L'ha detto il nonno

L'ha detto il nonno L'ha detto il nonno Un giudizio di Samuel Goldwyn sul cinema italiano e il suo avvenire - Mirare aHa qualità, non afta quantità - Il superlativo dei primi piani - Una biografia di Mauriac e un telegramma di Don Camillo a Peppone Samuel Goldwyn è un po' il nonno del cinema d'oggi, unisce le generazioni dei pionieri alle attuali. In America è detto < mister Hollywood », perchè non solo fu tra i fondatori di quella Cinelandia, ma perchè ne fu poi sempre alla ribalta, con una fortunata tenacia da rasentare talvolta la caparbie tà. Tra i moltissimi film da luiéprodotti basterà ricordare Cime tempestose, Notte di nozze, Sogni proibiti, I migliori anni della nostra vita; e tra i molti attori da lui < lanciati », Gary Cooper, Ronald Coiman, Anna Sten, Dana Andrews, Danny Kaye. Ha avuto otto « Oscar »; e il primo regista « a successo », da lui sfruttato, si chiamava De Mille. Ora il nonnino è in Europa, si gode pettegolezzi, combina affari, concede interviste. E' un convinto ammiratore dei nostri film più importanti, che in questo dopo-guerra hanno dovunque colpito i grossi produttori gncgvlimilv1111 j ! ( 111WI f ■ I f 1111T ! 1111111TIM11111 i 11TIF1141 r I ! 11J1111 ? I i ébile, come uomo del mestiere perchè quei nostri film, fatti con quattro soldi, tenevano poi testa a « colossi » e < supercolossi > costati somme ingenti. (Il cinema italiano del dopoguerra, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è stato accolto semplicemente con entusiasmo dappertutto tranne che in Italia). E Samuel Goldwyn, scnsi- anche allo strano periodo che sta ora attraversando il nostro cinema, non ha esitato a dichiarare, in una riunione roma. no: « Consiglio alla vostra cinematografia di puntare più sulla qualità che sulla quantità, anche in considerazione delle esigenze del mercato americano; t vostri film dovrebbero seguire la via battuta dai migliori film italiani, sviluppandone naturalmente i motivi. Per buoni film intendo quelli che commuovono e fanno pensare ». In poche parole una saggia lezione; soprattutto significativo quel < sviluppandone natu- i IFI f 1111111 ! 111 ) ) 111 r FI f 1 r 11 ^ 11T11 < ( 11T11 ! 11S11 e ti oi i. oai o o ai- ralmente i motivi*, implicitaI esortazione. Vuole infatti dirci:ìlasciate fare le americanate\e o ia. ea ni t e m lm o a iu- e llllllllllllllllllMItlllllllllllllllllllllllllllIIIIIIIIIIIIllln e i o e a n agli americani, i film francesi ai francesi; fate dei vivi, vivaci, sinceri film italiani, come avete dimostrato di saper ottimamente fare; e non mettetevi in testa, anche voi, di fare del cinema pur di fare del cinema. Siete degli artisti, non diventate degli industriali a ogni costo; sviluppate invece, < naturalmente », i vostri temi e i vostri motivi. In realtà il nostro cinema, da qualche tempo, sembra avviarsi a una svolta, che potrebbe anche essere pericolosa. Sulla scia di certi sporadici successi (qualche nostro film, all'estero, ha nelle complessive valute superato l'incasso di un miliardo di lire) si crede di poter puntare su di una super-produzione. Quest'anno ci avvicineremo ai 150 film, forse li supereremo; e tale cifra sarà a sua volta superata soltanto da quella di Hollywood. Avremo sfornato, in media, un film ogni due-tre giorni. E' una catena» di produzione piuttosto massiccia; sulla quale non ci sarebbe troppo da ridire se ciascun <prodotto» si rifacesse poi le sue spese, con un adeguato margine di profitto. Ma gli incassi all'estero (eccettuati alcuni fortunatissimi casi) ^si mantengono per lo più infamiti assai ragionevoli; e gli incassi percepiti in Italia, che in moltt casi costituiscono il nerbo economico di quei film, non sarebbero certo sufficienti ai produttori se, con i cosiddetti « premi », non intervenisse lo Stato, e praticamente non raddoppiasse quegli incassi. E' pertanto un'industria, la nostra, enormemente protetta. E' questo il momento più adatto per estenderla, ed esteriormente