Armonioso trionfo d'arte nel gran palazzo Barberini

Armonioso trionfo d'arte nel gran palazzo Barberini Armonioso trionfo d'arte nel gran palazzo Barberini (Nostro seruteio particolare) Roma, 22 maggio. Ritorna in onore, dopo che per molti anni l'avevano condannata a una sorte mediocre, la «grande casa dei Barberini » il più armonioso e illustre dei pala barocchi romani. Al cospetu 1 Presidente della Repubbi. . si è inaugurata ieri, in 17 sa'oni riscattati dallo Stato italiano, la nuova sede della Galleria d'arte Corsini, fin qui smembrata o inaccessibile: l'avvenimento si inserisce quindi fra i massimi, sul piano nazionr'.e e universale della cultura. I visitatori ritroveranno nelle sale di Palazzo Barberini capolavori di un risalto assoluto, vette del classicismo italiano e fiammingo: La Fornarina di Raffaello, il ritratto di Stefano Colonna del Bronzino, l'Erasmo da Rotterdam di Quentin Metsys, l'Enrico Vili di Hans Holbein: erano il vanto della collezione Corsini, donata all'Italia sulla fine del secolo scorso; adesso, nell'immenso scenario « di pietra e d'ametista» del palazzo bernlnìano, queste tele sembrano farsi sensibili, impreziosirsi di una maestà riconquistata. Attorno ad esse, questo nucleo d'oro, si sviluppa, nella reggia del principe di Palestina, la successione dei quadri che documentano come in nessun'altra galleria romana il fiorire dei secoli dal medioevo all'età barocca. Con la raccolta dei Corsini, contribuiscono all'insieme la donazione Colonna e il lascito dei Wurzt, una ricchissima famiglia di americani estintasi a Roma vent'anni fa. Opere del maestro senese Simone Martini, del Beato Angelico, di Filippo Lippi, di Piero di Cosimo, del Perugino, di Piero della Fran¬ cesca, di Lorenzo Lotto, del Sodoma, del Francia, di Andrea Del Sarto, di Tiziano, del Tintoretto, del Bassano stanno sotto le volte marmoree, come nell'ombra di navate luminose:, l'ultimo quadro è del Caravaggio, il conturbante «Narciso», quasi suggello della maestria rinascimentale. Non mancano le sorprese: nuovi acquisti o « rivelazioni ». Cosi si è riesumato dall'oscuro Museo Criminale un « Supplizio» fiammingo di tecnica elaborata e sottile, parte di un trittico finora ignoto. Dal duomo di Anagni dove stava disfacendosi in una sacrestia senza luce, è venuta una maschia veemente « Pietà », tenuissima di colore, vigorosa nel disegno, che si può forse attribuire a Luca Signorelli; un delicato Lorenzo da "Viterbo, rimesso a punto dall'Istituto del restauro, è stato tratto dalla rustica cattedrale di Cerveteri. Più notevole d'ogni altro « capolavoro minore » appare infine la Madonna Villa Marina, illustre ma in pratica semisconosciuta dal pubblico; la si espose a Londra ventiquattro anni nr sono, poi la riebbero i Torlonia: adesso splende in una piccola sala, col volto inaccessibile dellp. Vergine, il suo lungo collo doave, il damasco rosa del manto, le pallide amorose mani che recano un bambino fulgente e ieratico, sovrur. ano come un ostensorio. E' difficile non riconoscere, malgrado alcune recentissime perplessità « filologiche », lo stile adorante di Piero della Francesca. Infine la stessa scelta del luogo, un altro miracolo (pittorico, oltre che architettonico) rivelato: l'affresco di Piero da Cortona che decora il soffitto e le crociere del salone maggiore di palazzo Bar¬ berini. Da molti anni, precluso l'accesso anche agli amici dei principi, nessuno aveva potuto ammirarlo; moltissimi fra i visitatori che fanno ressa in queste giornate inaugurali lo vedono per la prima volta. Fauni e ciclopi e baccanti e il livido gigantesco Furore campeggiano nelle allegorie, scatenate come in una bufera celeste: i grandi toni rossi e viola e lividi e azzurri che magnificarono la gloria di Urbano Vili, nell'apoteosi della sua stirpe. ' ci.

Luoghi citati: Cerveteri, Cortona, Francia, Italia, Londra, Palestina, Roma