Ricordo di Pudovkin

Ricordo di Pudovkin DIETRO LO SCHERMO Ricordo di Pudovkin E' morto uno dei più grandi registi, uno dei pochissimi ai quali il cinema deve di essere un'arte - Qualche momento del primo Festival sovietico - Nostri tempi, il nuovo film di Blasetti - Grande sagra a San Francisco e Mosca, 1935. li primo Festival cinematografico sovietico, il c Kinofestivalia >, raduna ogni sera i massimi registi russi, i maestri del periodo eroico. Eisenstein è il più tormentato; sotto l'altissima fronte, sormontata da un ciuffo arruffato, il suo sguardo s'infossa, sembra a ogni istante adirarsi; e se parla, ha qualche scatto di precipitose parole, seguite da un corrucciato silenzio. Dovcenko, invece, il più giovane, è dolcemente assorto, quasi trasognato; il suo volto roseo, poco più che trentenne, rischiarato da uno sguardo trèpido, s* incornicia d'una chioma ad aureola, soffice e candida, quasi da albino. Mentre Pudovkin è la certezza fatta persona. Tutto in lui esprime una sicurézza un po' altera e un po' lieta, che non ammette il minimo dubbio. Alto, ossuto, due occhietti nerissimi e lucenti sotto una fronte sbozzata da un duro legno. Il naso vorrebbe puntare all'insù, ma è ricondotto verso le labbra sottili, guaì date dagli zigomi un po' mongoli. Parla, martellando le sillabe, in un francese un po' lento, metallico. Quando il suo pensiero ancora non gli pare evidente, china il capo, preme la palma d'una mano contro la palma dell'altra, nome due esatti strumenti che debbano coincidere; fin quando, con un secco < C'cst fa >, si raddrizza di scatto, e stabilisce, enuncia. E' stato anzitutto ut. uomo di tecnica, un ingegnere; e dalla fabbricazione della pellicola è giunto a infervorarsi di cinema, al quale ha dato alcuni film che resteranno, e fra questi un paio di capolavori. Sog gettista, sceneggiatore, tecni co, regista, attore, teorico, il suo nome è giustamente celebre in tutto il mondo; e se ne sta in quest'angolo di salone con le mani dietro la schiena, il capo eretto, lo sguardo fisso dinanzi a sè, come un inge-gnere può stare per qualche minuto all' ingresso del suo stabilimento, mentre entrano i suoi operai. I suol principii sul montaggio sono ormai fondamentali, da due mesi è uscito il suo vo¬ lume sull'interpretazione, per o 1 l'anno venturo, il 1936, sarà tradotto in inglese e in giapponese: — Assurdo studiare un film — mi dice — e poi prendere attori, anche bravissimi, e cominciare senz'altro. Gli attori sono strumenti nelle mani del regista; ma devono prima essere, come dire, c'est sa, perfettamente accordati. Se il regista non è un ottimo accordatore ben difficilmente sarà un regista. Lei sa che mi piace dire: tradurre un film. Tradurlo dal soggetto, in pellicola. Ebbene, prima di tradurre un film, faccio subire ai miei attori due, tre mesi di prove. Ma non con frammenti, episodi del film. Con i personaggi. Sono due strade molto diverse. Il film, dx quei personaggi, sarà una sintesi in una determinata vicenda e in determinati ambienti; ma come quegli stessi personaggi reagirebbero in altre circostanze, in altre vicende t L'attore non deve ciecamente obbedire a un registapadrone più o meno nevrastenico; deve invece esattamente sapere « chi » ha da vivere. Il personaggio deve ossessionarlo non è possibile creare sullo schermo un personaggio vitale senza, c'est et, aver appreso a odiarlo e ad amarlo, con ogni energia. E' soltanto allora, che si può cominciare. Io facevo già cosi, per conto mio., quan do ero attore. E poi, in fretta. Il film è maturo. Bisogna coglierlo, c'est ga. Non è più il tempo di scrivere la sinfonia; siamo in orchestra, bisogna farla eseguire. Così lo ricordo, cosi mi pare ancora di ascoltarlo. Aveva allora quarantadue anni, era nel massimo suo vigore. In quei giorni era assai fiero, l'illustre tovàrisc-maestro era stato appena insignito dell'ordine di Lenin, la rossa stella gli sbocciava all'occhiello. E ora è morto, a scssant'anni, dopo aver