I principali esponenti politici ricevuti da Einandi al Quirinale

I principali esponenti politici ricevuti da Einandi al Quirinale LA SECONDA GIORNATA DI CONSULTAZIONI PER IL NUOVO GOVERNO I principali esponenti politici ricevuti da Einandi al Quirinale Cinque ore di colloqui - Oggi il Presidente continuerà l'esame della situazione - Si prevede che l'incarico sarà affidato venerdì a De Gasperi che cercherà una collaborazione con i «minori», almeno sul piano parlamentare - Riservate dichiarazioni dei capi-partito Roma, 30 giugno. Dalle nove alle due del pomeriggio il Capo dello Stato ha proseguito le consultazioni per la soluzione della crisi iniziate ieri subito dopo le dimissioni del Governo. I presidenti delle due Assemblee legislative, Gronchi e Merzagora; gli ex-presidenti dell'Assemblea Costituente, Saragat e Terracini; i presidenti dei Gruppi parlamentari del P.C.I., Scoccimarro e Togliatti; quelli dei Gruppi parlamentari della D. C, Moro e Ceschi, si sono susseguiti ad uno ad imo nello studio « della vetrata » dove Einaudi era già dalle otto, leggendo e postillando documenti così come fa ogni mattina. Un'ampia '< confessione » La durata dei colloqui è fissata dal cerimoniale in trenta minuti. Tutti gli esponenti politici ricevuti si sono mantenuti entro questo limite, ad eccezione di Saragat che l'ha superato, invece, di circo un quarto d'ora. Per i giornalisti in paziente attesa nell'anticamera anche questa, per quanto modesta, è stata una indicazione ed il < leader » socialdemocratico è stato considerato subito come l'uomo che aveva più < cose da confessare », cioè a dire una più, complessa situazione da illustrare. Sul momento non era altro che una battuta, ma gli sviluppi della giornata dovevano darle un valore politico concreto giacché in serata si apprendeva che Saragat aveva trovato difficoltà a far prevalere di fronte ai parlamentari il suo punto di vista orientato, come si sa, non solo verso il rifiuto di partecipare al Governo, ma anche di accordargli la fiducia ove il programma non corrisponda alle istanze riassunte nella formula del « centro-sinistra ». Mentre questo atteggiamento è condiviso dal-\ la grande maggioranza della Direzione (11 voti su SI), i Gruppi parlamentari sono' divisi tra la « intransigenza » ad oltranza e' la t benevola astensione ». Secondo voci, peraltro non confermate, Saragat sarebbe deciso ad abbandonare la Segreteria del Partito se i parlamentari assumessero una posizione in contrasto con i deliberati della Direzione. E' presumibile che l'eco di questa complessa situazione abbia trovato posto, stamane, nel colloquio con Einaudi. Nelle dichiarazioni fatte subito dopo di giornalisti, ad ogni modo, Saragat non ha lasciato che ne trapelasse nulla. <Il Presidente — ha cominciato col dire — ha una visione dei problemi economici italiani veramente ammirevole. E' stata, per me, una lezione in questa materia ». Incalzato perchè esprimesse un • giudizio sull'invito a partecipare ' al nuovo Governo che i democristiani faranno ai Partiti < minori », l'ha eluso bruscamente ricordando che la Direzione del P.S.D.I. si sarebbe riunita per esaminare la situazione e solo ad essa spettavano le decisioni in merito. </o milito in un Partito e sono gli àrgani direttivi di esso che decidono sui problemi che mi si pongono ». « Previsioni difficili » Anche gli altri esponenti chiamati stamane al Quirinale sono stati invitati, naturar mente, ad esprimere il loro pensiero sulla situazione ed anche da loro si sono avute dichiarazioni che hanno permesso di tracciare un primo consuntivo degli sviluppi della crisi. S'era cominciato con Gron chi che aveva tenuto a sottolineare la difficoltà di fare una previsione « ire un momento come l'attuale ». <Al di là della passionalità che può aver caratterizzato sin qui i rapporti tra i vari Partiti — aggiungeva poi — ritengo che una considerazione ispirata all'interesse generale renderà possibile la formazione di un Governo che risponda alle aspettative del Paese ». Non era molto, come si vede, ma lavorando di induzioni vi si poteva trovare la conferma di quell'orientamento di < centrosinistra » che il Presidente della Camera aveva già diffusamente illustrato al Consiglio nazionale del suo Partito. Il punto di vista ufficiale del Partito di maggioranza veniva tuttavia illustrato dai presidenti dei due Gruppi parlamentari democristiani, Moro e Ceschi: < xm soluzione più idonea — dichiarava il primo, an che a nome del secondo —. è ■quella quadripartita perchè ri sponde ai nostri impegni elettorali e, in definitiva, agli interessi del Paese e della de mocrazia ». c Ma se 4 tre Partifi — si faceva osservare — non accettassero l'invito a collaborare, come sembra probabile? >. <Noi speriamo ch'essaccettino una forma di collaborazione che sia la più organica e completa possibile, e cioè quella della collaborazione al Governo. O, quanto meno, quella di una concorde attività sul piano parlamentareZm stessa piattaforma elettorsiuszdvsn rale costituisce