Il procacciatore d'affari s'è ucciso per far riscuotere dagli eredi 85 milioni di assicurazione sulla sua vita

Il procacciatore d'affari s'è ucciso per far riscuotere dagli eredi 85 milioni di assicurazione sulla sua vita LA ROMANZESCA VICENDA DEL K0BI0LI0 CHE HA SOTTRATTO 107 JMLtONI ALL'IT AL VISCOSA Il procacciatore d'affari s'è ucciso per far riscuotere dagli eredi 85 milioni di assicurazione sulla sua vita Secondo le clausole lo polizza era diventata valida anche per il suicidio solo ai primi di luglio • In quei giorni egli incassò le somme della ditta milanese ; subito dopo acquistò la pistola - La magistratura si chiede dove è finito il denaro - Presentata un'istanza di sequestro se i creditori non verranno rimborsati Ieri, verso le ore 11, la salma di Francesco Robiolio Bose è stata tumulata nel Cimitero generale di Torino con una cerimonia molto semplice, breve, quasi affrettata. 11 produttore di affari dell'Italviscosa, che si è ucciso con un colpo di rivoltella nella sua cascina di devono la notte fra sabato e domenica quando i carabinieri andavano ad arrestarlo, ha forse risolto con la morte i problemi per cui era stato costretto a fuggire dalla città. Egli godeva di un'assicurazione sulla vita per oltre 70 milioni di lire presso l'I.N.A., di un'altra assicurazione per 5 milioni presso la società «Cattolica» e di complessivi 10 milioni presso altri due Istituti. Quindi la moglie, Delia Borini abitante a Varese, e 1 figli, Sandro e Cristina rispettivamente di 9 e 7 anni, dovrebbero ricevere almeno 85 milioni di lire, con cui evidentemente è possibile risolvere le pendenze lasciate dal Robiolio. Tutte le assicurazioni sono valide, perchè proprio in questi giorni erano scaduti i due anni richiesti dal regolamento nel caso di suicidio. Rovinato dall'alcool Tale particolare circostanza ha fatto nascere un dubbio nei funzionari elio conducono l'inchiesta sulla clamorosa vicenda e getta sugli ultimi avvenimenti una luce fosca e romanzesca. Si avanza cioè l'ipotesi che il comm. Robiolio ad un certo punto della sua vita, sentendosi stanco e malato, osservando che gli affari non prosperavano secondo i suoi piani, avrebbe''freddamente calcolato la possibilità di darsi la morte, senza che la sua famiglia soffrisse finanziariamente. Non si può però escludere del tutto la supposizione che egli si sia tolta la vita In un momento di..estremo sconforto, senza premeditazione. E utilo riepilogare brevemente i principali fatti cho hanno portato alla tragica conclusione nella casa tra i boschi di Giaveno. Fortunato negli affari, attivo e dinamico, il comm. Robiolio possedeva una cospicua ricchezza. Negli ultimi anni subì qualche rovescio finanziarlo e cominciò anche ad avvertire gravi disturbi al cuore e al fegato per cui alla fine era costretto a camminare con il bastone. Occorreva una volontà decisa per rimediare alla situazione che diveniva sconcertante. Egli invece continuò nel suo tenore di vita molto dispendioso e prese a bere vino e liquori in quantità maggiore di prima. Tuttavia godeva ancora di largo credito e di molta fiducia proprio per le sue abitudini di uomo che maneggiala i milioni con la disinvoltura di chi accende una sigaretta. E' vivo il ricordo di lui al volante della sua Aurelia o dell'Alfa 1900, oppure a passeggio in via Roma o in sosta nei principali bar del centro dove era molto conosciuto. Qualcuno, fondandosi su quanto poi doveva accadere, immagina che il comm. Robiolio abbia fatto press'a poco questo ragionamento: « Sono malato, non ho più molto da vivere: voglio tentare qualcosa di grosso. Se non riuscirò, un colpo di rivoltella porrà termine a tutto. La mia famiglia vivrà sulle polizze di assicurazione ». E nel suo freddo calr colo si era recato all'I.N.A., alla i Cattolica » e alle altre società. Aveva pagato puntualmente e senza battere ciglio per due anni di seguito gli alti premi che gli erano stati proposti. Gli affari andarono .i rotoli. Egli soffocava le delusioni nel vino e nel cognac. Sovente nella prima mattina aveva già bevuto quanto i suoi amici in una settimana. Era sempre più triste e depresso. Incassò dalla manifattura Mazzonis con un'astuzia quasi truffaldina 107 milioni che invece dovevano essere pagati direttamente all'Italvlscova di Milano di cui era rappresentante. Trattenne l'in gente somma allo scopo di far fronte ai suoi impegni e di arginare il dissesto che si profilava in tutta la sua minacciosa gravità. Ottenne anche dei crediti da qualche banca: