Quartiere decaduto di Paolo Monelli

Quartiere decaduto Quartiere decaduto Qui all'angolo sorse cent'anni fa l'albergo St. - Nicholas, che si andava a vedere con gran curiosità per la novità del riscaldamento centrale, aria calda immessa traverso tubi in ogni camera: il sistemo dei romani antichi. Ci voleva un albergo moderno a Nuova York, fino allora i forestieri non avevano altra risorsa che alloggiare in semplici taverne che tenevan fuori appeso il regolamento della casa: < Quattro soldi la notte per un letto. Sei soldi per la cena. Non più di cinque persone possono dormire in un letto. E' proibito andare a letto con le scarpe. I suonatori d'organetto debbono dormire nell'acquaio. Sono vietati i cani nelle camere, ecc. >. Sbocchiamo nella Union Square consacrata ai comizietti volanti di comunisti, membri di sette religiose, umanitari; ci sono sempre gruppetti di curiosi e di vagabondi intorno a qualcuno di. questi oratori. Molte case qui hanno ancora il tipo olandese, alcune con il tetto a cuspide, facciate colorate di rosso e di marrone, con le scale di ferro esterne. Ecco Madison Square con accanto la celebre Arena, e il Flatiron Building, uno dei primi grattacieli della città, di venti piani, di forma triangolare, per cui fu paragonato a un ferro da stiro. Questo era il centro della vita cittadina nel 188S, oggi è quartiere decaduto. Da qui fino alla 42* Strada Broadway si chiamava Rialto, dal famoso teatro, di questo nome; « Street of Legend > appariva agli occhi dei contemporanei. « La gente peggio » Ed ecco all'incrocio della 42* strada Times Square: crocicchio del mondo, come fu detto ai primi del secolo; convegno dei finanzieri di Wall Street, dei magnati dell'industria, dei ricchi rampolli delle quattrocento famiglie; giornalisti, celebrità d'ogni genere, le più illustri attrici del teatro, giocatori, fantini, pugnatori, ballerine, bellezze professionali, <guns> (ladri), <dips> '(borsaioli), < Màll-Buzzlers > (idem, ma specializzati per rubar le borsette delle signore), « flicops > (poliziotti), « gaudy playboysy (giovanotti equi- iimiimiiiimiiiiiiiiiiimi immuni mi voci e peggio). A cinquanta anni di distanza la qualità della gente è la stessa, solo piuttosto peggiorata. < Questa è la strada della malavita — dice John Ardovino — < sure », si dà di gomito con la gente peggio ». Ai frequentatori dei teatri e dei cinematografi, ai provinciali stupiti si mescolano mdi-uidui cosi elencati da un contemporaneo, < murderers, dopedealers, rum-runners, thiever, kidnappers, bookmakers, horse - players, parasitical hangers-on, gunmen, smugglers, white-slavers, guys and dolls> (assassini, trafficanti di droghe, contrabbandieri, ladri, allibratori, giocatori alle corse, parassiti, sparatori prezzolati, prostitute, uomini e ragazze dei bassi fondi). Molti dei teatri più importanti sono emigrati da qui; ci sono rimasti alcuni cinematografi, teatrini di varietà e di jazz. La notte il crocicchio, a cui dà il nome il severo edificio del < New York Times >, un grattacielo a foggia di ferro da stiro anche questo, ha un aspetto di < luna park » in contrasto con le oscure moli dei vicini grattacieli incombenti; pareti intiere coperte da abbacinanti giochi di luóe^ una finta cascata d'acqua, ùn testone dì fumatore che emette fumo vero dalla bocca. Qui tra la 40* e la SO* strada c'erano al tempo della proibizione gli <speak-easies> più ricercati; oggi son luoghi per viziosi o' per provinciali, incredibilmente dozzinali. Eccone uno per esempio, il < Parisiana ». In cima a una scaluccia oscura una sala a mezza luce con un parapetto di legno che separa il pubblico (si pagano quarantacinque centesimi per entrare) dallo spazio riservato alle ragazze; sette od otto creature laide, vecchie, una grassa con i capelli platinati e la faccia da pugnatore, una nera con gli occhiali come una professoressa, una sola giovane dall'aria addormentata e i capelli alla Veronica Lake. Fanno gesti e richiami pressanti, ma non possono uscire dal recinto; invitano a ballare con loro, con novanta centesimi si comprano dieci tagliandi che danno il diritto di ballare dieci minuti, ma sempre con la stessa ragazza. Chi ci ha trovato