Astrua di fronte al baluardo delle Alpi con due gregari di lusso: Bartali e Magni

Astrua di fronte al baluardo delle Alpi con due gregari di lusso: Bartali e Magni Astrua di fronte al baluardo delle Alpi con due gregari di lusso: Bartali e Magni Oggi la Monaco-Gap di 261 km., con qnattro coili da valicare - Malinconia e spirito di sacrificio del vecchio Bartali la squadra italiana ha fatto finora più del previsto - Il Duca di Edimburgo seguirà l'odierna prima tappa alpina? (Dal nostro inviato speciale) Monaco, 20 luglio. Nella sua stanza dell'albergo Che dà sul mare, Astrua sfoglia la corrispondenza. Ne riceve un sacco e una sporta, ma l'esser diventato un personaggio importante, cresciuto alla notorietà proprio nella più grande corsa del mondo, non gli ha fatto perdere la calma e la modestia. Parla degli altri, di Bartali, di Bobctj di Schaer. Convinto e serio non ha uno sguardo per il meraviglioso incanto d'azzurro che Monaco ha regalato al Giro di Francia. L'improvviso tuffo in una atmosfera mondana non lo attrae, Astrua pensa al Tour: «Piuttosto di farmi staccare mangio il manubrio!». « Allora credi di vincere t ». « No, si, forse... ». Il ragazzo si confonde, seniora trovarsi di fronte a cose più grandi di lui. E' l'espressione vivente della strana situazione del Tour, è l'espressione dello spirito della squadra italiana modello 1953. Siamo alla vigilia delle Alpi; se avessimo nei nostri ranghi Coppi oppure Bartali nella forma di qualche anno fa, guarderemmo ai valichi che ci attendono domani e dopodomani con quasi assoluta sicurezza nel trionfo finale. Il capofila tricolore avrebbe il ruolo di primo attore, resterebbe solo l'ombra del timore di una crisi improvvisa, di una défaillance traditrice. Quest'anno, in vece, la situazione è nuova, fresca d'imprevisti, e anche se i risultati hanno abbondantemente battuto perfino gli otti misti, nessuno, nel clan di Binda ha perso la testa per l'entusiasmo. Perchè non è vero che il Giro di Francia 1953 sia un giro facile: l'asseìiza di molti uomini noti ha allentato le briglie agli audaci, la lotta è stata viva e vivace tutti i giorni, e tutti i giorni Astrua si è visto costretto a difendersi da rudi attacchi. I concorrenti lo hanno subito centrato come avversario pericoloso, tentando di tutto per toglierlo dal cammino che porta al successo finale; ma il nostro ragazzo ha resistito ed è arrivato fino a Monaco costruendosi, a forza di cuore e di solidi garretti, il suo piccolo jticdcstallo di celebrità. Comunque vadano le cose, Astrua ha già vinto la sua battaglia: se trionferà al Tour potrà vantarsi di essere l'artefice della più clamorosa sorpresa sportiva dell'anno, se sarà costretto invece ad alzare bandiera bianca, la sua nuova veste di campione di rango internazionale resterà intatta. Egli è nella condizione migliore, che non prevede responsabilità schiaccianti, sotto un peso troppo duro da sopportare. Astrua non ama, non vuole gli aggettivi a sensazione. Dice: «Aspct tiamo Parigi!* e si fa voler bene per questa sua solidità mentale, ostinatamente piemontese. Diverso lo stato d'animo di Bartali e di Magni, legati, di fronte all'opinione pubblica, al dovere di aiutare chi oggi è meglio piazzato di loro. Lo hanno già fatto, lo continueranno a fare pur cercando, nel limite del possibile, la gioia di un successo. Magni ha vinto una tappa, si è battuto con foga nella prima parte del Tour, e molti possono oggi ringra- ziarlo per aver tenuto Koblet al guinzaglio; Bartali invece è arrivato alle Alpi, lo scenario dove un giorno passò da dominatore, senza nessun colpo di fulmine pari alla sua fama. Deve soffrire — il vecchio Gino — anche se non lo dice, anche se affetta, al contrario, una spavalda sicurezza. Ci mormorava oggi pomeriggio, guardando la classifica che lo vede staccato da Mallcjac di ZO'SO": « Un ritardo da ridere », e soggiungeva con un sorriso: « Una volta ». Bartali è all'ultimo Tour della sua carriera, e per evidenti motivi è disposto ad essere il gregario di Astrua. Lo guardano con simpatia, lui vorrebbe contraccambiare la simpatia con una vittoria a Gap oppure a Briancon. E' l'asso nella manica.di Binda, così come Geminiani costituisce per Bidot la riserva di speranze. Le due tappe delle Alpi daranno un responso definitivo f Sono prove estenuanti, il loro profilo altimetrico agghiaccia i superstiti della « grande boucle ». Domani da Monaco a Gap sono 861 km., una fila incessante di salite c di discese: quattro colli per il Gran Premio della Montagna, il Col du Pilon, m. 786 (al km. 65); il Col des Lèques, m. 111,8 fai km. 129); il Col du Labourct, m. 121,1, (al km. 200) e il Col de la Sentinelle m. 990 (al km. 251,); e dopodomani da Gap a Briangon avremo il percorso classico che comprende i Bill metri del Vars e 2360 metri dell'Izoard. Gli uomini sono stanchi, la montagna li selezionerà duramente. E se non bastassero i monti, venerdì la lotta vivrà il suo ultimo epi sodio nell'unica tappa a ero nomctro dell'intero Tour, la Lione- St. Etienne. Ed infine sarà possibile dirigerci verso Parigi; la maglia gialla avrà trovato il suo degnissimo possessore. Gli auguri vanno ad Astrua, a Bartali, a Magni, a tutti i nostri Oggi siamo al secondo posto nelle due classifiche: in quel¬ i e e a o a i e a a e à o l la solita fatta per somma di tempi e in quella del Cinquantenario, fatta per somma di piazzamenti. Siamo in grado di finire al comando in cn trambe le graduatorie, ma anche se le cose restassero come sono, gli appassionati italiani potrebbero essere soddisfatti del risultato. Questo è in sostanza il soddisfatto pensiero di Binda, che oggi ha dovuto montare una guardia feroce ai suoi uomini, quasi prosi d'assalto dagli italiani che hanno invaso Monaco. Pochi permessi, visite bre vi, eccezion fatta per i parcn ti. Record di Bartali visitato dalla moglie e dai genitori e da una delegazione di marinai dell'* Amerigo Vcspucci» alla fonda nella vicina baia dì Villafranca. Atmosfera di famiglia: Astrua aspetta i suoi a Briangon; Mallcjac, la maglia gialla, è diventato papà di una bambina. Il Tour si addolcisce, perde l'asprezza, dimeìttica per un attimo la battaglia, sente aria di mondanità, si diverte a far circolare la notizia che domani addirittura il Duca di Edimburgo, nel più stretto incognito, seguirà la corsa. L'annuncio sensazionale non ha avuto conferma, pure agitando le legioni di suiveurs già preoccupati di braccare per Monaco Coppi, che però, fino al momento in cui telefoniamo, non si è xAsto. Ma le ore di sosta sono poche; le Alpi attendono. Gigi Boccacini Astrua si gode li sole della Costa Azzurra, (Telefoto)