Orrendamente stritolalo dal tram di Rivoli muore invocando la moglie ed i bambini

Orrendamente stritolalo dal tram di Rivoli muore invocando la moglie ed i bambini Orrendamente stritolalo dal tram di Rivoli muore invocando la moglie ed i bambini La disgrazia è avvenuta alla fermata Santa Ilaria di Collegno - Un operaio ha la mano sfracellata dagli ingranaggi di una macchina, gravissimo pericolo cui andava Veramente orribile, lmpressio- nante la sciagura stradale avvenuta ieri pomeriggio alle 16 In corso Francia, tra Torino e Rivoli e precisamente alla fermata della tranvia di borgata Santa Maria di Collegno. Da Torino era arrivato un convoglio. Già i viaggiatori che attendevano sulla banchina erano saliti e già i fattorini delle diverse vetture avevano segnalato al conduttore della motrice che il convoglio poteva * prendere la marcia. Cosi 11 trenino s'èra mosso, dapprima lentamente, poi' con impulso sempre più rapido. Ed ecco, in quel momento, sbucare correndo dalla strada di Collegno un operaio, dipendente di una ditta della zona. Emilio Dorigato fu Giuseppe, di quaranta anni, domiciliato a Rivoli in via Roma 39. L'operaio aveva in mano la borsetta e correva disperatamente, agitando un braccio. Prudenza avrebbe sconsigliato assolutamente dì tentar di salire sul conyoglio che ormài aveva acquistato una discreta velocità. Ma il Dorigato non considerava il incontro: con un supremo sforzò riusciva a raggiungere una dèlie vetture, spiccava un balzo e riusciva a mettere un piede sul predellino, afferrandosi al rente. Ma sventuratamente là mano gli sfuggiva e il disgraziato, dòpo èssere rimasto per un attimo in bilico, «civolava dal predellino e cadeva al suolo, proprio sul binario. La ruota della vettura successiva gli passava sulla gamba sinistra e gliela maciullava al disopra del ginocchio. Ni i tempo stesso l'infelice rotolava e stri-sciava sul terreno riportando lesioni e ferite in tutto il corpo. Il suo lungo grido di dolore ^™™cof'.| echeggiava tutt'all'intorno e de stava sbigottimento e raccapriccio. In un attimo la serena tran quillità della borgata si tramutava'-in febbrile, angoscioso andirivieni.' La. «ente accorreva da ogni parte. Il convoglio s'era fermato di colpo e n'era sceso il personale e poi i passeggeri. L'uo. mo giaceva in una pozza di san gue, con la gamba ciondoloni, gli abiti impolverati e stracciati. Non svenuto, era perfettamente co¬ sciente e gemeva mordendosi le labbra. SI comprendeva subito che il grande flusso di sangue che usciva dallo squarcio orrendo della gamba avrebbe ucciso In breve il disgraziato. Perciò ai provvedeva alla meglio, con mezzi di fortuna a legare e fasciare la gamba. Attorno la folla guardava sconvolta: e nel silenzio si udivano i lamenti del ferito. Si fermava un automobilista, il signor Pasquale Bossolano di Collegno, 11. quale prontamente accoglieva a bordo l'operaio e, con la massima celerità possibile, lo trasportava lungo corso Francia e corso Tassoni, all'ospedale Maria Vittoria. Qui si prendeva cura dell'infelice il dottor Fusi il quale tentava di fermare l'emorragia ed effettuava una trasfusione col plasma. Anche un donatore di sangue accorreva e si metteva a disposizione del sanitario. Ma purtroppo le condizioni del Dorigato erano troppo disperate. Nonostante le amorevoli cure 11 suo stato andava rapidamente peggiorando. Tuttavia restava sempre lucido di mente e di quando in quando mormorava: « Sento di morire... lo capisco... ho tanto freddo». Gli occhi gli si riempivano di lacrime e invocava allora la moglie, la madre e 1 bambini. Prima delle 18 Io sventurato balbettava : « Prendete il mio portafogli... Ci sono dei soldi... Dateli a mia moglie... Salutate i miei bambini... potessi averli qui... anche mia moglie... i bambini...». S'arrovesciava -all'lndietro con 11 capo sui cuscini e stralunava gli occhi : era morto. • L'agente di P. S. di servizio all'ospedale tirava fuori dagli abiti del Dorigato il portafogli: v'erano quindici biglietti da mille e 1 documenti d'-identità. Tutto era macchiato, inzuppato di sangue. Dall'ospedale Maria Vittoria si telefonava a Rivoli e toccava ai carabinieri il triste compito di portare alla famiglia la terribile notizia. — All'Astanteria Martini è stato ricoverato, con una prognosi di circa un mese, l'operaio Alberto Bonacera fu Vincenzo di 23 anni, abitante in 'piazza Arcarono 2. Il Bonacera stava lavo¬ 111 ii cui il ) 11 m i m 11 n u : 11 m 111 n 11 n i ! ; 111 m ; n 11 i : 11 u n rando ad una pulitrice in uno stabilimento di via Cardinal Massaia, quando, ad un tratto, per un movimento falso, cacciava una mano .negli Ingranaggi. Gli Ingranaggi gli stroncavano tre dita della mano destra. Messa per l'Artista. — Domani alle 11,46 nella chiesa di S. Tommaso la consueta funzione. Spiegherà il Vangelo il padre Agnello Giobergia O.F.M. curato di San Tommaso. Eseguirà musica sacra il tenore Luigi Bonls, accompagnato dal maestro G. Somsatti,. i L'operaio Emilio Dorigato

Persone citate: Alberto Bonacera, Dorigato, Emilio Dorigato, Fusi, Giobergia, Prudenza

Luoghi citati: Collegno, Rivoli, Torino