gusto può prendere l'appuntamento per dopo, a locale chiuso. Il pubblico siede su panche contro il muro, davanti alla balaustra di legno. Chi vuole può anche cenare con la ragazza, l'uomo di qua, la ragazza di là e il tramezzo traverso la tavola. Broadway traversa, deviando a sinistra, le « Avenues » più sontuose, si avvicina al fiume, taglia il Columbus Circle dove sorge il monumento a Colombo, una colonna rostrata; e di qui ha un andamento squallido e piccolo borghese, con una striscia di prato nel mezzo, e alberelli stenti. Alla 73* Strada un monumento a Verdi. Le strade che scendono a sinistra hanno come sfóndo la luce del fiume invisibile. Profughi europei Dalla 7S* alla HO* Strada par di capitare in una capitale dell'Europa centrale; qui non piovuti profughi austriaci, cechi, ungheresi, rumeni, hanno botteghe di « delicatessen> e pasticcerie che gli ricordano la patria; localucci da cui escono lamenti di violini e un sentore di « gulash » e di specie che viene fin mezzo alla via. Questo era uno dei sobborghi più raffinati della città, una volta, tra il fiume e le colline il milionario Charles M. Schwab ci aveva il suo castello. Oggi è uno dei tanti ghetti della metropoli. Per un poco la strada si nobilita, corre sulla groppa di una collina, sorgono a destra e a sinistra i grandi edifici della Columbia University; poi scende e cade in Harlem, e par d'essere in Africa. <I negri amano gli spaghetti — dice John Ardovino. — Afa non c'è da fidar¬ sene, una notte mi volevano rapire, questi negri', me e il mio tassì. Non so come non mi hanno ammazzato ». Alla 138* Strada si vede finalmente il fiume, a sinistra. Si traversa un cimitero, si va tra case sudice, i marciapiedi brulicano di gente modesta e di bassa statura. Sono portorichegni e filippini; molte insegne in spagnolo, sopra un povero negoziuccio una scritta, < Al incanto de las mauchachas ». Lasciati indietro i grandi padiglioni di un ospedale, andiamo ora per colline intitolate a Washington, Washington Heights. Su una di quelle c'è una scuola con una cappella e sotto l'altare della cappella le spoglie del < Only american citizen who has been elevated to the Roman Catholic canon of Saints>; e quest'unico cittadino americano fatto santo è una donna, e — lo dubitavate? — un'italiana, Francesca Saverio Cabrini, che venne a Nuova York nel 1889 con sei compagne missionarie del Sacro Cuore di Gesù, e morì nel 1917 dopo di aver seminato scuole, orfanotrofi, ospedali, e altri istituti benefici in tutti gli Stati Uniti. Broadway si allarga, deturpata da una ferrovia sopraelevata che vi corre per il mezzo, ci si va sotto come in un tunnel; scende verso mia vallata e ondulazioni boscose, rilievi rocciosi la serrano da una parte e dall'altra. Mi tornano in mente certe parti semideserte degli Stati del Sud. 220* strada. Broadway si disfà, tra il fiume e terreno incolto. Scavalca lo Harlem River, nero di chiatte, il canale che unisce l'East River allo Hudson, e fa di Manhattan un'isola. Questi cittadini paiono esiliati; abitano casupole di legno come quelle dei negri della Georgia. Ci si tuffa in un bosco fitto di pini di aceri di olmi. 251* strada. A destra un bel parco verde dove % signori vengono a cavalcare, a sinistra campi di giochi per i ragazzi. Tagliamo la 262* strada; una casa ha il nume¬ ro 6991. La metropoli pare lontanissima; ci sono rimesse, stazioni di rifornimento, come in qualsiasi altro borgo della Confederazione; si aprono qua e là vedute d'una campagna che ha l'aspetto delle solitudini non ancora toccate dai pionieri. Due ore e mezzo che andiamo, un cartello ci avverte che qui finisce l'area metropolitana, comincia la città di Yonkers. Broadway cambia finalmente nome, diventa la South Broadway di Yonkers. Mi guardo intorno per cercare una costruzione, un aspetto della via che mi resti nella memoria per ricordare il luogo dove finisce. Lo trovo; ed è — come not — una trattoria italiana: «Nick, bar and spaghetti house ». Paolo Monelli

Persone citate: Francesca Saverio Cabrini, Harlem River, John Ardovino, Only, Schwab, Verdi, Veronica Lake

Luoghi citati: Africa, Europa, Georgia, Manhattan, Nuova York, Rialto, Stati Uniti, Washington