ancora, mi sembra, la possibile base di intesa per la collaborazione ». Merzagora si limitava ad una generica frase di soddisfazione per le ottime condizioni di salute in cui aveva trovato il Capo dello Stato e da questa parte, quindi, non vi era molto da apprendere. Assai loquaci, invece, si mostravano i comunisti. Terracini, che aveva preceduto i suoi compagni di Partito come ex¬ presidente di Assemblea legislativa, cominciava con l'auspicare « un Governo che riuscisse a fare quello che vuole non solo una parte del Parlamento, ma la maggior parte di esso », basato su programmi ed uomini nuovi, e poi si soffermava con cura ad illustrare questa esigenza sino a spezzare una lancia in favore di una larga amnistia politica. Anche Scoccimarro insisteva per c una nuova politica » e « uomini nuovi », precisando per altro che per raggiungere tale obbiettivo non è necessario, almeno per il momento, un ritorno al Governo dei Partiti di sinistra. Togliatti, infine, riassumeva il punto di vista del suo Partito in alcuni punti essenziali: < Ci si deve rendere conto che la consultazione elettorale ha condannato coloro che hanno proposto la " legge truffa ", ha manifestato il malcontento del Paese per la politica sin qui seguita, ha espresso una maggioranza di voti orientati a sinistra. Se si terrà conto di tutti questi elementi la soluzione della crisi non sarà difficile; altrimenti vi saranno difficoltà ora e nell'avvenire ». Un'impresa difficile Il lettore avrà già visto da sè come le indicazioni fornite da tutte queste dichiarazioni non siano molte nè molto illuminanti. Siamo al primo giorno delle < consultazioni », che proseguiranno ancora domani e dopo domani poiché il Capo dello Stato ha ritenuto opportuno di dedicare agli incontri soltanto le mattinate. E' comprensibile che le varie parti cerchino in queste prime battute di non scoprire troppo il gioco. La crisi entrerà nel suo momento decisivo solo a consultazioni concluse e ad incarico affidato. Con ogni probabilità, esso ritornerà di nuovo a De Gasperi, ma con questo si sarà solo alla prima tappa del cammino. I democristiani, come anche oggi i loro esponenti hanno confermato, sono decisi ancora a tentare la carta del Governo quadripartito, pur rendendosi conto della difficoltà quasi insormontabile dell'impresa. Il comitato nazionale dei repubblicani ha escluso formalmente quest'oggi < la possibilità di una partecipazione del P.R.I. al Governo », L'atteggiamento dei socialdemocratici è noto, e, pur non sottovalutando le difficoltà di Saragat di fronte ai suoi gruppi parlamentari, sembra da escludere che la destra del P.S.D.I. spinga la sua opposizione fino al punto da-chiedere la partecipazione al Governo. Ed. i liberali, che riuniscono domani il loro donsiglio nazionale, si allineeranno quasi sicuramente con gli altri Partiti minori. Esperimentata la impossibilità di raggiungere l'obbiettivo massimo. De Gasperi si troverà nella necessità di raggiungere quello minimo: ottenere l'appoggio dei < minori» limitatamente al piano parlamentare. Nessuno dei tre Partiti è pregiudizialmente ostile ad un tale appoggio. Ognuno, però, con maggiore o minore intransigenza, chiede garanzie di uomini e di programmi, insiste su quel « ridimensionamento » della politica centrista che il Partito di maggioranza sembra, invece, escludere per il momento. E' qui che il Presidente del Consiglio dovrà esperimentare ancora le sue ben note capacità di mediazione e di compromesso. Ma è anche qui, in definitiva, che si saggerà la vitalità del nuovo Governo. Il problema di trovare una maggioranza per un Ministero di colore si risolve, infatti, in quello assai più vasto di assicurargli quelle nuove aperture e quei nuovi orientamenti dei quali, per quanto confusamente, l'elettorato ha accennato l'esigenza. Il pensiero di Nenni Il comitato centrale del P.S.I. ha concluso quest'oggi i suoi lavori con un ordine del giorno in cui si torna ad auspicare < la formazione di una maggioranza e di un governo capa ci di adeguarsi cllì- esigenze, di. rinnovamento espresse dalla volontà popolare» e si deplora che la democrazia cristiana insista nel tentativo di « continuare coi vecchi uomini la vecchia politica». Prendendo la parola sull'ordine del giorno, Nenni ha replicato all'intervento che De Gasperi aveva fatto ieri sulla politica estera, criticando particolarmente la presa di posizione sulla comunità europea di difesa. <Non v"è alcun serio interesse italiano impegnato nella CED — secondo Nenni — ed insistere sulla ratifica in questo momento è un voler essere più tedesco dei tedeschi, più oltranzista degli oltranzisti. Il programma europeistico non ha nulla a che vedere con la CED. E' anzi, in aperto contrasto con essa. La fase postelettorale con questi orientamenti si apre sotto cattivi auspici. Tuttavia i gruppi parlamentari del P.SJ. lavoreranno per far si che la mag gioranza si adegui alla situa zione nuova». e. f. L'on. Saragat intervistato all'uscita del .Quirinale (Tel.)

Luoghi citati: Ced, Roma