"Sono ancora innamorato di lei" dice l'assassino di Miss Porretta

"Sono ancora innamorato di lei" dice l'assassino di Miss Porretta "Sono ancora innamorato di lei" dice l'assassino di Miss Porretta Al processo dì Bologna il medico omicida ha raccontato il suo dramma • Depongono il padre ed il fidanzato della vittima • Un colloquio a tre, concluso con una minaccia (Dal nostro corrispondente) Bologna, 1 luglio. Alle Assise di primo grado della nostra città si è iniziato oggi il processo per l'uccisione di «miss Porretta». La sera del 2 febbraio 1952, come è noto, il dott. Luciano Maggiorani, medico condotto di Castel di Casio, attese nascosto dietro una colonna in via Orfeo a Bologna che la giovane Maria Elmi da Porretta, con la quale da tempo amoreggiava, uscisse dall'abitazione del fidanza' o e le sparò contro due colpi di pistola, rivolgendo poi l'arma contro di sè. Mentre ia Elmi decedeva poco dopo, il dott. Maggiorani, per quanto ferito gravemente a un polmone, poteva essere salvato. In seguito agli elementi prospettati dai difensori, il Maggiorani fu inviato al manicomio criminale di Reggio Emilia, per una perizia psichiatrica che si concluse con una dichiarazione di seminfermità mentale. Al Maggiorani è anche contestato il reato di lesioni personali in danno del giovane Carlo Mazzari: secondo l'accusa egli tese un'imboscata al Baraldi e, per uno scambio di persona, colpì con un bastone il Mazzari. Il presidente dott. Scotti, dopo aver messo i giudici popolari al corrente degli elementi della tragica vicenda, ha dato inizio all'interrogatorio dell'imputato. Il Maggiorani — un giovane di media statura e corporatura snella — Ija rifatto la storia della sua relazione con l'uccisa, insistendo particolarmente sulla facilità della sua conquista e sulla natura prettamente sensuale dei loro rapporti : « Solo più tardi seppi che era fidanzata e tentai, dato che non mi era possibile lasciarla perchè l'amavo troppo, di regolarizzare i nostri rapporti. Ma i genitori di lei non vedevano di buon occhio questa soluzione perchè intendevano che Maria sposasse il Baraldi, forse per ragioni di carattere economico». P. M. avv. Sangiorgio: Come accolse la Elmi la sua richiesta di sposarla? Imputato: A me parve che fosse d'accordo. Comunque tentava di temporeggiare e lo credevo che fosse per liberarsi dell'altro senza dare scandali. Presidente: In sostanza — e la prego di rispondere con precisione e senza divagare — quali erano le sue intenzioni verso la Elmi? Imputato: Come ho già detto, in un secondo tempo capii che i miei sentimenti per lei erano profondi e le chiesi di lasciare il Baraldi per sposare me. Chiesi, anzi, al parroco di Porretta, dei consigli sulle pratiche per ottenere i documenti necessari. Il Maggiorani ha poi ricordato come il 1° febbraio, dopo che la Elmi non si era fatta viva all'appuntamento che le aveva fissato a Pracchia, egli si era agitato: ad un suo amico medico consegnò una lettera quanto mai esaltata. Il mattino successivo spedì al padre del Baraldi una lunga missiva con la quale lo metteva al corrente della propria relazione con la Elmi: in quella lettera il Maggiorani usò espressioni quanto mai violente nei confronti del Baraldi figlio, il quale, ' a suo dire, era un « cretino » ad insistere nel fidanzamento con una ragazza che era rimasta due volte incìnta di un altro. A domanda del Presidente, l'imputato ha poi confermato che la Elmi gli raccontò una volta di avere allentato i bulloni della moto del Baraldi nella speranza di fargli accadere un incidente. Il Baraldi ha successivamente deposto di non saper nulla di ciò. Il Presidente ha continuato nelle sue contestazioni facendo rilevare all'imputato' che sia dal suo comportamento la sera prima del fatto, sia dalla lettera inviata al Baraldi padre, si può ritrarre l'impressione che egli fosse ormai conscio di aver perduto per sempre la Elmi. Ma il Maggiorani ha spiegato: « La sera prima ero effettivamente esasperato perchè lei non era venuta all'appuntamento e per questo, parlando con il mio amico medico, pronunciai delle frasi di minaccia ed il mattino dopo inviai al Baraldi padre la lettera. Ma quando a mezzogiorno essa mi telefonò, venni a Bologna convinto di stare con lei tutta al notte. Presidente: Non sapevate invece che la Elmi aveva preso impegno con il Baraldi per andare con lui a un ballo? Imputato: Non lo sapevo, ma anche se l'avessi saputo non avrebbe importato nulla, perchè ci saremmo potuti vedere dalle 19 alle 81 e ritrovarci poi a mezzanotte a casa sua. Il presidente ha dato lettura dell'epistolario Intercorso fra l'imputato e la vittima. Il Maggiorani ad un certo momento lo ha pregato di < saltare» quei periodi che potrebbero offendere la memoria della Elmi alla quale ha detto di essere « ancora legato da profondo amore ». Per quanto riguarda il ferimento del Mazzari, il Maggiorani si è protestato del tutto innocente. E' stato quindi interrogato il padre della vittima, Dante Elmi. Questi ha dichiarato di non aver mai fatto pressioni sulla figlia perchè sposasse 11 Baraldi anziché il Maggiorani: < L'ho sempre lasciata libera di decidere della sua vita». Circa la relazione con il Maggiorani il teste ha affermato di averne avuto sentore solo dopo l'aggressione al Mazzari. Con viva curiosità del numeroso pubblico è stata seguita l'ultima testimonianza della giornata: quella del dott. Stefano Baraldi, il fidanzato della Elmi. Il teste ha raccontato di essersi fidanzato con la ragazza nel 1949: non ebbe mal ragione di sospettare della fedeltà di Maria la quale, anzi, un giorno lo informò spontaneamente di essere corteggiata dal medico condotto di Castel di Casio. Presidente: Vi precisò la natura intima dei loro rapporti? Teste: Mi parlò solo di un corteggiamento e Io non ebbi mai ragione di pensare che fra essi esistessero legami di natura intima. Presidente: Come andò l'Incontro con il Maggiorani e la Elmi verso il Ferragosto del 1951? Teste: Lui mi disse che lo non ero il tipo adatto per la Elmi e mi invitò a non volerla trattenere per forza. Io gli risposi che era lei che doveva decidere. Il colloquio finì così: la Elmi non disse niente ma dopo, a tu per tu, mi assicurò che era con me che voleva essere fidanzata. Io la invitai a comunicare la cosa al Maggiorani e lei gli telefonò in mia presenza. Fu allora che lui le rispose: «Sta' attenta che non finirà così ». Presidente: Ma non si parlò della natura intima del loro rapporti? Teste: No, Io ne ho saputo qualcosa solo dopo il delitto. L'udienza è stata quindi rinviata a domani. c. C. La vittima Maria Elmi, «Miss Porretta», (Telefoto) Il dott. Luciano Maggiorani che la Elmi gli raccontò una