Astrua lotta coi francesi scatenati e conquista il secondo posto in classifica

Astrua lotta coi francesi scatenati e conquista il secondo posto in classifica Astrua lotta coi francesi scatenati e conquista il secondo posto in classifica Uno tappa convulsa: crolla Robic, in ritardo Boriali, Mallejac nuova "maglia gialla„ - A Béziers è primo Lauredi che batte gli otto compagni di fuga - Vita dura per il commissario Binda - Oggi da Béziers a Nìmes con due Colli da valicare (Dal nostro inviato speciale) Béziers, 16 luglio. Giro di Francia a turni di sport. Ieri gli assi avevano ri posato, oggi hanno dato batta glia. Ed è stata una tappa bel lissima: gli imprevisti di ogni giorno si sono rinnovati in un incessante progredire di emo sioni tutte imbastite sul tema del furibondo attacco scatenato dai francesi della squadra na stonale. Anche se la maglia gialla passa da Mah6 a un altro coéquipier di Robic, Mallejac, l'attacco ha raggiunto ampiamente il suo scopo, ha schiaìitato Robic e Schaerj ha distanziato in modo piuttosto serio Bartali. Magni ha resi siilo sino allo spasmodico fi naie, poi è crollato anche lui e a difendere i colori della no stra bandiera è rimasto ancora una volta Giancarlo Astrua. II migliore degli italiani Si temeva tanto alla parten ea da Strasburgo per la ine sperienza del piemontese e il ragazzo invece è entrato meravigliosamente nel giuoco del. la corsa scattante e nervosa. Si è ambientato presto senza perdere la modestia e la calma; stretto dai legami che in un certo modo lo tenevano avvinto a Bartali e a Magni è riuscito ugualmente ad impostare la sua gara con l'abilità di un anziano. Ha seguito gli alti e bassi del gruppetto dei campioni, ma non si è lasciato pescare nei gorghi delle tattiche spesso studiate solo per giustificare amare sconfitte. E questa sera la classi fica generale lo vede al secondo posto sereno c tranquillo come sempre. Potrà riuscire nel grande obiettivo finale oppure no; anzi fino da oggi si può prò nosticare che diffìcilmente il piemontese sarà in grado di operare il miracolo: ma parimenti si deve riconoscere che Astrua è stato, alla resa dei conti, da Strasburgo fino a Béziers, il migliore degli italiani, quello verso il quale per forza di cose bisogna ora concentrare tutte le energie. E vediamo come si sia giunti a questa situazione, vediamo come Astrua si sia guadagnati « sul campo » i galloni da capitano nel córso di una tappa che, già dura secondo le prc ■uisio?ii, è diventata tremenda per il caldo e per il ritmo con cui è stata disputata. Si era infatti appena lasciata Albi, si aveva ancora gli occhi pieni delle meravìglie offerte dalla cattedrale e dalla galleria di quadri di Toulouse - Lautrec prospiccnti l'una e l'altra il raduno di partenza, si era appo na usciti dalla città incapimi nandoci sulla strada che ta gliava boschi e prati della Provenza, quando la nazionale francese mise in atto il suo piano garibaldino. Partirono ai cinquanta al l'ora Bobct, Gcminiani, Lauredi e Rollando solo Magni e Urei, seguiti da Mirando, Suykerbuyk, Darrigadc, Mallejac, Dièrkcns, Bober, Foro sticr, Wagtmans e Close riuscirono ad agganciarsi alle ruote scatenate dei francesi che in quei chilometri lanciavano la grande sfida al Tour. Astrua era rimasto nel gros so e capì che bisognava ten tare il tutto per tutto: aspettò una salitclla, diede uno sguardo di intesa a Banvin, altro uomo direttamente interessato alla classifica generale, e scattò. Dieci minuti do po la coppia si agganciava ai fuggitivi. La battaglia era inquadrata in termini molto precisi, la risposta toccava a Schacr, a Robic, a Bartali. Per questo ultimo un dubbio: conveniva a Gino proteggere Astrua frenando l'azione del plotone oppure era meglio per lui buttarsi alla controffensiva badando a non perdere troppo tempo per la classifica? Non crediamo che Binda sia intervenuto a dare consigli: per un po' il commissario tecnico rimase alle spalle del compio ne d'Italia, poi operò una puntatina in avanti a dare uno sguardo generale a quanto andava accadendo. Fu costretto a una lunga volata. I fuggitivi, raggiunto l'accordo, avevano già un vantaggio di quasi quattro minuti mentre attaccavano il Col du Fauredon sulla cima del quale era piazzato un traguardo della montagna. Su un tratto duro Gcminiani tentò. V* a solo », ma ottenne ap pena la platonica soddisfatto ne di vedere staccarsi dal gruppo Dicrkcns. In vetta i sedici superstiti passarono insieme con Mirando vincitore in volata su Darrigadc e Bobet; a 4'SO" seguì lo spagnolo