De Gasperi sta preparando il programma del governo

De Gasperi sta preparando il programma del governo De Gasperi sta preparando il programma del governo Dichiarazioni dopo un colloquio di un'ora con il sen. Merzagora: "Un negoziato per giungere ad una maggioranza precostituita non è possibile; devo perciò pensare al programma e agli uomini; i partiti poi decideranno,, • Primi nomi sui candidati ai vari dicasteri: gli Esteri a Pella, gli Interni a De Gasperi, il Tesoro a Vanoni, la Difesa a Taviani Roma, 8 luglio. .mL'atmosfera che si respiro Unei vari ambienti politici ro-Inmani, da ieri sera, è molto cambiata. La decisione di De Gasperi di accettare l'incarico, annunciata nei modi che si sanno, ha avuto in un certo senso l'effetto di decantare tutte le passioni, le ansie, lo stato di tensione nei giorni scorsi. La formazione del nuovo ministero appare, come per incanto, un obiettivo assai più. facile, anche se molto meno appassionante. Sino a ieri, in effetti, non era in gioco soltanto la formazione di un governo, ma qualcosa di più vasto. Si discuteva di < allargamento delle ' basi della democrazia», di scelte definitive, in un senso o nell'altro, e così via. Sì sottintendeva in tali discorsi la possibilità di arrivare a creare un nuovo e stabile schieramento parlamentare, di raccogliere attorno al nuovo governo, sulla base delle indicazioni elettorali, < una maggioranza • precostituita >, di centro-destra o di centro-sinistra che ■ fosse. Il pensiero del Presidente Da ieri sera questo obiettivo, se non definitivamente scartato, certo è stato accantonato ed è proprio questo accantonamento che aveva consigliato De Gasperi a suggerire altri nomi e che lo ha reso tanto perplesso nell'accettazione del reincarico. Ormai non si tratta più di partire da una maggioranza di gruppi solidali su alcuni principi fondamentali per arrivare alla formazione del nuovo Governo, ma di formare il nuovo Governo per arrivare alla creazione di una maggioranza quale che sia. Lo stesso De Gasperi, in una dichiarazione fatta ai giornalisti dopo la visita di dovere da lui fatta ai presidenti delle due Camere, ha confermato ancora stasera questi nuovi orientamenti accennando, in base ad essi, anche la linea di condotta cui intende attenersi nei prossimi giorni. «Le consultazioni che ho avuto con i rappresentanti dei vari Partiti nei giorni scorsi — ha detto — erano meno for- dtcppvrrtzrdcurdlngernirsnpmsqfsdemdirfzpstcma■IlllllllIIItlllllllllllllllllllllIIIIIllllllllllllllIllllM mali del solito, ma sono suf Udenti per stabilire le posizioni programmatiche e tattiche dei singoli Partiti al momento presente. La conclusione che ne avevo riportato al Capo dello Stato era negativa poiché questi contatti non avevano assicurato una maggioranza precostltulta. Non è da ritenere che qualche altro contatto possa cambiare la situazione poiché ciascun Partito si riserva il suo atteggiamento definitivo per 11 momento in cui un Governo costituito ed un programma definito gli daranno tutti gli elementi della decisione. <Tale decisione, per i noti riflessi della politica nello schieramento parlamentare, non deriva soltanto dalla logica interiore, ma anche dagli effetti, appunto, dello scacchiere stesso. Perciò potrò avere nei prossimi giorni contatti integrativi, suppletivi ulteriori, se questo sarà necessario o se, in caso particolare, verranno richiesti. Ma il mio compito principale, ora, è di formare il programma e di costituire un Governo creando quella situazione concreta di fronte alla quale i Partiti si sono riservati di prendere una decisione definitiva. eli mio compito di domani e di dopodomani è questo: formare 11 programma del Governo; ho detto che non escludo dei contatti esplicativi ma in via di massima non vi saranno negoziati tendenti alla formazione di una maggioranza precostituita. Ho avuto l'impressione che questo oggi non sia possibile perchè non dipende più da semplici dichiarazioni generiche, ma dal fatto che ciascun Partito si riserva di prendere le sue decisioni dinanzi ad un programma ed agli uomini chiamati ad attuarlo. Debbo pensare perciò al programma ed agli uomini». A ben guardare, la posizione cui si è