vissuto, lui sempre cosi sicuro, qualche ora di dubbio, \forse di sconforto. (Non molto tempo fa, in seguito a una spietata autocritica, si era co- stretto a rinnegare alcune del- le sue predilette teorie). Ma probabilmente, ir. questi ultimi mesi, aveva potuto sentire attorno a sè una nuova atmosfera, una nuova comprensio- ne. Con lui scompare una deHe massime figure che il cinema abbia avuto, una delle pochissime alle quali il cinema deve di essere un'arte, uno dei pochi registi che abbiano diritto all'aggettivo geniale. * * Leonardo De Mitri ha ultimato le riprese di Martin Toccaferro, la storia di un uomo che ha fama di jettatore, e cerca di trarne il massimo vantaggio; fra gli interpreti Tltina e Peppino De Filippo, Ave Ninchl, Umberto Spadaro, Umberto Melnati e Virgilio Riento. — La sezione autonoma per il credito cinematografico della Banca Nazionale del Lavoro ha erogato ai varli produttori, a titolo di prestito, nel 1949 circa 2 miliardi di lire, nel 1950 circa 3 miliardi, nel 1951 più di 3 miliardi e mezzo, nel 1952 circa 6 miliardi. La Banca finanzia oltre 11 40 per cento della nostra complessiva produzione, compresi i documentari; e può spingere le sue anticipazioni fino al 60 per cento del costo di un film. — I «Frères Jacques > parteciperanno a II paese dei campanelli, dall'operetta di Lombardo e Ranzato, regia di Coletti. — Blasetti ha iniziato le riprese di Nostri tempi (< Zibaldone n. 2 ») che, con una scelta fra la novellistica contemporanea, farà seguito all' antologia ottocentesca di Altri tempi. I varii episodi non saranno uniti da un filo conduttore, quale nel primo film fungeva la bancarella del venditore di libri usati; ogni racconto sarà inve ce collocato in un ordine cronologico, lo stesso regista ha dichiarato che il film sarà un po' come una « cronaca minore > della società italiana negli ultimi quindici anni. Autori dei racconti sono Moretti, Prato lini, Moravia, Marotta, D'Anzo, Patti, Campanile; fra gli attori, De Sica, la Cegani, la Delorme, Montand, la Padovani, Vanel, Mastrolanni, Chec chi, e 1 tre < gobbi >, Valeri Caprioli e Bonucci. Il film è di co produzione italo-francese. — ,11 festival della settimana: si annuncia per il 1954, a San Francisco, nel giugno o nel luglio, un super-Festival a pre mi, per i quali la giuria dovrà pubblicare i criteri e i motivi 1 delle eue decisioni; con il Ft ■1111111111111111 n 11 ibi t m 111 ti m 1 in niniiiiiinstival si terrà un super-congresso cinematografico, con la partecipazione di esperti d'ogni Paese. Il municipio di S. Francisco dovrà contribuire alle spese dell'organizzazione con 100.000 dollari. — Il regista svizzero Rigli girerà fra breve un documentario sulla zona B del Territorio triestino, per conto di una Casa jugoslava. Il partito comunista giapponese ha iniziato da qualche tempo una vasta campagna cinematografica di propaganda, senza troppo scoprire i suoi temi e le sue formule. — I film italiani e francesi importati in Inghilterra sono aumentati negli ultimi dodici mesi, mentre sono diminuiti quelli americani. (Rispettivamente 20, 39 e 249; c'è ancora del margine, per i brutti film americani). iiiniiniiHiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiDiva sovrana — Una notis sima attrice di Hollywood ha firmato un contratto con un produttore italiano per un film del quale non è stato ancora annunciato il titolo definitivo. (Ma sarà in technicolor, avrà tre preminenti personaggi, tutti e tre interpretati dalla super-diva). Contratto, milioni, tutto in regola, tutto a posto. L'unica tassativa condizione della quasi divina era di essere ospitata, durante la lavorazione del film, in una grande villa, con un grande parco, con una grande piscina. Non si è potuto trovarla disponibile, nei pressi di Roma; si è però potuto trovarla a due passi, ad Amburgo; e si traslocherà lassù la lavorazione del film. m. g.

Luoghi citati: Amburgo, Hollywood, Inghilterra, Mosca, Prato, Roma, San Francisco