglaises (contrariamente al progetto degli italiani che era di scalarle tutte, salvo la Crétier) e lentamente proseguire verso la breccia nord che precede l'attacco alla Bianche. Ieri, il tempo tese a guastarsi, e sia per questa ragione o per altra, anche la cordata francese — che era giunta rapidamente in vetta alla Noire nella stessa giornata di sabato —, una volta discesa alla Crèche preferì prendere la via del ritorno: e stamattina Rébuffat e il compagno sono ripartiti per la. Francia. In lizza, come già detto, sono rimasti soltanto i due tedeschi che nel pomeriggio di ieri furono visti col cannocchiale già aggrappati alla ghiacciata cresta della Bianche. Da allora, nessuna altra notizia sulla prosecuzione "ella scalata è stato possibile avere. Nella migliore delle ipotesi, essi debbono aver compiuto entro oggi l'ultima parte della grande « cavalcata» dei 1/000, e, dopo aver raggiunto la vetta del Bianco, stasera dormiranno alla capanna Vallot, sul versante francese. Vittorio Varale Come appare dal ghiacciaio della Brenva la barriera di vette sulle quali si sono cimentate le quattro cordate: 1. sbocco della cresta sud; 2. cima dell'Aie;. Noire; 3. Dames Anglaises; 4. cresta dell'Aig. Bianche; 5. vetta dell'Aie;. Bianche; 6. vetta del M. Bianco. Con A è segnato lo spigolo nord dell'Alg. Noire, tentato da un'altra cordata francese.

Luoghi citati: Courmayeur, Europa, Francia, Pcuterey, Stoccarda