Tentativi di Koblet e di Astrua nella tappa di Dieppe vinta da Voorting

Tentativi di Koblet e di Astrua nella tappa di Dieppe vinta da Voorting CRONACHE DELLO SPORT Tentativi di Koblet e di Astrua nella tappa di Dieppe vinta da Voorting Troncate le due fughe il gruppo si ricompone, ma 4 corridori riescono a staccarsi negli ultimi chilometri Il veloce spunto finale dell'olandese ■ Classifica generale immutata - Oggi la Dieppe Caen di 200 km. (Dal nostro inviato speciale) Dieppe, 6 luglio. Un taccuino pieno di appunti dopo lo svolgimento della quarta tappa del Tour, un taccuino per raccogliere tutte le fughe che si sono susseguite sui 188 km. della Lilla-Dieppe e per segnare il primo spunto polemico del Giro di Francia che, tanto per cambiare, riguarda la squadra italiana. Si è partiti da Lilla alle 11J.5 con un cielo grigio ed un freddo da novembre, che pure non erano riusciti ad allontanare dal Tour il solito entusiastico concorso di folla. Non appena venne abbassata la bandierina del «via», Hassenforder e Walkoietak presero il largo trascinandosi nella scìa nientemeno che Hugo Koblet. Dopo tanta attesa, dopo le più strane supposizioni sulla sua apparente apatia, finalmente l'asso elvetico metteva il naso alla finestra in uno di quei tentativi che sembrano maggiormente idonei al suo fisico esuberante. Qualcosa però non deve davvero funzionare a dovere in quel perfetto ■meccanismo atletico che è il Koblet in gran forma, tanto è vero che il rosso-crociato scomparve presto, riassorbito dal gruppo. Ripetè la prova più tardi, ancora si trovò in testa con Bassenfordèr e Walkowiak, cui si erano aggiunti Paret, Massip, Bedolfi ed un olandese dal difficile cognome, un certo Suykerbuyk, ed ancora una volta, evidentemente, pensò che fosse meglio non rischiare. Interviene Binda Vi furono altri spunti senza importanza, poi venne il turno di Caput, Desbats e Baffert, che imbastirono una fuga pe% il cui epilogo si doveva aspettare quasi cento chilometri. I tre regionali francesi interessavano poco ai signori dei quartieri alti della classifica, ed il loro vantaggio sali di conseguenza quasi a vista di occhio, raggiungendo perfino gli otto minuti. Alle loro spalle la reazione era fiacca e già si pensava finalmente a un calmo epilogo della tappa, quando su uno dei tanti strappi che si susseguivano, Astrua partì dì scatto. Nella sorpresa generale solo Bobet fu pronto a inseguirlo e ad acciuffarlo: i due si trovarono staccati dal grosso, il rabbioso pedalare accresceva in brevissimo tempo il varco che si andava aprendo alle loro spalle. Si era creata in tal modo una situazione strana: conveniva ad Astrua insistere nello sforzo per tentare, se non altro, di diminuire il distacco dalla « maglia gialla », oppure non era più prudente una tattica tranquilla, nella preoccupazione abbastanza logica di non portare troppo in avanti un uomo pericoloso come Louison Bobet t Questa domanda, intendiamoci bene, preoccupava Binda ma non Astrua che, alieno da ragionamenti eccessivamente complicati, continuava a dare tutto il suo aiuto all'azione del francese, mentre nel grosso; Robic e Schaer, con le loro rispettive squadre, si erano gettati nel più affannoso degli inseguimenti. Fu questo inseguimento disperato che dava buoni risultati (e lo si vedeva bene quando ci si fermava a controllare i distacchi), a consigliare a Binda la prudenza. Astrua infatti venne invitato alla calma, ad evitare una fatica che, con 99 probabilità su 100 si sarebbe rivelata inutile, e Giancarlo obbedì. Sarà bene stabilire fin d'ora, prima cioè che le accuse piovute sul capo degli italiani non si tramutino in qualcosa di più grave, che Astrua continuò regolarmente a dare il cambio a Bobet: si limitò a non esagerare nell'azione che ormai, come le cose si erano messe, non avrebbe portato a nessun risultato pratico. Il continuare la fuga sarebbe stato coraggioso, bello, magari anche entusiasmante, ma nella particolare occasione era strettamente