L'epilogo giudiziario della sciagura in cui trovò la morte il dott. Usseglio

L'epilogo giudiziario della sciagura in cui trovò la morte il dott. Usseglio L'epilogo giudiziario della sciagura in cui trovò la morte il dott. Usseglio Il camionista che investì la macchina del medico è stato condannato a 6 mesi di reclusione Alla prima sezione del Tribunale (Pres. Carron Ceva, P.M. Caccia, cane. Renda) si è avuto l'epilogo giudiziario della tragica sciagura automobilistica in cui trovò la morte il giovane medico dott. Giuseppe Usseglio assistente del prof. Dogliottl all'ospedale delle Molinette. L'incidente, terrificante, avvenne alle ore 16,30 del 24 ottobre scorso all'incrocio di corso Fiume con corso Moncalieri. La macchina del dott. Usseglio, a bordo della quale vi era anche la signorina Elena Fava di 24 anni, si dirigeva verso Valsalice e già stava per imboccare il c. Fiume quando sbucava sul corso Moncalieri, diretto verso piazza Piacenza, un autotreno con rimorchio. Il dott. Usseglio, forte del diritto di precedenza, tentò probabilmente di passare accelerando la corsa e nello stesso tempo spostandosi completamente sulla sua destra. Ma la manovra non' servi ad evitare lo scontro. La parte anteriore del camion urtò con estrema violenza contro la fiancata sinistra dell'autovettura sfondandola. Come risultò in seguito, il pilota dell'autotreno, Giuseppe Magarlo, abitante in via De Sanctls 42, aveva azionato 1 freni; ma data iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii la velocità del veicolo e la sua massa rilevante, non fu possibile un arresto Immediato e l'investimento fu inevitabile. Agganciata dal paraurti la vettura fu trascinata per una trentina di metri fin presso la banchina del tram dove operai stavano lavorando e una piccola folla di cittadini era in attesa di una vettura della linea 14. Fu un vero miracolo se nessuno del presenti rimase investito. Il Magarlo e il suo accompagnatore, Guglielmo Rava, scesero dall'autocarro e insieme a molte altre persone accorsero per prestare soccorso ai due passeggeri dell'automobile*. Cercavano di estrarre dai rottami il dott. Usseglio che era privo di sensi e tutto insanguinato. Ma l'opera dei soccorritori riusciva difficile perchè lo sventurato medico era imprigionato fra il volante e le lamiere contorte dello sportello. Doyettero intervenire i vigili del fuoco per liberare il poveretto. La signorina Fava era svenuta e presentava anch'essa ferite al capo. Entrambi gli infortunati vennero trasportati con un'autobarella al vicino ospedale di San Vito. Ma l'opera dei sanitari si dimostrò purtroppo vana poiché il dott. Usseglio aveva riportato, oltre lo sfondamento della base cranica e la frattura della mandibola, anche gravissime lesioni interne. Mori venti minuti dopo il suo ricovero senza aver ripreso conoscenza. La signorina invece riportò lesioni giudicate guaribili in 40 giorni. Il Magarlo impressionato dalla gravità del sinistro si senti venir meno. Riavutosi si allontanò; ma si presentò qualche ora dopo al commissariato di polizia. Nel difenderlo gli avvocati Barosio e Farinelli, oltre a precisare che l'imputato era fuggito soltanto quando vide che i feriti avevano ricevuto soccorso, hanno pure messo in rilievo le molte disgraziate vicende di cui il loro cliente fu vittima. Era stato imprigionato sulla fine del 1947 ed aveva scontato 14 mesi di carcere preventivo perchè falsamente accusato di complicità dagli autori di una brigantesca rapina. Precedentemente aveva subito un grave danno patrimoniale: un suo carro, trainato da un cavallo, era precipitato in un burrone e l'incidente aveva momentaneamente paralizzato la sua incipiente attività di spedizioniere fra Torino e Castellamonte. L'ultima sciagura, quella in cui mori il dott. Usseglio, fu la causa determinante del suo fallimento pronunciato il 19 maggio scorso. Ieri il Tribunale, sentite le parti civili rappresentate dagli avvocati llllllll IIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII Albasio e Bardessono, il P.M. il quale ha richiesto la condanna dell'imputato a 16 mesi di reclusione, le arringhe della difesa (avvocati Barosio, Farinelli e Oberto per il comproprietario del camion) ha inflitto al Magario la pena di 6 mesi di reclusione con 1 beniflci di legge,

Luoghi citati: Castellamonte, Torino