Astrua spera nella tappa d'oggi ma Bobet sembra inattaccabile

Astrua spera nella tappa d'oggi ma Bobet sembra inattaccabile Astrua spera nella tappa d'oggi ma Bobet sembra inattaccabile (Nostro servizio particolare) Lione, 23 luglio. Ora che il Tour sembra deciso, è giunto il momento nel quale si fanno i conti. Il momento cioè nel quale le varie squadre valutano l'attivo tradotto in franchi. Se questi franchi sembrano pochi, si decide qualche impresa per rimediare. Oggi, per esempio, i valorosi ragazzi della squadra regionale francese del NordEst-Centro (considerando che nella Gap-Brianqon aveva perduto il preziosissimo primo posto in classifica per squadre), hanno affidato a Forestier e a Meunier il compito di tentare un'avventura. Forestier è nativo di una località prossima a Lione ed a Lione è popolarissimo. I due hanno scalato il Lautaret, alle spalle di Le Guilly, si sono uniti a due spa gnoli (uno dei quali è stato poi lasciato per strada) e hanno finito per vincere la tappa. Ma questo episodio non è eccezionale. Tutti i giorni si è assistito a qualche tentativo del genere; soltanto la squadra italiana è rimasta ferma, ancorata a difesa di un avvenire quanto mai incerto. Colpa di Binda? Sarebbe ingiusto pensarlo. < I corridori francesi, belgi, olandesi — ci spiegava stasera il commissario tecnico — vivono tutto l'anno per il Giro di Francia e con il Giro di Francia. Da un buon piazzamento generale, da una vittoria di tappa, da una scalata solitaria, dipende la popolarità Individuale che. a sua volta, è collegata agli ingaggi per le riunioni su pista. Certe impre se di certi ragazzi sono parse assurde. Ma non lo erano; quei ragazzi sapevano di non poter vincere il Tour e quindi mira vano a un risultato marginale >. < E gli italiani non potevano inserirsi in questo gioco? >. c Io non mi sarei opposto. Più volte, anzi, ho ripetuto ai gregari di stare attenti, di infilarsi nelle fughe, di tentare qualcosa di individuale. Non mi hanno obbedito, non per spirito di insubordinazione, ma perchè il più delle volte non erano in grado di farlo. Del resto I migliori, come baroni, Rossello, non possono ^bban donare i tre capisquadra poi che da essi, in caso di infortu nio, dipende il successo di un inseguimento. Resta a vedere se nella formazione della squa dra non era meglio puntare decisamente su elementi per cosi dire di secondo piano, al di fuori dell'eterno binomio Bart ali-Coppi ». Binda, tuttavia, non ha recriminazioni di natura personale. Giudica la situazione meno buona di quella che poteva essere, ma non disperata. < Domani c'è la tappa a cronometro e, per questa tappa, punto, come è logico, su due elementi: Magni e Astrua. Peccato che quest'ultimo sia sofferente per il raffreddore ulteriormente aggravatosi. La Lione-Saint Etienne sarebbe un percorso adatto al suoi mezzi >. Il biellese, nella sua camera non era di buon umore. « I giornali parleranno di una passeggiata da Briangon a Lione. Bella passeggiata di 227 chilometri, con il Lautaret in mezzo!-Quanto abbiamo penato, tutti insieme, a superare il colle, con i muscoli ancora freddi, che risentivano le fatiche di ieri! Quando si è nel plotone, non si riposa, statene certi. Bisogna sempre vigilare, sempre controllare questo e quello. Oggi Mahé si è dimostrato il più pericoloso. Se almeno non avessi questo raffreddore. Non vorrei essere frainteso: io non ho alcuna intenzione di dichiararmi vinto. Domani, anzi, spero di fare bene nella tappa a cronometro. Ma il Tour, lo proclamo a tutti, è una corsa massacrante >. Bartali, che ha l'invidiabile fortuna di non tradire nel volto il minimo segno di stanchezza, diceva lo stesso: c Domattina tuttavia prima di partire da Lione sarò a farmi una sgroppatine di trenta chilometri per scaldarmi i muscoli. A venti anni questo non mi succedeva ». Vita terribilmente difficile anche per i campioni. « Stamane — ha confessato Fiorenzo — non mi sentivo bene. Ho compiuto la scalata del Lautaret con la Vista annebbiata. Nessuno, per fortuna, dei miei avversari se ne è accorto. Del resto, nemmeno per loro erano rose e fiori. Ho saputo che Schaer non voleva partire da Briangon perchè accusava un forte dolore a un piede. Il suo commissario tecnico, Bourdin, lo ha dovuto letteralmente caricare in bicicletta. Poi, quando è stato in sella, è andato avanti, come sempre, con quella risorsa d'energie che'tutti credono sia esaurita e che invece non lo è. Stasera nella volata che ho disputato a Lione, ritenevo di averlo distanziato di parecchi posti. Ho poi saputo che mi è arrivato a ridosso. Temo che il Gran Premio del cinquantenario resti un sogno. Se almeno nella tappa a cronometro non vi fosse quella dannata salita! ». r. g.

Luoghi citati: Briangon, Francia, Lione