Tre fratelli uccisi e il padre moribondo

Tre fratelli uccisi e il padre moribondo SPAVENTOSA VENDETTA DI DAND1TI A PALERMO Tre fratelli uccisi e il padre moribondo La strage provocata da rancori per ingiuste spartizioni «Iella refurtiva e per la seduzione di una ragazza - Gli assassini braccati sui monti Palermo, 28 maggio. Tre morti e un ferito grave: questo il tragico bilancio di una sanguinosa vendétta compiuta da due banditi già noti alla polizia per precedenti imprese criminose. L'eccidio è avvenuto In piena notte a Ciminna, un piccolo paese che dista pochi chilometri da Palermo, e ha lasciato nello sgomento e nel terrore la popolazione della zona. Alle 23,30 di ieri due individui — identificati poi in Antonino Bruno e Salvatore Tafano — muniti di armi automatiche, bussavano all'abitazione della famiglia Campanella. Percossero la porta con il calcio del mitra, in modo ritmico, secondo un segnale convenuto, perchè i Campanella, gente sospettosa e violenta, appartenevano alla malavita e usavano uno speciale sistema e un linguaggio particolare per riconoscere 1 loro complici. Il Bruno e il Tatano però non appartenevano più alla loro banda; anzi da qualche tempo nutrivano per loro profondi, irriducibili rancori e ieri sera avevano deciso di sterminare tutta la famiglia. La giovane Santa Campanella andò ad aprire la porta. Come scorse davanti a sè i due figuri, con il mitra spianato, gettò un grido di terrore e fece l'atto di chiudere subito, per impedire che essi potessero entrare. Non ne ebbe il tempo: una raffica la colpi in pieno petto, ed essa cadde riversa sul pavimento, fulminata sull'istante. I uue banditi balzarono nella stanza dove si trovavano riuniti i fratelli della ragazza — Santo di 29 anni e Nicolò di 49 — e il padre Nicolò settantacinquenne. I tre uomini videro cadere la sventurata Santa, ma non poterono fare nulla, immobilizzati dalla minaccia dei due assassini armati. Costoro si rivolsero al Nicolò figlio, uno per accusarlo d'avergli sedotto e abbandonato la figlia e l'altro per rimproverarlo d'aver usato il suo nome per compiere una estorsione. Poche parole; nessuna risposta. Altre raffiche di mitra e tutti tre i Campanella si abbattevano nel loro sangue: i figli deceduti con il cuore OllllllllllllllIMlllllllllllllllllllllllllllllllllllllll trapassato dai proiettili, il padre moribondo. Compiuta l'orribile strage il Tatano e il Bruno si diedero alla fuga. Prima però vollero sparare ancora un intero caricatore di fronte alla casa, sulla pubblica via, forse come ultimo terribile segno di minaccia contro gli amici e i complici dei Campanella, oppure soltanto per dare uno sfogo al loro sadico furore. Mezz'ora più tardi accorrevano sul posto i carabinieri e la polizia, il medico legale e il Procuratore della Repubblica. Il vecchio Nicolò veniva trasportato all'ospedale e durante il tragitto, sull'autobarella scortata da due jeeps. riusciva ancora a mormorare il nome dei due banditi e a narrare in modo frammentario come si era svolta la feroce aggressione. In base a queste dichiarazioni è stata avviata l'inchiesta dell'autorità giudiziaria. Dalle prime indagini effettuate personalmente dal questore di Palermo e dal comandante del Gruppo esterno dei carabinieri, si è appreso che uno dei due assassini — il Bruno — nel passato aveva avute rapporti criminosi con i figli del Campanella; insieme avevano commesso diversi reati contro il patrimonio. Dissidi sorti durante la spartizione dei bottini avevano provocato primp un risentimento e poi un profondo rancore fra loro. In questi ultimi tempi uno dei Campanella si era servito del nome del Bruno per inviare lettere di estorsione a possidenti del luogo. Venuto a conoscenza di questa circostanza il Bruno aveva deciso di vendicarsi. Egli VO. UttlbU Ul vcumwilOl. Affili trovava un alleato nel Tatano, altro pericoloso elemento, che aveva avuto una figlia sedotta da uno dei fratelli Campanel- la. La vendetta- è stata attua-ta nella scorsa notte in modo spaventoso. La polizia ha iniziato da sta- mane una battuta a largo rag-gio per snidare gli assassini che s ritiene si siano rifugiati nella zona montagnosa compresa fra Cefalù, Roccamena e Mezzojuso. Si teme che i due forsennati possano provocare nuove vittime nella loro insaziabile sete di sangue. Alcune bombe a mano ed una pistola sono state sequestrate nel cor- llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll so di una perquisizione effettuata in casa degli uccisi. Si apprende intanto che un fratello dei Campanella si trova attualmente in carcere per espiare 20 anni di reclusione quale colpevole di tentato omicidio e rapine, mentre un fratello del Bruno, pure fuori legge, è stato arrestato lo scorso anno per reati contro la prò prietà. iiiiiiiiiiiiMiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniMiMiiiiii

Persone citate: Antonino Bruno, Campanella, Cefalù, Roccamena, Salvatore Tafano, Tatano

Luoghi citati: Ciminna, Mezzojuso, Palermo