Infrante le ultime speranze di Astrua nella tappa a cronometro vinta da Louison Bobel

Infrante le ultime speranze di Astrua nella tappa a cronometro vinta da Louison Bobel Infrante le ultime speranze di Astrua nella tappa a cronometro vinta da Louison Bobel Il biellese è stato il migliore degli italiani e conserva il terzo posto in classifica avvicinandosi a Mallejac - Conferma della superiorità del francese - Le dimissioni di Binda - Forse a Torino il Tour 1954 - Oggi si disputa la penultima tappa (Dal nostro inviato speciale) Saint-Etienne, 24 luglio. Il Tour ha fatto la prova del nove sui settanta chilometri a cronometro della LioncSt. Etienne e ha decretato gli onori del trionfo a Bobct. Un trionfo giustissimo, sostenuto dai battimani dell'intera carovana del Tour, compresi gli italiani, costretti ancora una volta ad inchinarsi di fronte alla nettissima superiorità dcll'ex-campione di Francia. Il « Louison » più che mai « na¬ tional», magari un po' aiuta' to dalla buona sorte che ha tolto dalla sua strada gli avversari più forti, ha tenuto oggi a dare una splendida conferma del suo attuale felice momento e ha vinto ancora di classe e di prepotenza, ottenendo una media altissima, specie se rapportata al difficile percorso che gli organizzatori avevano preparato per quella che — in gergo ciclistico — si poteva davvero chiamare la tappa della verità. Sul percorso non c'era un metro di pianura, salite e discese ininterrotte ; -prima di giungere — al 48° chilometro — ai 910 metri del But d'Arpin, di dove ci si precipitava su St. Etienne. E la strada era stretta, pericolosa, entrava e usciva in innumeri paesini, una curva dopo l'altra come se si corresse una gimcana. Era il terreno più adatto per gli nomini in forma dalle doti di scalatore congiunte al coraggio del discesista, e contava la freschezza, la prontezza di riflessi, la resistenza allo sforzo che capitava tremendo su uomini affaticati da diciannove tappe. Doveva vincere il più forte, e il più forte ha vinto. Tanto di cappello a Louison Bobct. che domina il Tour 195S con uno stile alla Coppi; poteva contentarsi di difendere il suo vantaggio in classifica generale e ha voluto invece imporsi con autorità anche nella tappa a cronometro. Una questione d'orgoglio. Da stase ra la Maglia gialla riposa su un vantaggio tale da metterlo al sicuro anche dalle sor prese. Le tappe a cronometro non hanno cronaca. Bisogna accontentarsi di studiarne i risulta- ti, che peraltro hanno una loro logica convincente. Quando sulla jìista dello stadio di St. Etienne, circondato da fabbriche dal volto scuro, sbucò Bobet c la folla eruppe in un disumano urlo di entusiasmo, quando fu possibile redigire un bilancio dell'ordine d'arrivo, ncssuìia discussione era possibile: c'era la conferma della Maglia gialla; c'era la conferma della solidità della squadra olandese, che vantava Van Est al secondo posto e Wagtmans al quarto; c'era la conferma di Schaer e di Loroiio, rispettivamente terzo e quinto, c'era la conferma della situazione della squadra italiana che dava ragione a chi aveva giudicato Astrua e Rossetlo i migliori tricolori del momento attuale. Astrua — settimo — e Rosscllo — undìecsimo — capeggiavano i no¬ stri piazzamenti, superavano ampiamente Bartali — 19° — e Magni — addirittura Sii". La solita storia che parla dei tanti — dei troppi — anni di Bartali e della cattiva giornata di Magni, il quale ha inaspettatamente complicato le cose giocando d'astuzia quando proprio se ne poteva fare a meno. Fiorenzo, senza avvisare Binda, prima del via ha ordinato di cambiare le ruote abituali della sua bicicletta sostituendole con quelle più leggere da pista, e s'è visto lo gicamente fermare dal commissario di partenza. Per rimettersi in ordine con il regolamento, Fiorenzo ha tasciato Lione 58 secondi dopo il tempo fissato e in cattive condizioni di morale e di fisico — lungo l'intera notte lo avevano disturbato violenti dolori viscerali — ha reso ben al di sotto delle sue possibilità, compromettendo in modo quasi definitivo le sue chances di successo nella classifica del Cinquantenario. Cinquantatrè punti lo dividono dal capolista Schaer e mancano due tappe a Parigi: addio sogni di gloria e di soldi. Resta insomma alla squadra italiana la consolazione di Astrua. che per quanto afflitto da un noioso raffreddore, pure è rimasto sulla sua linea normale dell'abituale rendimento. Giancarlo non ha fatto gridare al miracolo, ma è ancora terzo nella graduatoria del primo Tour al quale partecipa. E' andato bene sul piano, discretamente in salita, bene contro il cronometro: se il Giro di Francia fosse un corso scolastico, la pagella del piemontese avrebbe la media dell'otto. E sarebbe la più bella media dell'intera classe tricolore. E s{ penso già al prossuno anno. Da alcune indiscrezioni, oggi abbiamo appreso che il Tour 1951) torna a contemplare la possibilità di varcare i confini, puntando in Svizzera, in Belgio, in Spagna e in Italia. Due nostre città sono interessate: Torino e Sanremo. Ancora del futuro: intervista con Binda. « Sono stanco, stufo e me ne vado. Me ne andrò, per meglio dire. Il Tour del '54 cioè non mi vedrà più come commissario tecnico degli italiani. E non perchè i nostri siano stati battuti. E' l'anibienfe che non mi va più!» E Bartali dichiara: « Questo è il mio ultimo Giro di Francia ». Parole amare; è duro cambiare abitudini quando si passa dall'euforia di chi è solito alla vittoria alla tristezza della sconfitta. Gigi Boccacini Astrua in piena azione nella tappa di ieri (Telefoto)