Denunciato come figlio d'ignoti dalla madre che aveva peccato

Denunciato come figlio d'ignoti dalla madre che aveva peccato ALLO STATO CIVILE gì CARAMAGNA Denunciato come figlio d'ignoti dalla madre che aveva peccato Con lei sono stati arrestati il segretario comunale che accettò la falsa denuncia, e la levatrice che vi si prestò - Fra una decina di giorni il processo a Saluzzo (Dal nostro inviato speciale) Caramagna Plem., 22 giugno. Sabato scorso, su ordine di cattura della Procura di Saluzzo, è stato arrestato il rag. Giovanni Antonio Lusso, dì 46 anni, segretario comunale di Caramagna. Con lui sono state arrestate la levatrice condotta in pensione Caterina Brovè, di 77 anni, e l'operaia filatrice Bernardina Colombano in Biancotto, di 33 anni, Essi sono accusati d'avere al-terato lo Stato civile d'un neonato attribuendogli generalità diverse da quelle che la legge gli assegnava. La vicenda della quale sono protagonisti ha origine dal subbuglio della guerra. Bernardina Colombano sposa nel gennaio '42 a Caramagna il muratore Nicola Biancotto. Poi il marito viene richiamato alle armi e destinato in Corsica. Dopo l'otto settembre '43 egli non dà più notizie di sè. Durante la sua lunga assenza la moglie aveva infaticabilmente tessuto, come Penelope, una tela interminabile. Che fine ha fatto il marito? Bernardina si dispera. Ma ella non ha che 24' anni. E smette di tessere la tela il p"'"rno in cui incontra un nostro giovane ufficiale che l'aiuta a dimenticare. Il 24 novembre '44 nasce un bambino. Alcuni giorni dopo la levatrice condotta Caterina Brovè sì reca in municipio. Dichiara al segretario comunale Giovanni Antonio Lusso, in funzione di ufficiale di Stato civile, che il bambino è nato da padre ignoto e da madre che non consente di essere nominata. Il neonato viene dunque registrato come figlio d'ignoti; gli venne dato il nome di Bruno secondo il desiderio della madre, ed è lo stesso ufficiale di Stato civile a proporre il cognome di Novi. E cosi il piccolo Bruno Novi, inconsapevolmente trascinerà, alcuni, anni dopo, tre persone nei guai. Si fa carico al Lusso di avere alterato le sue generalità sapendo benissimo che il bambino « era stato concepito e procreato dalla Colombano nel periodo di tempo in cui ella si trovava coniugata con Nicola Biancotto»; alla Brovè di aver « dichiarato falsamente che il bambino era nato da donna che non consentiva di essere nominata, tacendo il vero stato della madre»; e alla Colombano di « aver determinato la Brovè a commettere la falsa attestazione ». Il bambino, sostiene ancora l'accusa, era stato concepito in costanza di matrimonio, e doveva presumersi figlio legittimo; cosicché avrebbe dovuto essergli imposto, anziché un cognome immaginario, quello del marito della madre. Il Lusso nega d'aver saputo allora che la madre del bambino fosse la Colombano; la Brovè (ha 77 anni) afferma di non ricordare con esattezza ì termini della sua dichiarazione; la Colombano dice che ella non poteva dare a Bruno il cognome del marito, sapendo che il padre era un altro. Dopo la Liberazione il Lusso viene a sapere d'avere sbagliato nel compilare quella registrazione di nascita, e spontaneamente segnala il fatto alla Procura del Regno (maggio 1945) di Cuneo per un eventuale provvedimento di rettifica. La risposta del Procuratore è questa: « Il figlio adulterino non prende il cognome del marito della madre ». Da questa risposta sembra che il segretario comunale si sia comportato legalmente; e invece no. Perchè la qualifica di « adulterino » può esser data soltanto dopo che un giudizio abbia provato la colpa della madre. Nicola Biancotto intanto fa ritorno a Caramagna, e prende atto di quanto è accaduto durante la sua assenza. Il bambino non risulta iscritto col suo cognome, ma soltanto per un » errore » che la legge non potrà non correggere. Potendo provare di essere stato assen¬ te da casa da oltre un anno prima che il bambino nascesse, egli promuove un'azione civile di disconoscimento di paternità. Nel maggio del '50 il tribunale di Saluzzo si dichiara incompetente per territorio. Ma intanto la macchina della giustizia si è avviata; viene iniziata un'istruttoria che porta al rinvio a giudizio e all'arresto dei tre responsabili. Il reato di cui sono accusati comporta una pena da cinque a quindici anni di reclusione. Il processo si farà al tribunale di Saluzzo nei primi dì luglio. Il Lusso sarà difeso dall'avv. Prato, la Colombano dall'avv. Toselli e la Brovè dall'aw. Galdini. g. f.

Luoghi citati: Brovè, Bruno, Cuneo, Prato, Saluzzo