necessario ricordare quella massima che ammonisce: il Tour termina a Parigi. Una massima poco poetica ma molto giusta. Seguendola, dunque, Astrua e anche Bobet, vennero raggiunti al rifornimento di Abbeville (km. 123) e la stessa sorte toccò subito dopo anche a Caput, Desbats e Baffert, in modo che ad una sessantina di chilometri dal traguardo il plotone era di nuovo riunito e comprendeva tutti i migliori. Niente da fare però, anche oggi non era la giornata buona per un arrivo in nutrita compagnia: il gruppo spesso sussultava, agitato da ripetuti strappi sotto la energica spinta di alcuni regionali francesi e dell'intera squadra olandese che ha preso il « via » in questo Tour con un eccezionale bagaglio di buona volontà. Furono molti a sguizzare a turno dal gruppo, ma tutti vennero ripresi; sembrò che lo spunto con cui si sganciarono Mirando, Audairc e il vincito re della tappa di ieri, Bober, fosse buono; poi invece, quan do questi tre vennero riacciuffati, altri quattro concorrenti — Mirando, giovane e simpatico napoletano trapiantato sulla Costa Azzurra, Voorting, olandese, Laureai, nazionale francese, e Audaire, della squadra dell'Ovest — infilarono la via giusta verso il successo: sul meraviglioso anello stradale di Dieppe, di fronte al mare imbronciato, mentre il freddo era tornato a intirizzire le ossa, la tappa si decise per l'appunto tra questi quattro e la vittoria tiella volata toccò in modo netto all'olandese. I campioni, preceduti anche da Darrigade e da Nolten, si impegnarono nello sprint (a 5' e 9" da Voorting) e Koblet, felicemente, superò Magni e Robic. cvs Minardi in erisi Ci toccò attendere invece 20 minuti per vedere Minardi e Drei tagliare il traguardo. Le condizioni del romagnolo non migliorano, ma tPipazza» riesce sempre a giungere entro il tempo massimo, cosa questa che gli permette almeno di rimanere in corsa. Francamente però nonsappiamo fino w q itati do: il male di Minardi è un male soprattutto morale, difficile da guarire in fretta, spe¬ cie in un'atmosfera così arroventata. Il Tour continua intanto la sua marcia verso Bordeaux ove, in previsione dei Pirenei, osserverà il primo riposo. Ogni giorno regala qualche emozione e dopo il doppietto di Schaer e l'exploit di Bober, oggi ha rimesso alla ribalta Astrua nel sia pur vano tentativo verso la maglia gialla. Binda, in proposito, ha ripetuto questa sera ai giornalisti italiani il suo punto di vista, spiegando perchè ha consigliato Astrua a tenere una determinata condotta anziché un'altra: al di fuori di ogni partito preso, prò o contro il commissario tecnico, con sincerità ci sembra che Binda non abbia avuto tutti i torti. Equilibrio di valori Domani, da Dieppe a Caen, 200 km. di pseudo-pianura, di pianura che presenta cioè molti saliscendi, alcuni dei quali si preannunciano piuttosto secchi e decisi, come invitanti trampolini di lancio verso la azione a sorpresa. La squadra francese è sotto pressione; Schaer non sembra risentire la fatica, gli olandesi si alternano con i < regionali » per gettarsi a corpo perduto nella cosa; Koblet non ci pare poi malandato come qualcuno crede: vi è un equilibrio di valori nel quale la compagine italiana balla perfino troppo bene. Con Astrua sempre pronto, anche Magni aspetta l'attimo propizio, l'occasione favorevole, e perfino Bartali che eravamo abituati a vedere in tranquilla attesa nelle tappe di avvicinamento alla monta gna, pare avere fatto una cura di giovinezza e continua a condurre una gara estremamente attenta e vigilante. Si è incominciato il Tour marcando Koblet; ora gli uomini da sorvegliare sono almeno dicci; il gioco diventa sempre più difficile per noi e per tutti. Gigi Boccacini Astrua (a sinistra) e il francese Bobet nel troncato tentativo di fuga. (Telefoto) rmai come le cose si erano cie in un'atmosfera così arrodi avvicinamento alla mon La vittoria di Voorting al traguardo di Dieppe. (Telef.)

Luoghi citati: Abbeville, Bordeaux, Francia, Parigi