pervenuti non è molto dissimile da quella che fu suggerita subito dopo le elezioni quando da varie'parti si sollecitava il partito di maggioranza ad assumersi la responsabilità di un Governo monocolore che, a seconda delle sue caratterizzazioni pro¬ gucsmsacGdsgrnnnsciMlllIIIIIIIIIIIIlilltSIIIIIIIIIIIIilIIIIIIIIIIIIIIIIllllIIIII grammatiche, avrebbe raccolto una maggioranza di centro, di centro-destra o di centro-sinistra. Il Consiglio nazionale democristiano preferì insistere sul concetto dello statu quo ad evitare troppo precise indicazioni programmatiche Il ritardo, e lo stesso De Gasperi ha mostrato ieri sera di rendersene conto, non è senza conseguenze. Poiché, bene o male, le polemiche dei giorni scorsi hanno portato a ridurre sensibilmente le possibilità delle « aperture » a sinistra ed a limitare per il momento il gioco' parlamentare nell'ambito dei gruppi del centro e della destra. Un voto decisivo Su un piano esclusivamente parlamentare, il nuovo Governo monocolore (le possibilità della parteoipazione al Governo dei liberali e magari dei repubblicani non riscuotono sino a questo momento molto credito) potrebbe reggersi anche con la sola, astensione dei socialdemocratici sino al giorno che verranno convalidate le elezioni dei 51 deputati che hanno beneficiato della « distribuzione dei resti», infatti, i democristiani possono contare su 250 deputati, i liberali su 10, i repubblicani su S ed il partito altoaetisino anch'esso su S: in' totale 266 deputati voterebbero la fiducia al nuovo Governo contro i 259 delle opposizioni di sinistra e di destra. I H deputati che per il momento conta il PSDI determinerebbero con la loro astensione o il loro.voto contrario la vita e la morte del Governo. Sembra (ed il consiglio nazionale del partito che si riunirà VII potrà darne la conferma) che in ogni caso il dissenso dei socialdemocratici non andrà oltre l'astensione e quin di, come si diceva, la vita del nuovo governo De Gasperi potrebbe essere, almeno agli inizi, facile. Tuttavia, e proprio perchè la situazione sembra < bloccata » a sinistra, è difficile che la destra si lasci sfuggire l'occasione di entrare, per così dire, nel giro della politica nazionale e non voglia an- IIIIItlllllIllllllIlllllllllllllllllllllllilllllllllIIIII* ch'esso portare il suo contributo alla formazione della nuova maggioranza. I monarchici hanno già fatto sapere di aver molto gradito l'atteggiamento assunto nei loro confronti da De Gasperi nella conferenza stampa di ieri e di pensare, come i socialdemocratici, ad una astensione dal voto. Persino i neofascisti parlano di « revisione » del loro atteggiamento e di possibilità di una loro astensione se la formazione del nuovo ministero soddisferà due loro esigenze: l'allontanamento di Sceiba dal ministero degli Interni e di Pacciardi da quello della Difesa. Poiché abbiamo fatto dei nomi, sarà il caso, per la curiosità dei lettori, di continuare nella citazione di altre candidature di cui si comincia a parlare. Sceiba lascerebbe gli iiiiMiiiiiiiTiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin i a a e e a i Interni e passerebbe alla Difesa. Gli Interni verrebbero assunti ad interim da De Ga speri nel caso che gli Esteri vengano assunti da Pella, o affidati ad Aldisio o a Fanfani. Quest'ultimo è in predicato anche per l'Industria. Vanoni resterebbe al Tesoro, Zoli passerebbe alle Finanze, Colombo all'Agricoltura, Taviani alla Difesa, ove Sceiba preferisse invece mettersi da parte. Segni resterebbe alla Pubblica Istruzione o tornerebbe all'Agricoltura. Si parla anche di una vice-presidenza Gonella al posto di Piccioni .che lascerebbe U Governo. Sono voci, come si è detto, riferite per semplice curiosità. In realtà, per quanto si sia già entrati nella fase delle « aspirazioni » e delle « candidature sonda », non siamo ancora alla fase delle decisioni. f. niiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiMiiii Il marchese di Sallsbury (a sinistra) parte da Londra (Tel.) iii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiimiiiiiiiiiiiiB Il maresciallo Tito risponde alle domande della giornalista Helen Fischer (Telefoto)

Luoghi citati: Aldisio, Londra, Pella, Roma