«Se Dario mi amava perchè ha ucciso?»

«Se Dario mi amava perchè ha ucciso?» «Se Dario mi amava perchè ha ucciso?» Depone la sorella della vittima al processo di Cuneo - L'imputato: "Ho sparato per difendermi,, - Il perito: "Il Chiarie è seminfermo di mente,, - La P.C.: "Il delitto fu premeditato,, (Dal nostro inviato speciale) Cuneo, 15 luglio. Spaurito, con voce piangente, Dario Chiarie ha narrato ai giudici la triste vicenda che lo portò ad uccidere, la aera del 9 dicembre 1952, a Rocchetta Belbo, il fratello della ragazza che amava. « Da parecchi mesi — egli ha detto — avevo una relazione con Virginia Pio. Ma la sua famiglia era contraria al nostro matrimonio. Più degli altri ci ostacolava il fratello Giovanni. Egli le diceva che io ero un fannullone, e soprattutto che avevo una grave malattia venerea. La sera del 9 dicembre mi recai da Virginia; uscendo presi la pistola, come facevo talvolta. Appena entrato nel cortile, lei mi disse che il fratello Giovanni non era in casa e mi consigliò di andarmene. Mi allontanai, e girovagai senza uno scopo. Dopo un paio d'ore scorsi Giovanni che rincasava. Gli dissi di smetterla di parlar male di me. Egli mi diede uno spintone, allora gli tirai un eugno che non lo raggiunse. Avvinghiati, ruzzolammo per terra. Egli mi stringeva forte; ad un tratto agguantò una pietra e tentò di colpirmi alla testa. Estrassi di tasca la pistola e sparai due colpi», ha concluso piangendo. Sfilata di testi « Se avete potuto sparare con tanta rapidità — gli ha contestato il presidente Baretti ■— è evidente che avevate la cartuccia in canna ». « E' così », ha confermato l'Imputato. « E perchè gli avete sparato un secondo colpo, dopo averlo ferito col primo?» « Per liberarmi, dato che continuava a tenermi stretto». Circa l'accusa di triplice calunnia, per avere affermato che ad indurlo al delitto avevino contribuito Virginia e Domenico Pio e il loro cognato Eugenio Guarina, l'imputato ha spiegato d'aver fatto quelle diehiarn.z'oni in stato di incoscienza. Sulle sue condizioni mentali si è appunto soffermato il prof. Borgarello, direttore dell'ospedale psichiatrico di Racconigi. Il perito ha escluso che il Chiarie sia effetto da infezione luetica. Gli ha però riscontrato uns lesione al cervello, conseguenza di una malattia intestinale di natura tubercolare sofferta da bambino, che ebbe ripercussioni anche alle meningi. Per effetto dì tale lesione egli era da considerare semi-infermo di mente al momento in cui commise il fatto. E' stato poi introdotto Enrico Pio, padre della vittima. Egli ha confermato che tutta la famiglia, e in particolare il figlio Giovanni, si opponeva a quel matrimonio. Gli argomenti ai quali ricorrevano per dissuadere la figlia Virginia erano quelli ai quali ha già accennato l'imputato. Lo hanno seguito coloro che in un primo tempo il Chiarie accusò di averlo istigato a commettere il delitto. Domenico e Virginia Pio, fratelli della vittima, ed Eugenio Guarina, hanno escluso recisamente d'avere mai fatto accenni del genere. Virginia Pio, che suscita la curiosità del numerosissimo pubblico, è colei per la quale fu commesso il delitto. E' una minuscola, bruna, poco appariscente ragazza di vent'anni. E' venuta a ribadire le accuse contro l'uomo che amava, tuttavia femminilmente attenuate pur nel conflitto tra il fratello morto e l'innamorato che 10 uccise. « Parlavo col Chiarie da circa sei mesi — ha detto — ma ci incontravamo soltanto per andare a ballare. Egli voleva sposarmi, la mia famiglia però si opponeva, e un giorno Dario minacciò di uccidermi sui gradini della chiesa se avessi sposato un altro. La sera del .9 dicembre venne a casa mia, ma lo feci allontanare subito perchè non lo vedesse mia madre ». Altro non sa; il dramma di cui ella fu inconsapevolmente all'origine rimane ancora oggi oscuro. « Se mi amava, perchè ha ucciso mio fratello? » ha detto con un'osservazione elementare **ia logicissima. Giuseppe Chinazzo ha poi dichiarato che la sera del delitto Giovanni Pio si trattenne a casa sua, insieme con Giuseppe Bertero e con Luigi e Giuseppe Chiarie, giuocando a carte. Alle 11 e mezzo la comitiva si sciolse, Giovanni si avviò a casa, zufolando, incontro alla morte. Oggi la sentenza Alcuni testi a difesa. I coniugi Giulio Bona e Anna Domini hanno riferito di avere visto alcune settimane prima del delitto Giovanni Pio minacciare con il pugno Dario Chiarie, il quale però non si accorse del gesto. Altra coppia di coniugi: Giuseppe Bona ed Eu genia Ghignone. La loro figlia tredicenne ebbe a subire un tentativo di violenza da parte del teste Eugenio Guarina, condro il quale essi si querelarono. Del fatto s'interessò Giovanni Pio allo scopo di tentare una soluzione amichevole. Ma la Ghignone gli disse: « Cesa farebbe lei se Dario facesse altrettanto con Virginia? >. L'altro rispose: «Dario non farà nulla contro Virginia. E non gli permetterò di sposare mia sorella, perchè non ne è degno e perchè è ammalato >. Un altro teste, Giuseppe Chiarie, (nemmeno questo, come gli altri Chiarie, parente dell'imputato) ha riferito: «Un giorno Giovanni mi disse che piuttosto di dare la sorella a Dario li avrebbe uccìsi tutti e due». Sostanzialmente le stesse cose ha detto Luciano Cecchini, un trovatello allevato dalla famiglia Chiarie. Egli ha precisato che la sera- del delitto, quando Dario rincasò, gli ordinò di dire che non si era mosso da casa. Si è giunti così all'arringa dell'avv. Giovannoni, Sindaco di Alba, patrono di parte civi-| ( sionale in questa causa — egli ha cominciato. — Non c'è che un delitto ferocemente, freddamente compiuto con inaudita bassezza d'animo. Dario Chiarie si è vendicato dell'uomo il quale giustamente voleva impedire che la sorella finisse moglie di un fannullone ». L'oratore ha affermato che da tempo l'imputato pensava di eliminare l'ostacolo. « Il delitto è stato premeditato. Perché il Chiarie uscì di casa con la pistola in tasca? Perchè aveva l'arma con la pallottola in canna? Perchè aspettò per tre ore che la vittima rincasasse? E quando il Pio giunge al luogo dove egli attende in agguato, l'aggredisce a tradimento e lo uccide. Non chiederò pene esemplari — ha concluso l'avv. jGriovannoni. — Ma c'è una famiglia a lutto. La sentenza deve rispettare il diritto alla vita umana. Individui come l'imputato devono essere banditi dalla società perchè co- stituiscono un pericolo pubblico. Chiedo pertanto che venga affermata la sua responsabilità e che egli sia condannato al risarcimento dei danni valutati in 10 milioni, con una provvisionale di un milione.». Domani, con la requisitoria del P. M. Boetti e l'arringa del ! difensore avv. Andreis, il pro¬ cesso sai-à concluso.