Quattro operai su un'impalcatura precipitano da quaranta metri

Quattro operai su un'impalcatura precipitano da quaranta metri VR OSA gClAOPHA AD ASTI Quattro operai su un'impalcatura precipitano da quaranta metri Tre morti ed uno in fin di vita - La tragedia avvenuta sul grattacielo ■ Le cause della sciagura ■ Triste presentimento (Dal nostro inviato speciale) Asti, 11 giugno. Salendo sul ponte sospèso nell'aria, alla sommità-,«del grattacielo, il muratore '^Vincenzo .-Penna '.era. stato icplto da un funesto presagio:' Rivolto al fratello Michele, suo compagno di lavoro, aveva detto. « Tu non devi stare su queste quattro assi. Se capiterà qualche disgrazia, basta che ci sia uno solo di noi due. Tu hai famiglia, rimango io che sono scapolo ». Michele era sceso. Un quarto d'ora più tardi la aerea impalcatura cedeva di schianto: Vincenzo Penna si fracassava il capo sul terreno, dopo un- volo di quaranta metri e accanto alla sua salma giacevano i corpi straeiani di altri tre muratori, anch'essi travolti nella medesima sciagura. Si tratta di Firmino Badella detto Annibale, di anni JW iij abitante ad Azzano, deceduto all'istante; Federico Lanieri di anni 4S domiciliato in ■vìa. Filippo Gorridoni morto Jripli'òspcdalc due ore dopo la Wisàràzia; Giulio Masoero di ■anni' 41 dimorante in corso Savona US, gravemente ferito alla spina dorsale e al bacino. Tutti erano sposati, con figli. Il tragico incidente è avvenuto fulmineo nel grattacielo di corso Dante 55, una imponente costruzione, ormai, quasi ultimata, sulla collina astigiana. Stamani gli operai dovevano intonacare la parete esterna destra, rivolta verso piazza Alfieri. Per tale operazione-era stata preparata una apposita impalcatura, ossia una piattaforma che poggiava su pali orizzontali; questi a loro volta erano agganciati a cavi d'acciaio. Il collaudo era stato compiuto ieri sera. Il capo cantiere aveva fatto sa- nire sedici dipendenti sul ponte sospeso a mezzo metro di altezza: tutto era.apparso normale e rassicurante. Intanto, ieri sera, l'impresa Masino, assumeva due specialisti dell'intonaco: il Masoero e il Lanteri. Stamane primo giorno di lavoro. Gli operai sulla impalcatura, ondeggiante sotto il cornicione del grattacielo, sembravano piccoli come fantocci. I loro compagni del cantiere li guardavano, forse con curiosità, ma senza alcuna apprensione. ■ . Invece dall'esterno molte persone rimanevano ferme a contemplare quegli ardimentosi, sospesi nel vuoto per lavorare, per provvedére il necessario ella propria famiglia. Il professor Rosa, domiciliato in corso Dante, li osservò con un binoccolo dal balcone della sua casa. Erano in cinque: si trovava anche Gaetano Stennardo di 36 ■ anni. Ad un tratto sul ponte si ebbe bisogno di acqua. Lo Stennardo dovette balzare sul cornicione della finestra e di qui nella stanza per prendere un secchio. Sul ponte rimasero gli altri quattro: a destra il Lanieri, a sinistra il Penna, in mezzo il Masoero e il Budella. Lavorando, parlavano dei propri casi: il Lanteri ricordava la figlia, il Badclla esprimeva il suo proposito di trasferirsi da Azzano ad Asti. Si guardava all'avvenire: la morte pareva una cosa lontana, immaginaria, assurda; invece stava in agguato nel baratro che si spalancava sotto il fragile ponte 'aereo. Ed ecco, improvvisa, la sciagura. Un cavo di acciaio si sfila dalla morsa che lo lega al palo orizzontale; l'impalcatura si piega sulla destra. E' un attimo, Una frazione di secondo. L'altro cti/ùo non resiste, si spezza, il '.ponte precipita nel vùpto con il suo carico' umano. A venti metri dal suolo si rovescia: i quattro muratori cadono di schianto sul terreno, ai piedi del grattacielo, e su di loro, quasi nello stesso istante, si abbatte con sordo fragore il tragico ponte di legno. Sul posto è subito un accorrere affannoso di operai presenti nel cantiere, poi dei vigili del fuoco, degli agenti della Questura guidati dal dottor Pallio, di altri funzionari, del Procuratore della Repubblica dott. Turri. Ma ormai è accaduto l'irreparabile. Si crede quasi al prodigio quando qualcuno dice che il Masoero si è rialzato da solo, ma più tardi i medici dell'ospedale tolgono ogni illusione: lo stato del poveretto è molto grave. Intanto la notizia si diffonde nella città. Una donna, operaia della Way Assauto è da qualche tempo agitata e perplessa nello stesso tempo: pare ossessionata da qualche incubo o da qualche paura. Quando sa che una disgrazia è avvenuta in corso Dante, grida: iMio marito, mio marito !> e vuole correre fino al grattacielo per vedere suo marito. Prima che possa uscire le dicono, con i dovuti riguardi, che il poveretto, Federico Lanteri, era deceduto. Quando arriva all'ospedale, è troppo tardi. Nella casa di Penna, in Valleandona, la tragica notizia viene portata dal fratello della vittima, che è scampato alla morte per un caso fortuito. I dirigenti dell'impresa Masino avvertono la moglie del Masoero e un commerciante informa la vedova di Badella. Le scene di strazio e di disperato dolore che si sono svolte nell'ospedale e nella camera mortuaria sono tjidescri-uibi/i Il commissario dott. PolUo, su ordine del Procuratore del la Repubblica, ha aperto una rigorosa inchiesta. Ha già interrogato il carpentiere Giuseppe Musso e altri tecnici del l'impresa Masino. Nessun fermo è stato effettuato. La Magistratura dal canto suo ha già nominato i periti che devono esaminare i cavi di acciaio, le travi e le assi dell'impalcatura per stabilire le cause del disastro, c. n. Il ponte sospeso è precipitato ài suolo, dall'altezza di 40 metri

Luoghi citati: Asti, Azzano, Ponte Di Legno