Drammatico appello di una madre in difesa della memoria del figlio
Drammatico appello di una madre in difesa della memoria del figlio Una lettera della signora Evans al mostro di Liondra Drammatico appello di una madre in difesa della memoria del figlio Una confessione in carcere; ma il sacerdote non può parlare - Scrive la madre dell'impiccato al Christie: « Dica la verità; ora non può più portarle danno, ma può invece salvare la sua anima dall'ira di Dio » (Nostro servizio particolare) Londra, 4 luglio. La realtà è sovente più drammatica di ogni creazione della fantasia: così afferma un popolare adagio, e la saggezza di queste parole trova oggi conferma in un nuovo, sorprendente sviluppo dell'ormai famoso < caso Evans ». Come in un romanzo, come in un film, la tensione, già altissima della vicenda è stata infatti portata stamaiie ad un grado ancor più acuto dalla repentina apparizione sulla scena del dramma di un nuovo personaggio; un sacerdote cattolico. Ai mille tragici ele¬ menti che compongono il fosco « caso Evans » si aggiunse cosi anche un elemento religioso e non è da escludersi — fti base alle notizie odierne — che si sia perfino alla vigilia di una polemica nazionale sul dovere che ha un sacerdote di non rivelare segreti da lui appresi in confessione. mlamdpgalaceQuesti sviluppi si sono avuti', bin seguito a due nuovi tentativi compiuti dalla madre di Timothy Evans per portare alla luce le prove dell'innocenza di suo figlio, che — come è noto — venne impiccato nel gennaio del 'SO, perchè ritenuto colpevole dello strangola- GCvaptsc mento della moglie Beryl e della figlia Geraldine, di soli 14 mesi. John Christie, il « mostro di Londra » (il quale dovrebbe porgere il collo al capestro il giorno 15) ha già ammesso di avere ucciso con le sue mani la signora Beryl Evans, ma continua a sostenere di non essere assolutamente responso- bile della morte della piccola Geraldine. (Secondo il News Chronicle, CJiristie avrebbe, itivece, in carcere, confessato anche questa sua orrenda colpa ma la notizia è stata smentita sia da Christie che dai suoi legali). Di fronte a questo conturbante caso ed assillata dal timore che sia stato inviato al capestro un innocente, la pubblica opinione continua ad invocare da qualche giorno la riapertura del «.dossier Eimns» ed è probabile, anzi, che il ministro dell'Interno decida finalmente nella prossima settimana di indire una inchiesta ufficiale su questa vicenda cosi drammatica e misteriosa. Orbene, all'avanguardia della campagna prò Evans vi è la sua attempata ma energica madre Thomasina Evans, la quale, con una fede e un coraggio che hanno riscosso la ammirazione di tutto il Paese, sta lottando per scovare e raccogliere le prove dell'innocenza del figlio. Ella, dunque, si è ricordata, in questi giorni, che nel gennaio 1950, dopo l'impiccagione di Timothy, le giunse voce che, prima di morire sul patibolo, egli aveva rivelato al cappellano del carcere — un sacerdote cattolico — la « verità», e cioè che non era responsabile della morte di Beryl ne della morte di Geraldine, entrambe strangolate da Christie. La signora Evans si è dunque posta immediatamente in contatto con il sacerdote, il quale le avrebbe fatto coniprendere di possedere in realtà un segreto d'una certa importanza: un segreto che — secondo la Evans — sarebbe « molto incoraggiante ». Ma è a questo punto che il dramma aumenta d'intensità. Come infatti ricordano oggi alcuni giornali, il sacerdote, il quale raccolse dalle labbra di Evans l'ultima confessione, »io»i potrà mai riferire ni alla giustizia nè al pubblico ciò che in quella confessione fu rivelato. Intervistato da un quotidiano, il sacerdote ha infatti già ammonito: < Io non sono assolutamente in grado di palesare ciò che mi è stato detto in sede confessionale. Il Papa stesso non potrebbe autorizzarmi a rivelare le parole pronunziate in quella occasione, neppure se si trattasse di far del bene ». Nonostante le naturali e profonde speranze della madre dell'impiccato, non si vede pertanto quale possibilità, vi sia di risolvere il «mistero Evans» ricorrendo a questo sacerdote le cui labbra sono sinillate per tutti e per sempre. Forse, maggiori probabilità di successo potrà avere un'altra iniziativa presa oggi dalla sig.ra Evans: cioè l'iniziativa di scrivere direttamente al < mostro di Londra*, John Reginald Halliday Christie. Ammesso infatti che Christie abbia veramente ucciso la piccola Geraldino, non è da escludersi che, alla i'i</«lia di salire sul patibolo e turbato dalle parole di questa lettera, egli finalmente decida di rivelare l'orrenda verità. Nel suo messaggio al « mostro di Londra », la signora Thomasina Evans così scrive: «Completi la sua confessioneMister Christie. Riveli tutta la verità e s'accosti cosi al suo Creatore con. la coscienza pulita. Potrà darsi forse che le sarà allora risparmiato l'Inferno. Non fu lei ad uccidere Geraldine t Io sono certa che la responsabilità di quest'orrendo delitto è sua. Forse lei assassinò Geraldine perchè ella stava invocando la mamma, quella mamma che lei già aveva strangolata. Io la scongiuro, Mister Christie, confessi! La verità non può ora portarle più danno, ma può invece salvare la sua anima dall'ira di Dio ». La lettera - che è stata consegnata oggi a Christie, rinchiuso nel carcere londinese di Pentonville - è firmata: « Signora Thomasina Evans, ma- dre- di Tini ». m. c aiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiii Thomoslna Evans, che sta lottando per la riabilitazione del Aglio. (Telefoto) i til) h ft dll li Bl d
Persone citate: Beryl Evans, John Christie, John Reginald Halliday Christie, Mister Christie, Thomasina Evans, Timothy Evans
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