Caute previsioni dei partiti sui risultati delle elezioni

Caute previsioni dei partiti sui risultati delle elezioni Caute previsioni dei partiti sui risultati delle elezioni // pensiero di Andreotti, Oronzo Reale, Matteotti, Terracini, De Marsanich e Parri - Una relazione del direttore dei "Comitati Civici,, - Il "punto chiave,, resta costituito dai voti che toccheranno ai monarco-fasciati - Il Presidente del Consiglio partito in volo per Cagliari Roma, 28 maggio. Il principale < teatro d'operazioni > di questi ultimi giorni della campagna elettorale è nelle regioni del Mezzogiorno e nelle isole dove, come si sa, le posizioni del centro, democratico sono più deboli e la convergente pressione delle due estreme pone in pericolo la conquista del 50,1 per cento. De Gasperi parte domattina in aereo per Cagliari, dove nel pomeriggio terrà un discorso. Dalla Sardegna si trasferirà poi, sempre in aereo, a Palermo, dove parlerà sabato, e domenica sarà infine a Bari, ancora per un comizio. Nè con questo le sue fatiche oratorie saranno concluse che per gli ultimi- giorni della campagna sono già in programma altri due discorsi a Napoli ed a Roma, mentre è ancora in discussione un comizio a Reggio Calabria, dove l'anno scorso De Gasperi ebbe accoglienze francamente incivili che offesero, prima ancora che la sua persona, la dignità della carica che ricopre. Le destre e le sinistre Sarà superfluo richiamare la attenzione sui temi che verranno maggiormente toccati in quest'ultimo scorcio propagandistico. Le posizioni sono ormai definite e si tratta ormal soltanto di ribadirle con sempre maggiore vivacità per scuotere gli indifferenti e convincere i dubbiosi. Anche quelle < sfasature » iniziali, che furono notate all'inizio della campagna, sono scomparse. Così si insiste assai meno su certe polemiche, di politica estera come quella, ad esemplo, della maggiore o minore simpatia dimostrata dall'Unione Sovietica nei nostri riguardi, essendosi tutti convinti della poca pertinenza che esse avevano ai fini della posta In gioco. E co¬ sì anche si è finito per convincersi che la battaglia, questa volta, è davvero su due fronti e non su uno come fu nel '48: per cui 11 pericolo di destra va valutato con la stessa serietà che si riserva a quello di sinistra, ed agli uomini del M.S.I. e del P.N.M. va dedicato lo stesso severo tratta mento che tocca a quelli del P.C.I. o del P.S.I. E' risaputo inoltre che le sorti dell'alleanza quadripartitica sono legate non solo alla entità dei suffragi che riusciranno a conquistare le due estreme, ma anche alla percentuale degli elettori che il 7 ed 8 giugno si recheranno effettivamente alle urne. E la propaganda contro l'astensionismo è da mettere difatti in primo piano tra 1 temi più toccati in questi ultimi giorni di lotta. Il compito è particolare cura del Comitati Civici che ritengono, sulla scorta di indiscutibili riferimenti statistici, che maggiore sarà l'affluenza alle urne più largo sarà 11 margine di sicurezza su cui potranno contare i partiti democratici. « Siamo convinti — diceva giorni fa il direttore generale dei Comitati Civici, che dal gennaio scorso è un ingegnere, ex-ufficiale di stato maggiore, a nome Ugo Sciascia — che abbassando la percentuale delle astensioni dal dodici al dieci o meglio al nove per cento e facendo rimpicciolire il numero delle schede annullate perchè mal compilate, la coalizione centrista otterrà almeno il 53 o il 54 per cento dei voti ». La relazione è tanto esatta che non a caso l'estrema sinistra, sia pure velatamente per l'impossibilità di fare una propaganda aperta su questo argomento, va svolgendo Invece una predicazione opposta tendente a tener lontani dalle ur- ne « quei poveri vecchi e donne e infermi che — come si esprimeva staséra un giornale di quella parte — non provano alcuna necessità di partecipare ad una competizione elettorale essendo il loro giro ristretto ad una esistenza vegetativa,, ma che, una volta forzati a votare votano meccanicamente per la D. C. >. S'è visto che il direttore dei Comitati Civici ha azzardato una prima previsione sui risultati elettorali e, poiché il ghiaccio è rotto, vale la pena di riferire anche le altre cui si sono lasciati andare esponenti dei vari partiti rispondendo alle domande di un settimanale milanese. Per Andreotti, ad esempio, il centrò dovrebbe conquistare il 54%, le sinistre 11 33 e le destre 11 13. Per il segretario del P.L.I. Oronzo Reale i tre blocchi dovrebbero conquistare, nell'ordine, il 53, il 31 ed il 16 per cento dei voti. Per l'on. Matteo Matteotti il 55, il 32,5 ed il 12,5. Per la estrema destra ha risposto De Marsanich che nega al centro, ovviamente, la conquista della maggioranza assoluta riserbandogli soltanto il 48 per cento dei voti, mentre ne dà il 33 alla sinistra ed il 19 alla destra. Secondo il comunista Terracini invece il centro conquisterà il 49%, la sinistra il 39 e la destra il 12. E l'indipendente Farri infine, che combat te anche lui par impedire la conquista della maggioranza assoluta, attribuisce al centro il 49%, alla sinistra il 39 ed alla destra il 12. Un valore costante E' poco più di un gioco, ovviamente, ma si saranno notate nelle risposte alcune costanti che possono avere valore di indicazione politica. Tutti gli oppositori del centro ad esempio, pur dovendo negare all'avversarlo per ovvie ragioni propagandistiche la maggioranza assoluta, non osano attribuirgli meno del 48-49 per cento dei voti. Tutti i centristi, poi, d'accordo anche con il neofascista, attribuiscono alla sinistra un valore costante esprimendo indirettamente la convinzione che ormai la lotta è tra centro e destra e che la « chiave > per la vittoria o meno dei democratici è nella maggiore o minore affermazione dei monarco-fascisti. Tema di previsioni è cominciata ancho ad essere la composizione del nuovo Governo, sempre che il centro conquisti la maggioranza assoluta. Si dice che sarà un Governo quadripartitico e si arriva persino ad abbozzare una ripartizione dei dicasteri, per la quale quel li più strettamente politici an drebbero ai democristiani, quelli di carattere tecnico ed economico ai liberali ed ai repubblicani e quelli di carattere sociale, naturalmente, ai socialdemocratici. Questo ci sembra tuttavia un gioco su cui non vale la pena indugiare. Prima di tutto polche nessuno dei quattro alleati ha ancora affrontato la questione e non è affatto detto che alla vittoria del centro segua automaticamente la fine dell'opposizione da parte liberale e socialdemocratica. Poi perchè, prima di arrivare a tali discorsi, converrà attendere i risultati elettorali. La vittoria del centro ha dalla sua la maggior parte delle possibilità. Ma è sempre be> ns. Se non altro per scaramanzia, non mettere il carro avan¬ ti ai buoi. e. f.

Luoghi citati: Bari, Cagliari, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Sardegna, Unione Sovietica