Iturbat; a 6'15" il grosso nel quale Bartali, scaldatisi i muscoli, incominciava a darsi da fare nell'inseguimento. Schacr gli stava dietro come un'ombra, Robic appariva un po' affaticato. Il dramma di Robic Sah e scendi, la strada non dava requie; su' una discesa successe un fattaccio. « Testa di vetro », in evidenti difficoltà dopo la trionfale sgroppata sui Pirenei, infilò male una curva e cadde pesantemente a terra. Un brutto capitombolo. Il piccolo bretone si ferì in modo piuttosto serio al viso: il Tour aveva messo k. o. un altro dai suoi nrotagonisti. Robic infatti si lasciò medicare, meditò il ritiro, ma riparti: i primi erano passati da quasi mi zz'ora. Erano passati da quasi mezz'ora e si dirigevano ormai, sempre con la massima energia, verso il secondo colle della tappa, il colle dei Tredici Venti, situato al 136' chilometro. Il loro vantaggio oscillava sui cinque minuti e mezzo nei riguardi di Nolten, Rossetto, Serra e Dacquay, e siigli otto minuti ìlei riguardi di un secondo plotone tra cui figuravano Bartali, Isotti, Lorono, Ansile, Schaer, Tcisseirc, Le Guilly, la maglia gialla e Impanis. La salita fu, subito fatale a Banvin che dopo avere bucato non riuscì più, a riprendere e a Drei, sfinito dall'andatura vertiginosa. I francesi, forti della maggioransa numerica, operavano frequenti allunghi e il plotoncino ebbe presto a decimarsi: alla fine dei tre chilometri di salita Mirando e Bobct transitarono insieme tallonati da Astrua, Mallejac, Lauredi, Close, Rolland, Gcminiani e Wagtmans. Gli altri avevano ]>crso contatto. Darrigadc, Bober e Suykerbuyk erano in ritardo di 50", Magni di l'S". Una strana volata Seguimmo il toscano nella discesa: uno spettacolo di coraggio e di pazzesca decisione e di volontà. Come finirono i ripidi tornanti, Fiorenzo aveva alla sua ruota solo più Darrigadc c vedeva la coda di macchine che venivano dietro a Bobct e compagni. Ma costoro avvertirono il pericolo, operarono un ulteriore sforzo: la disperata resistenza di Magni ebbe termine. Il toscano si rassegnò a continuare la strada da solo. I francesi avevano ormai raggiunto lo scopo: Béziers distava ancora una ventina di chilometri. Entrarono nella pista di terra battuta dove si concludeva la tappa, al comando, nell'ordine, Lauredi, Gemi¬ niani, Bobet e Rolland. Percorsero il giro rituale ma quando furono sul traguardo di arrivo regalarono alla folla un imprevisto forse non del tutto gradito. Doveva vincere e conquistare il relativo minuto di abbuono Bobet che dei quattro era ed è il meglio piazzato in classifica. E invece Bobet pasticciò con Gcminiani, tanto che al povero Lauredi, che non vedendo arrivare nessuno si era persino girato indietro a guardare che diavolo capitasse, non restò altro da fare che tagliare il traguardo seguito da < Geni >, da Bobet, da Astrua e dagli altri. Il <Louison national > proseguì la volata, forse nel tentativo di dire qualcosa di efficace a Lauredi ma venne acciuffato in tempo e non capitò quindi nulla di spiacevole. Incominciò invece l'attesa del resto del < Tour >. E l'ordine di arrivo vi dirà i piazzamenti di Magni e di Bartali conditi da qualche protesta e da qualche recriminazione degli interessati. Sarà bene aggiungere che il tempo massimo è stato allungato, secondo un articolo del regolamento, per evitare che ben diciotto corridori, tra cui Robic, finissero fuori gara. Robic e tutta la sua squadra, eccezione fatta per Mallejac che promosso dalle circostanse maglia gialla ha aspettato piuttosto a lungo il suo capitano giunto a Béziers 3.9 minuti dopo di lui. Quanto è successo all'arrivo indica con una certa chiarez¬ sa che non regna una eccessiva concordia nei ranghi della squadra del signor Bidot. Ed è appunto per questo che la nostra compagine dovrebbe strìngersi ancora di piti per tentare il gran colpo. Bartali, che tra l'altro avrebbe dichiarato di correre quest'anno l'ultimo «Tour» della sua carriera, e Magni, attualmente, non lamentano ritardi incolmabili — sfamo d'accordo — ma indubbiamente Astrua è davanti a loro, ad un soffio dalla maglia gialla. Se il piemontese continua così, Binda deve prendere un'altra decisione per conciliare nel limite del possibile gli i?ireress« dei tre sensa suscitare eccessive proteste. Vita dura, commissario, anche senza il dualismo tra Coppi e Bartali! Gigi Boccacini Astrua (a sinistra) Mallejac e Bobet guidano la fuga decisiva. (Telefoto) za crisi di Bobic sospinto dai compagni di squadra (Telef.)

Luoghi citati: Albi, Francia, Italia, Provenza, Strasburgo