potenziarlat O non sarebbe invece il momento di effettivamente rafforzarla, mirando alla qualità, la sola che finisce per imporsi t Dare dei premi sta bene; ma a chi se lo merita. Gli artisti non saranno mai incoraggiati abbastanza; i mestieranti, se ancora non lo hanno fatto, imparinoci» loro mestiere. * * L'Associazione dei critici cinematografici argentini ha assegnato il suo premio per il mi glior film straniero del 1952 a Umberto D. di De Sica. — Giacomo Gentilomo inizierà a giorni le riprese del film biografico Giuseppe Verdi, anche se la «parte» del protagonista sia ancora da assegnare; fra gli interpreti Valentina Cortese ed Ester Nef, fra cantanti Mario Del Monaco e Tito Gobbi. — Guido Brignone ha iniziato II figlio del diavolo bianco, con Paul Campbell, Nerio Bernardi e Alda Mangini. — Daniel Gélin sarà il protagonista del film Italofrancese Opinione pubblica, sceneggiatura e dialoghi di Charles Spaak. — Una tipica mostra retrospettiva sarà organizzata a Palermo, e dedicata ai migliori film italiani ambientati in Sicilia, da La terra trema a In nome della legge, — E' In preparazione un film intesButo di canzoni militari, titolo Di qua e di là del Piave I Provocato dai primi film in rilievo il Cinemascopio (grande schermo) è scattato alla controffensiva, offrirà le sue visioni di una grandezza circa due volte e mezzo superiore a quella normale. E il primo filmone per il Cinemascopio si annuncia di proporzioni davvero enormi, ne sono stati recentemente presentati alcuni saggi a Parigi. S'intitola La tunica, s'ambienta negli anni della Passione di Cristo, e pare che si siano superati tutti i limiti conosciuti in fatto di ricostruzioni e di masse. Lo vedremo. Intanto il dilatatissimo schermo (SS metri di base) ha presentato, tra l'altro, alcuni primi piani. Il primo piano cinematografico è un po' il superlativo di quel linguaggio; qui ci si troverà di fronte a dei super - superlativi. Un primo piano del protagonista, Victor Mature, si è infatti presentato con un volto alto sei metri, e con occhi alti cinquanta centimetri. Stupore; e commenti assai contrastanti. * * Ogni settimana, l'annuncio di un nuovo Festival; l'ultimo sarà dedicato al documentario, e si svolgerà a Christchurch, in Nuova Zelanda. — Biografiamo anche i viventi, il cinema ha fretta; Roger Leenhardt sta preparando un film biografico su Francois Mauriac, vi collaborerà lo stesso Mauriac. — Il film dell'incoronazione di Elisabetta II sarà probabilmente proiettato anche nell'Unione Sovietica, se alcuni film sovietici saranno proiettati in Inghilterra. — Ritornando al suoi temi prediletti (Tour au large 1926, Gardiens de phare 1928, Rémorques 1939) Jean Grémiìlòn ambienterà il suo prossimo film nell'isola di Ouessant, all'estrema punta dell'Europa occidentale. — L'interesse del pubblico per il cinema va diminuendo in Gran Bretagna; l'afflusso degli spettatori nel 1952 è stato inferiore del 4 per cento nei confronti dell'anno precedente, del 6 per cento nei confronti del 1950; e la tendenza continuerebbe. — Don Camillo è riapparso su gli schermi parigini con il nuovo film di Duvivier, Il ritorno di Don Camillo. Ottime accoglienze, da parte di un pubblico nel quale spiccavano gli interpreti del film e altri attori. Il solo Fernandel non ha potuto essere presente, perchè in viaggio per gli Stati Uniti; ma a Gino Cervi, pregandolo di rappresentarlo, ha telegrafato con queste parole: «Peppone questa è la prima volta che sono costretto a cederti il posto >. * * Due cifre. — Si è recentemente tenuto a Torino il Congresso nazionale degli editori. Fra l'altro è risultato che la cifra prò capite spesa dagli italiani per divertirsi è di SSOO lire all'anno; mentre quella spesa in carta comunque stampata è di lire 100, Tale cifra è al di sotto di quelle del Portogallo, della Spagna e della Grecia, ed è la più bassa fra quelle di tutti i Paesi civili. m. g. lllllllllllllllllllllllMIIIIIIIItllllllllllllllilIIIillia