Un delitto che fruttò un pugno di cioccolatini

Un delitto che fruttò un pugno di cioccolatini DUE FEROCI RAPINATORI IN ASSISE Un delitto che fruttò un pugno di cioccolatini Milano, 16 giugno. Il processo contro gli assassini autori della cosiddetta < rapina dei cioccolatini » è cominciato stamane alla nostra Corte d'Assise. Protagonista della fosca vicenda il 30enne Stefano Lanzani, pregiudicato; coìmputato Angelo Milanesi di 25 anni. Sia il Lanzani che il Milanesi sono accusati di avere aggredito e ucciso la sera del 5 gennaio 1951 sulla strada Corsico-Assago il fattorino di 20 anni Giulio Bendini che tornando dal lavoro, si avviava in bicicletta a casa. Il giovane fu depredato di una borsa di cuoio entro la quale i banditi speravano di trovare molto denaro e invece vi rinvenivano un portavivande in alluminio e alcuni cioccolatini. Durante il periodo di detenzione Il Lanzani aveva dichiarato di avere ucciso il Bendini perchè si ere opposto alla rapina: aveva ammesso che il Milanesi nel momento in cui egli sparava sul Bendini. era distante un centinaio di metri » aveva riferito di essere stato istigato a! delitto dall'oste Orfeo Antonini perchè il Bendini gli insidiava la moglie. Infine aveva precisato che l'oste lo avrebbe com- pensato con due milioni di lire. Successivamente però modificò tale versione, ma ormai l'infonda tozza delle accuse era risultata evidente ed era quindi sorto il sospetto che tale delirio accusatore avesse origine nelle sue anormali condizioni di mente. Ma un esame psichiatrico lo dichiarò sano di mente. Dopo che il presidente Tucci Caselli ebbe riassunto i precedenti del processo, ha avuto inizio l'interrogatorio del Lanzani, nel corso del quale l'imputato ha ripetuto il motivo dell'istigazione, rln novando le sue accuse all'oste An tonini e precisando che l'incarico di sopprimere il Bendini dietro compenso di due milioni l'aveva avuto da certo Luigi Bolis. « La sera prima del -ì^litto — ha rac contato il Lanzai.i — ero nell'oste ria dell'Antonini e c'era anche 11 Bendini. Prima che questi uscisse l'oste me lo indicò con una striz zata d'occhio. Allora mi avvicinai al banco e l'oste mi disse: " La persona da far fuori come ti ha detto il Bolis era di fronte a te. Cerca di far presto, altrimenti passerò l'affare a un altro ". Ma io mi ubriacai e per quella sera non se ne fece nulla. « Il giorno dopo l'Antonini tornò ad insistere e allora accettai e proposi al Milanesi di aiutarmi; egli accettò e cosi andammo. Nella strada c'era la nebbia, ciò che mi facilitò rincontro improvviso col; Bendini. Gli sbarrai la strada e poi gli saltai addosso. Ci fu una dura lotta durante la quale parti un colpo ». E' quindi seguito l'interrogatorio del Milanesi, che si è trincerato in un atteggiamento decisa mente negativo, cercando di ridurre a) minimo la parte da lui avuta nel tragico episodio. V processo continuerà anche domani ed è possibile che nella stessa serata si possa avere la sentenza.

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