Riacquista la libertà grazie ad una fotografia
Riacquista la libertà grazie ad una fotografia Riacquista la libertà grazie ad una fotografia Un'istantanea, scattata durante l'esecuzione di un partigiano ed ora esibita ai giudici, fa uscire dai carcere un condannato a 15 anni Bologna, 15 giugno. Una fotografia scattata da un ignoto spettatore durante la fucilazione di un partigiano ha portato oggi la nostra Corte d'Assise di appello ad assolvere un uomo che già era stato condannato a quindici anni di reclusione, come responsabile di avere partecipato al grave episodio. Verso le tre del 24 aprile '44 un gruppo di militi della g.n.r. circondava la casa del colono Giuseppe Versari a Riosecco di Galeata, nei pressi di Forlì, dove supponevano fosse sistemata una base partigiana e riuscirono a catturare diversi patrioti fra 1 quali il comandante dell'ottava brigata partigiana Bruno Petrignanì, Aldo Falareti e altri combattenti per la libertà. I catturati vennero brutalmente percossi e poi il Falareti fu portato a Galeata e colà fucilato. All'esecuzione assistette un ignoto fotografo il quale riuscì a scattare una istantanea del plotone di esecuzione, proprio nel momento in cui stava facendo fuoco sull'infelice Falareti, La negativa giunse poi in possesso del Petrignanì. Fra 1 componenti del plotone di esecuzione fu identificato il milite Mario Panzarlni, oggi quarantanovenne, che venne catturato e il 14 novembre scorso giudicato dalla Corte di Assise di Forlì: a sua discolpa l'imputato sostenne di avere dovuto entrare a far parte del plotone di esecuzione in seguito al preciso ordine del suo comandante, capitano Martinelli, il quale lo aveva minacciato, in caso di rifiuto, di sottoporlo al giudizio della Corte marziale per disobbedienza in tempo di guerra. Il Panzarinl aggiunse però che al momento di far fuoco aveva spostato verso l'alto la canna del suo fucile per non colpire il Falareti: un altro componente del plotone, a suo dire, non aveva addirittura sparato. Ma la Corte di Forlì, per quanto un testimone avesse dichiarato che 11 plotone era composto di 14 uomini, condannò a 15 anni di reclusione il Panzarini ritenendo che i componenti del plotone fossero 12 ed affermando che, essendo stati riscontrati dodici segni di pallottole alle spalle del giustiziato, era evidente che anche il Panzarini aveva fatto fuoco contro il partigiano. Oggi, al processo di appellò, i difensori dell'imputato hanro invitato l giudici ad osservare la famosa fotografia. In essa si vede bene il Panzarini che tiene il suo fucile puntato leggermente verso l'alto mentre tutti gli altri lo hanno in dire- zdbnstontahspadncmacudcblAmsamaccgadctcccslnigspacdslpdpci moIptiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii zione del partigiano. Non solo: dal documento è anche possibile constatare che i componenti del plotone di esecuzione sono almeno tredici (un quattordicesimo è tagliato a metà nell'inquadratura). In base a tali elementi i due difensori hanno avuto buon gioco per sostenere veritiera la tesi dell'imputato. Il Pubblico Ministero, affermata la volontà omicida di tutti i componenti del plotone di esecuzione ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado. La Corte ha invece assolto l'Imputato per insufficienza di prove.
Persone citate: Aldo Falareti, Bruno Petrignanì, Giuseppe Versari, Martinelli, Panzarini
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