Si ritiene molto probabile una vittoria dei partiti di centro di Gino Tomajuoli

Si ritiene molto probabile una vittoria dei partiti di centro OJLI STATI UJtfITI E I,K ELEZIONI ITALIANE Si ritiene molto probabile una vittoria dei partiti di centro Un successo monarchico viene considerato un grave pericolo per la situazione internazionale dell'Italia (Dal nostro corrispondente) Washington, 3 giugno. Pur continuando a tenere un atteggiamento di non interferenza nelle elezioni italiane, il governo americano segue ovviamente con sostenutissima attenzione gli sviluppi finali della campagna elettorale. Occorre segnalare, però, che alcuni dei suoi più autorevoli esponenti manifestano una certa preoccupazione per il possibile successo del Partito nazionale monarchico che, si teme, potrebbe avere come conseguenza l'indebolimento della coalizione di centro. Sebbene esponenti del P.N.M. abbiano speso notevoli energie nel tentare di convincere il governo americano —> anche mediante una speciale missione svolta negli Stati Uniti dar comandante Dibella — sulle finalità democratiche del partito, la opinione prevalente nel dirigenti del Dipartimento di Stato è che, consapevole o no, il P.N.M. tende a minare la fiducia che l'Italia si è duramente guadagnata negli Stati Uniti negli ultimi cinque anni. Un ammonimento autorevole al riguardo è apparso oggi sul New York Times, ed e un ammonimento che va preso sul serio perchè traduce esattamente le preoccupazioni del circoli ufficiali americani. < Se la presente coalizione pro-occidentale di centro perderà la necessaria maggioranza, scrive il New York Times, il potere passerà alla destra ed alle sinistre moderate e ne-risulterà un governò impotente, sospeso ad un centro paralizzato. Si ha qui assai poca fiducia in ciò che un governo dominato dai monarchici potrà fare della politica pro-occidentale dell'attuale coalizione De Gasperi >. Un alto funzionarlo ha dichiarato di credere che 1 monarchici sarebbero inclini a sviluppare un «gretto nazionalismo >, ciò che sarebbe in stridente contrasto con la partecipazione dell'Italia alla comunità europea di difesa, la comunità per il carbone e l'acciaio ed altre manifestazioni di integrazione economica e politica dell'Europa occidentale. E' bene notare che queste preoccupazioni, basate esclusivamente sui risultati delle elezioni amministrative, non assumono sempre questa nota pessimistica che, anzi, i massimi dirigenti del Dipartimento di Stato si sono formata la convinzione che la coalizione di centro riuscirà vincitrice e la convinzione è ragionata e giustificata da accurate indagini. Nessun paragone è possibile con le condizioni dell'Italia nel '48, si fa osservare al Dipartimento di Stato quando la battaglia tra forze antidemocratiche e democratiche esigeva il concorso attivo di tutti gli amici dell'Italia. mzpqctiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiii Quest'anno quella tensione manca non solo perchè la nazione ha riacquistato fiducia in se stessa e la pressione del pericolo comunista sembra quindi minore, ma anche perchè, come scrive in una corrispondenza da Napoli la signora O Hare Me Cormlck: «In questi anni il progresso dei Paese è poco meno che fenomenale ed il tenore di vita ha raggiunto un livello mal raggiunto in passato. E' possibile, ci si è chiesto a Washington, che gli italiani che hanno dimostrato in Europa tanta vitalità e tanta saggezza di moderazione e sono solo secondi ai tedeschi nell'opera di ricostruzione e di intelligente utilizzazione degli aiuti americani, è possibile che ora rimettano in forse la invidiabile posizione che si sono conquistati in Europa rispetto agli Stati Uniti, affidandosi ciecamente, per faziosità o provincialismo, a esperimenti politici che provocherebbero la instabilità politica e la rovina economica? Poiché si è risposto di no, si è voluto evitare persino di annunciare alcune notevoli ini ziative per impostare in termini realistici la battaglia per la soluzione dei problemi della sovrapopolazione e della emigrazione per timore che 11 Governo De Gasperi venga ingiustamente accusato di farsi sostenere con opportunistiche dichiarazioni elettorali dai suoi alleati. Nonostante questa intima fiducia nella saggezza dell'elettorato italiano, l'avvertimento dato oggi per mezzo del New York Times ha lo scopo preciso di stroncare una manovra che il P.N.M. può tentare: quella di far credere alle masse di avere, sotto sotto, lo appoggio del dirigenti americani. Risulterebbe difatti a Washington che voci in tal senso sono fatte circolare in Italia aggiungendo anche che, dopotutto, gli Stati Uniti atanno conducendo una politica «realistica» in Spagna e in Jugoslavia accordandosi con dittatori fascisti e comunisti e faranno lo stesso anche con un Governo retrivo italiano. La risposta americana non lascia dubbi: «L'Italia è nostra alleata e costituisce una parte vitale del sistema comune di vita politica economica e dello stesso sistema di sicu rezza che interessa tutto l'Occidente. Essa ha bisogno di 15 anni di sicurezza, di stabilità e pace - operosa per poter assumere nello schieramento occidentale la funzione indispensabile che le spetta e di cui tutti 1 suoi 'alleati hanno bisogno. « U colore politico e le finalità nazionali del suo Governo hanno quindi per gli iiiitMiniiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Stati Uniti la stessa importanza che hanno la salute ed il successo di un membro di famiglia. Il suo destino è parte del nostro destino. Gino Tomajuoli

Persone citate: De Gasperi, Dibella, Hare