la sua villa in col lina chiamata « Bellavista » in via Giuseppe. Alby venne ipotecata per 20 milioni di lire. Pare che abbia emesso anche assegni a vuoto, ma finora nessuna denuncia in prò posito è stata presentata. Si di ceva pure che lo polizze di assicurazione fossero state consegna te in garanzia a qualche banca, ma tale voce è stata smentita. Gli istituti di credito — si afferma — avrebbero preferito porre ipoteche sui beni immobili, quali l'alloggio di via Secondo Frola in pieno centro della città o sulla tenuta Combal di Giaveno. Comunque 11 comm. Robiolio, allo scadere del due anni dal giorno in cui si era assicurato sulla vita, si trovò sull'orlo di un baratro. La Manifattura Mazzonis gli rimproverava di aver carpito 107 milioni. La Italviscosa di Milano pretendeva al più presto la consegna della somma. Egli promise di restituire fino all'ultimo centesimo; invece andò ad acquistare una rivoltella e si abbandonò ancora di più al bere. Soltanto nella ebrietà provava sollievo dallo sconforto e dalla delusióne. Non osò neppure, a tutta prima, rivolgersi ad un avvocato. Jn questura si fece vidimare il passaporto, forse con l'intenzione di espatriare. Poi preferì ritirarteli nella sua cascina di Giaveno in attesa degli eventi. Intanto . la Italviscosa dopo aver aspettato per circa due settimane incaricava gli avvocati Dall'Ora e Cattaneo di Milano di sporgere denuncia alla Procura della Repubblica. «Per me è finita! » Il Robiolio apprese la notizia da: giornali. Alla donna che gli portò le copie dei quotidiani volle regalare duemila lire. La madre, Maria Sampò, una donnetta umile e forte, cho era rimasta sempre nella tenuta Combal durante la fortunata ascesa del figlio, ora gli fu vicina con trepida ansia. Cercava di annacquargli il cognac e 10 supplicava perchè si presentasse ai giudici per spiegare la sua situazione o perchè chiedesse consiglio a qualche avvocato. Egli rispondeva: « Per me è finita: ms voi potrete forse riprendere una vita agiata ». Finalmente il Robiolio si decise a chiamare presso di sè l'avvocato Mario Dalflume che già aveva curato gl'interessi di suo padre. Sabato scorso il penalista e l'imputato s'incontrarono nella cascina di tenuta Combal, dove poco dopo doveva avvenire il dramma. « Sono un uomo onesto — tentava di giustificarsi il Robiolio — ma le mie speculazioni sono fallite ». Quindi illustrava la sua situazione patrimoniale, sufficiente, secondo lui, per sonore il pauroso deficit. Ad un tratto l'avvocato Dalfiu me notava nella tasca del cliente una rivoltella: «Ma, per carità, che cosa vuol fare di quell'arma? Non vorrà mica servirsene contro i carabinieri, se dovessero venirla a cercare ». « No. Questa servirà solo per me », rispondeva con voce cupa i! Robiolio che a quell'ora aveva già ecolato una bottiglia di liquore Alle suppliche dell'avv. Dalflume e della madre, perchè non commettesse un gesto inconsulto, 11 commerciane prometteva di seguire i loro consigli. Verso sera, dopo che il penalista era partito rassicurato, i carabinieri di Giaveno ricevevano l'ordine di arresto spiccato contro il Robiolio Verso la mezzanotte si inerpicavano per i tortuosi sentieri della montagna per catturare il rlcorcato. Quando il maresciallo Gagna da', cortile della cascina chiamava la madre del Robiolio con il pretesto di doverle comunicare una notizia importante, il figlio ealiiiiiiiiftiiiiiiiiiii esclamava: « Mamma, va pure ad aprire : lo mi vesto ». Quando la povera donna si trovava sul bai latoio, esplodeva sinistro e lugu bre un colpo di rivoltella: 11 Robiolio era deceduto ■un'istante. Con lo suo morte viene estinto ogni azione penale e pare, molto probabile che 11 sequesto sui beni immobili, chiesto dal sostituto Procuratore della Repubblica dott. Ribet, venga sospeso. La decisione spetterà al giudice. Istruttore dott. Mellana. Egli però, prima di archiviare la pratica, deve ne certare se non esistano a corico di Oltre persone eventuali accuse d'i ricettazione. Per ora nessuna azione civile è stata promossa dai creditori. 3 patroni dello Italviscosa, che do vevono giungere a Torino ieri pomeriggio per lncontrarslcon l'avv. Gilllo, hanno rimandato il colloquio a mercoledì e fino a quel giorno non si dovrebbero pren> dere decisioni. Intanto la vedova del Robiolio che è ripartito olla volta di Vorese, per essere vicino oi suol figli, si è rivolto all'avvocato Barosio per lo tutela dei propri interessi e per quelli del piccoli Sandro e Cristina. Francesco Robiolio Bose