Il bimbo abbandonato morì sotto la pioggia
Il bimbo abbandonato morì sotto la pioggia Il bimbo abbandonato morì sotto la pioggia A giudizio la donna di Oneglia che si liberò del figlioletto nascondendolo ih una siepe - Oggi la sentenza (Dal nostro inviato speciale) Oneglia, 28 maggio. I repertori di giurisprudenza, i grossi annali della Cassazione, non registrano in questi ultimi cinque anni nemmeno un caso di « abbandono d'infante seguito da morte ». E' un caso rarissimo. Più facile che la donna si liberi dell'incomoda maternità, soffocando la vita della propria creatura, e questo è infanticidio. Ma il delitto di Bianca Borea in Alberti, una matura contadina della Riviera ligure, è diverso. Nel pomeriggio dell'll marzo scorso, la donna esce di casa con un fagottino in cui palpita e geme la sua creaturina. Non ha nome, non ha battesimo, non stato civile, non è figlio di suo marito, è una piocola e gracile creatura che la donna ha messo al mondo da poche ,ore. E' frutto d'una relazione illecita della madre con un soldato meridionale IIIIItllllllIllltl1l11llllll1llll1lllllIlllllllltf1lllllll che le portava a casa la biancheria da lavare. Bianca Borea aveva già 43 anni, tre figli, la casa sulle spalle, 11 marito bracciante un po' qui e un po' là, spesso lontano dal paese ad offrire la propria fatica. Fu un momento di abbandono all'amore, quando già s'avvicinava per lei l'ora della sterilità. < Di quel bimbo non ne voglio sapere >, dice 11 marito, Giacomo Alberti, quando apprende che nella sua casa è fiorito questo bocciolo Inatteso e non voluto. Bianca esce allora dalla sua casa, sale su un fìlobus con 11 suo fagottino tiepido di vita, smonta a Oheglia, si incammina dolorosamente per sentieri solitari che portano verso ti promontorio di Capo Berta. Qui abbandona il bambino: ma prima di staccarsene gli dà 11 latte, gli mette tra le labbra un succhiotto rudimentale Imbevuto d'acqua zuccherata, gli prepara una specie di nido con gli sterpi. Poi torna suoi suoi passi, ne 1 gemiti del fanciullo la- richiamano Indietro. Dove va • ora Biancp. Alberti? Non molto lontano: i carabinieri la scoprono e l'arrestano soltanto due giorni dopo. Nel frattempo la morte ha colpito il suo bimbo: nella sera stessa dell'abbandono, la pioggia ha battuto per ore ed ore, e il freddo ha spento la vita in quel corpicino. Lo ritrovò inanime il signor Mauro Paglieri, il 13 marzo, racchiuso nell'involto bianco, sul sentiero. I carabinieri scoprirono subito la verità: davanti ad essi Bianca Alberti confessa piangendo: € Sì, il bimbo era il mio. Non volevo ucciderlo: l'ho lasciato perchè speravo lo ritrovassero gli operai del cantiere di rimboschimento che passano di frequente per quel sentiero >. Il primo reato che si contesta alla donna è infanticidio. Molte sono infatti le domande cui Bianca Alberti non sa rispondere. Perchè non depose il suo bimbo sulla soglia d'una chiesa, o di un ospizio, o in un altro luogo più accessibile? Ma davanti al magistrato inquirente, 11 reato così grave sfuma in una figura giuridica più tenue e più umana. Bianca piange la sua colpa, dice che la prova della sua non volontà di uccidere fu il succhiotto inzuccherato, fu il latte datogli prima dell'addio Come poteva immaginare che sull'innocente fragilità di quel Piccolino si abbattesse l'ira degli elementi? Il Pubblico Ministero ha dato credito a questo penoso racconto e ha chiamato Bianca Borea a rispondere non di infanticidio, davanti alla Corte d'Assise, ma di abbandono d'infante seguito da morte, davanti al Tribunale. Domattina la donna compare a Oneglia davanti ai suoi giudici. Sarà una causa brevissima: tre o quattro testi moni. Il presidente, dott. Nasuti, conta dì pronunciare la sentenza entro la mattinata. g. gh.
Persone citate: Bianca Alberti, Bianca Borea, Giacomo Alberti, Mauro Paglieri
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